Durante le recenti Anteprime di Toscana ho avuto il piacere di partecipare all’evento organizzato dalla famiglia Bagnoli tramite l’agenzia di comunicazione Gheusis. Eleganza e praticità sono state le qualità incontestabili dell’incontro: eleganza da parte della padrona di casa Paola Bagnoli e del cugino Lorenzo che ci hanno accolto nella splendida maison con vista sull’Arno.
Praticità per aver consentito ai presenti l’assaggio dei prodotti aziendali con un pranzo rapido al fine di poter tornare presto ai tavoli di assaggio. La zona di nostro interesse è quella di Montespertoli, con terreni fluviali di medio impasto ricchi di alberese.
Paola Bagnoli
Una degustazione inserita nell’ambito dell’opera di valorizzazione dell’intero areale, che vedrà a breve la presentazione di un’associazione dei viticoltori del territorio. Paola si occupa delle questioni prettamente commerciali di rappresentanza, dopo che nel 2013 è stata il motore del recupero aziendale, mentre Lorenzo è il factotum della cantina e dei 20 ettari della tenuta, coadiuvato dall’enologo Gabriele Gadenz, allievo di Maurizio Castelli.
Lorenzo Bagnoli
Apprezzabile la volontà di mettersi in discussione agli occhi ed ai palati della critica di settore: andando oltre gli apprezzamenti di rito, il nostro compito resta sempre quello di giudicare il vino versato nel calice senza condizionamenti di sorta. Non meravigliatevi, pertanto, se in una zona di rossi la mia attenzione sia virata verso le bollicine Metodo Classico da Sangiovese in purezza e verso un Trebbiano completamente fuori dagli schemi.
Il Rubedo Metodo Classico Pas Dosé è tra i migliori prodotti di categoria degustati finora in Toscana. Colpisce all’olfatto per delicate nuance di bosco, una solida freschezza di bocca da ribes rosso e ciliegia matura. Corpo sinuoso, privo di sensazioni ostiche nel finale di sorso che sarebbero comunque tipiche del varietale. Se la cava bene anche nella fascia prezzo prevista in cantina a circa 20 euro. Per il momento siamo a 36 mesi di sosta sur lie, anche se Paola e Lorenzo hanno studiato l’uscita di un 60 mesi che desterà la curiosità di parecchi.
Il Trebbiano Canta Grillo 2019 segue un metodo innovativo nella zona, con taglio del tralcio e parziale sovramaturazione dei grappoli in pianta, quasi come una sorta di vendemmia tardiva. Metà del raccolto viene vinificato in acciaio e metà in botti di acacia per poi proseguire l’affinamento per altri 3 anni prima dell’imbottigliamento. Possente struttura tra note tropicali ed erbe mediterranee. Conserva una gradevole freschezza al palato nonostante l’annata particolarmente siccitosa.
Tra i rossi vogliamo segnalare l’IGT Toscana Il Leccino 2018 sempre monovarietale Sangiovese, dalla beva succosa e pronta, in gioco tra arancia sanguinella ed amarena matura. Riposa 16 mesi in botti grandi di Slavonia che armonizzano i tannini, pur comprimendo leggermente gli intriganti effluvi floreali da rosa rossa.
Tanto impegno e la voglia di comunicare Montespertoli sono un buon sentiero da seguire.