Il vino, anche il più pregevole, assume di certo un altro sapore quando lo si condivide con gli amici e le persone care. Lo apprezziamo, ancor più, proprio in questi giorni, costretti ad un doveroso quanto necessario isolamento domestico che, tuttavia, ci consente di riscoprire l’importanza ed il valore della quotidianità.
Per molti, infatti, faceva parte del quotidiano condividere con amici una cena ed una buona bottiglia, magari servita alla cieca, al fine di stimolare i commensali a far «sfoggio» di quella parte di memoria olfattiva e gustativa per riconoscere cosa “nascondeva” il calice. E così, aspettando che l’emergenza che stiamo vivendo finisca, abbiamo individuato due vini da tirar fuori dalla cantina per brindare al tanto agognato ritorno alla normalità.
Barbera d’Alba DOC Vigna Francia 2015 – Giacomo Conterno
Sulla famiglia Conterno forse c’è ben poco da aggiungere. Viticoltori storici di Monforte d’Alba – giunti ormai alla terza generazione – rappresentano un’azienda «leggendaria», espressione della più alta eccellenza enologica italiana, apprezzata in tutto il mondo per l’incredibile qualità delle etichette prodotte.
Dalla fine degli anni ottanta, al timone aziendale c’è Roberto Conterno che, seguendo le orme lasciate prima dal nonno Giacomo e poi dal padre Giovanni, ha concentrato la produzione sulle uve regine di questa invidiata porzione di territorio: Nebbiolo e Barbera.
Ed è proprio della Barbera d’Alba Vigna Francia 2015 che vi vogliamo parlare in attesa di poterla riapprezzare con gli amici quando questo incubo sarà terminato.
Decisa, territoriale ed avvolta da un velo di leggiadra eleganza, «Francia» nasce dall’omonimo vigneto particolarmente vocato, situato nei dintorni del comune di Serralunga d’Alba. Al naso regala intensi profumi di frutta rossa, spezie, note eteree su riverberi erbacei e minerali. Decisamente fresca al palato, sorprende per tannini setosi ed una persistenza incredibile.
Château Musar Red 2008 – Château Musar
Un vino ricco di fascino e dalla storia esaltante, da noi scelto proprio perché rappresenta l’incontro di culture e di popoli senza spazio né tempo, quasi a volerci ricordare che, uniti, si vince su tutto.
Cantina mitica quella di Château Musar, fondata nel 1930 dal francese Gaston Hochar ispirato dai suoi viaggi nella regione di Bordeaux. E’ una storia che affonda le radici nella culla della viticoltura, nella Bekaa Valley (o Beqaa Valley), per la precisione, le cui testimonianze di produzione vitivinicola ci riportano ai vini di quasi seimila anni fa. Siamo in Libano, a pochi chilometri da Beirut. Da quei viaggi Hochar aveva tratto una lungimirante convinzione. Aveva intuito, infatti, che in questa porzione di territorio le condizioni climatiche e dei terreni gli avrebbero permesso di produrre grandi vini.
E così è stato, ed oggi lo testimoniano la pregevolezza e la finezza delle etichette aziendali. Vini commercializzati alla fine di lunghi e significativi affinamenti, prodotti secondo una filosofia enologica «non interventista» ed ottenuti da uve provenienti da vigneti situati su terreni calcarei e ghiaiosi ad un’altitudine di circa 1000 metri s.l.m. . Cabernet Sauvignon, Carignan, Cinsault e Grenache le varietà allevate per la produzione dei rossi.
Il calice della 2008 – apprezzato in occasione di un blind tasting avvenuto qualche tempo fa, proprio con i nostri amici di bevute di sempre – affascina e destabilizza, dandoti però, sin da subito, la certezza di essere di fronte ad un grande vino. Al naso intense sensazioni di frutta, prugne, susine e datteri, contornate da accenni di pepe, tabacco e liquirizia. L’assaggio è appagante, con ancora una buona freschezza in evidenza, caratterizzato da una trama tannica presente ma mai invasiva. Sorprendente il finale di lunghissima persistenza.
“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” In queste parole la condivisione di una nostra passione e la voglia di comunicarla. Salvatore Del Vasto, laureato in Giurisprudenza e da sempre appassionato di vino, diventa prima sommelier, poi frequenta il Bibenda Executive Wine Master di Fis e poi consegue il diploma di Master presso l’Università di Tor Vergata in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”. Sabrina Signoretti, laureata in Scienze Politiche, coltiva la sua passione diventando sommelier del vino, assaggiatrice di oli di oliva vergini ed extra vergini e sommelier dell’olio extravergine di oliva dell’AISO. Una delle qualità nascoste, la spiccata attitudine per la fotografia.
Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia