Se n’e andato a 82 anni il mago di Case Basse. Per un tragico paradosso, un incidente fatale ha messo fine alla vita di Gianfranco Soldera proprio mentre la sua Montalcino – il luogo dove aveva piantato tende e vigne -. festeggiava con pubblico e stampa di tutto il mondo il debutto delle nuove annate dei suoi vini.
Quelli di Soldera (primo Brunello targato ’77 e uscito nel 1982 ) avevano segnato un punto di svolta e un complesso termine di paragone per tutto il territorio in cui lui, trevigiano di nascita, trapiantato a Milano dove svolgeva la sua attività di broker, era sbarcato con l’ambizione (mai mancatagli) di fare il Brunello migliore di tutti avvalendosi dell’aiuto dell’assaggiatore migliore di tutti, l’indimenticabile Giulio Gambelli.
Quotatissime e ricercatissime nella fascia più alta del mercato, le sue bottiglie avevano spesso fatto discutere e diviso la critica enologica italiana. Così, del resto, le scelte drastiche connaturate al suo carattere.
Una per tutte, la decisione di uscire dalla DOCG, e non produrre più dal 2006 Brunello, ma un IGT Toscana Rosso che sfoggiava con orgoglio solo il brand di casa e, inequivocabile, la sua firma.
Memorabili i suoi calendari di appuntamenti nelle edizioni eroiche di un Vinitaly che era allora il teatro in cui andava in scena la rimonta orgogliosa del vino italiano: mezzora a cranio, con ” prenotazioni” prese mesi prima. E tanti saluti per chi non accettava la regola.
Il mondo del vino ilcinese, italiano ed europeo perde un protagonista. Un solista, spesso ostinatamente fuori dal coro, ma dalla voce memorabile. Come il grande vino secondo la sua definizione: ” unico, raro, tipico, longevo, insostituibile“.