Già condividere una degustazione con gli amici di Vinodabere.it è una esperienza. Se poi alla squadra si aggiunge Pino Perrone con la sua immensa cultura in materia di distillati – e in particolar modo di Whisky – allora il pomeriggio diventa “di quelli che…”
Finito un “giro” di una sessantina di vini sardi, Pino si assenta per un momento e ritorna con una bottiglia di Whisky. Una bottiglia custodita gelosamente. Una bottiglia che potremmo – musicalmente parlando – definire un “bootleg” in quanto imbottigliata per il Roma Whisky Festival 2020, l’edizione poi annullata causa covid.
Pino l’avevo già avuto come docente durante una serata AIS, e già allora riuscì ad affascinarmi, parlando di Lagavulin, con quel suo sapere profondo, moderato e affascinante da persona apparentemente normale. Wikipedia non è nulla al suo confronto. Di un distillato può raccontarti ogni cosa, così come di ogni tecnica, usanza, tendenza o brand.
60 bottiglie, provenienti dalla parcellizzazione della botte di un privato.
24 anni, uno dei più vecchi imbottigliamenti dell’Arran. Una età più che apprezzabile per un Whisky di questa distilleria.
Ogni Whisky ha una nota predominante. Quella dell’Arran è la mela rossa, ma io personalmente ho trovato nel mio bicchiere una profondità infinita e una complessità che mi è rimasta in memoria (e in bocca) per lungo tempo.
Ecco il video in cui Pino descrive questo meraviglioso whisky:
Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso un mondo fatto di idee più stimolanti che spaziano dal teatro all'agricoltura con progetti dedicati all'economia circolare. Appassionato di comunicazione, attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018, writer per passione. Videomaker, ma sempre per passione. Fondatore di Bordolese.it e Wining.it
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