Alcune piccole realtà del nostro magnifico Paese meriterebbero di esser viste prima di tutto per l’aspetto scenografico delle proprie location.
Colli Cerentino, zona Rionero in Vulture, è una di queste con il suo vulcanico proprietario, Rocco Moscariello, qui impegnato in foto a rincorrermi con una pipetta da vino. Scherzo naturalmente, anche perchè si sarebbe sprecato dell’ottimo prodotto, essendo la stessa botte da cui proviene il top di gamma “Masqito Gold“.
Dicevamo della struttura, una cantina ricavata all’interno dei locali di un antico monastero del 1580.
Rocco si è dedicato ad essa per amore del vino, occupandosi di tutt’altro nella vita. Il richiamo, come abbiamo già raccontato in centinaia di altri casi, è stato troppo forte ed è ormai diventato una vera ragione di vita.
I suoi prodotti rispecchiano la genuinità di un tempo, quando l’Aglianico del Vulture era forte e deciso come un boxeur di lungo corso; a volte ritrovare certe sensazioni ti permette però di capire al meglio l’evoluzione di un territorio, votato attualmente verso la ricerca di eleganza e di minor concentrazione.
I vini di Colle Cerentino riescono ad esprimere quella carezza in un pugno della celebre canzone: grande densità, spettro olfattivo chiuso a riccio, tutto dark, e bocca energica, tannica, corposa.
Macerazioni sfioranti i 30 giorni e lunghi, anzi lunghissimi affinamenti in legni di varie dimensioni (con 20% di barrique nuove) per le selezioni.
Il resto lo fa madre natura in vigne che possono arrivare fino al secolo d’età, con rese per ettaro non superiori ai 30 quintali.
In annate favorevoli si punta ad un leggero appassimento delle uve in pianta, per dare maggior peso a estrazioni polifenoliche e aromatiche che sanno di prugna cotta e speziature intense.
Abbiamo assaggiato, per voi lettori di Vinodabere, il Cerentino 2013 ed il Masqito Gold 2012 più..una graditissima sorpresa.
– CERENTINO 2013 – AGLIANICO DEL VULTURE DOC – ben 40 grammi di estratto secco. Naso di frutta di bosco ancora croccante, more e succo di mirtilli in primo piano, seguiti da lamponi macerati e liquirizia. Solo acciaio. Perfettamente didattico per chi volesse imparare il carattere antocianico di questo particolare vitigno, una energia che circonda totalmente il basso cavo orale, potente, scuro e sapido.
– MASQITO GOLD 2012 – AGLIANICO DEL VULTURE DOC – una delle rarissime volte in cui ho sentito il bisogno impellente di un decanter, per attenuare alcune chiusure boisè più che comprensibili dopo 7 anni di riposo. Appena svanite ha iniziato a correre e largheggiare nel mio bicchiere tra essenze di fragola matura, cassis, sigaro, cuoio; un derviscio rotante fatto di vaniglia, pepe nero in grani e chinotto amaro. Mineralità sanguigna, in linea con le aspettative fornite dall’evoluzione.
– MASQITO GOLD 2018 – AGLIANICO DEL VULTURE DOC – assaggiato direttamente dalla botte in anteprima assoluta, incredibile per il carattere già setoso della trama tannica ben integrata agli altri elementi. Se queste sono le premesse nel 2026 quando uscirà in commercio ne vedremo davvero delle belle.