Sono fresco reduce da una trasferta altoatesina ricca, preziosa, stimolante e istruttiva. L’occasione nasceva dall’annuale appuntamento con le “Giornate del Pinot Nero” ad Egna e Montagna, ma ne ho approfittato anche per aggiornare le mie conoscenze sullo stato dell’arte del vino sudtirolese, grazie ai produttori che ho visitato in cantina, e per partecipare a un’interessante masterclass organizzata nell’ambito della manifestazione e dedicata ai Pinot Nero tedeschi della Valle dell’Ahr. Ma di questo parlerò in articoli successivi.
Qui mi preme focalizzare l’attenzione sul Concorso dei Pinot Nero italiani, che, come abbiamo già segnalato alcuni giorni fa (link), è stato vinto dalla cantina cooperativa di Cornaiano (Girlan) con la Riserva Trattmann. Al concorso, dedicato esclusivamente all’annata 2016, erano iscritti 93 vini, tra i quali la metà (46) provenienti dall’Alto Adige. Per il resto, la penisola era così rappresentata: 15 Trentino, 1 Veneto, 2 Val d’Aosta, 5 Piemonte, 9 Friuli V.G., 9 Lombardia, 1 Emilia Romagna, 3 Toscana, 1 Abruzzo, 1 Sicilia. La mia degustazione, avvenuta interamente alla cieca, ha confermato che il distacco dell’Alto Adige rispetto al resto d’Italia per questa tipologia è ancora nettissimo, anche se, come vedremo, qualche buona bottiglia tra le poche presenti dalle altre regioni sono riuscito a trovarla. Non è un caso che nel concorso di quest’anno solo due vini sui 26 arrivati in finale non fossero altoatesini (ma erano entrambi della provincia “cugina” di Trento…).
Fuori concorso c’erano altri trenta Pinot Nero provenienti da tutto il mondo. Sembrerà scontato dirlo, ma il mio palato ha avuto un sussulto quando sono arrivati i sei vini della Borgogna (tre in particolare, come vedremo). L’impressione rimane quella: nel suo terroir d’elezione il vitigno gioca proprio un’altra partita, dove all’eleganza e alla ricchezza di frutto e acidità dei “blauburgunder” di qui si aggiungono una complessità tannica e una potenza difficilmente riscontrabili altrove, neppure in altre zone vocate come l’Oregon.
Ma ecco i miei migliori assaggi inquadrati in tre “batterie”: la prima riguarda i vini dell’Alto Adige (tutti Alto Adige DOC), la seconda è la cinquina delle altre regioni italiane che mi ha convinto di più, la terza è dedicata al “resto del mondo” esclusa la Valle dell’Ahr, che sarà protagonista di un report successivo. Non indico i punteggi ma vi assicuro che le distanze, in particolare sui Blauburgunder, sono minime, e che anzi sono stato costretto ad escludere almeno un’altra decina di vini dell’Alto Adige che avrebbero meritato una citazione.
I MIEI MIGLIORI DIECI PINOT NERO 2016 DELL’ALTO ADIGE
Manincor – Pinot Nero Mason 2016 (Kaltern)
Martini & Sohn – Blauburgunder Palladium 2016 (Girlan)
Prackfolerhof – Blauburgunder Prackfol 2016 (Vols am Schlern)
Stachlburg – Blauburgunder 2016 (Partschins)
Weingut Pfitscher – Pinot Nero Riserva Matan 2016 (Montan)
Kellerei Tramin – Blauburgunder Riserva Maglen 2016 (Tramin)
Tiefenbrunner – Blauburgunder Riserva Linticlarus 2016 (Kurtatsch)
Kellerei Girlan – Pinot Noir Riserva Trattmann 2016 (Girlan)
Weingut Stroblhof – Blauburgunder Riserva 2016 (Eppan)
Ignaz Niedrist – Blauburgunder 2016 (Girlan)
I MIEI MIGLIORI CINQUE PINOT NERO 2016 DEL RESTO D’ITALIA
Az. Agr. Segni – Pinot Nero Langhe 2016 (Langhe Doc, Roddi – CN)
Elio Ottin – Pinot Nero L’Emerico 2016 (Vallée d’Aoste Dop, Aosta)
Rodaro Winery – Pinot Nero Romain 2016 (Friuli Colli Orientali Dop, Cividale del Friuli – UD)
Marchesi Pancrazi – Pinot Nero Villa di Bagnolo 2016 (Toscana Igt, Montemurlo – PO)
Murgo – Pinot Nero Fortuni 2016 (Terre Siciliane Igt, Santa Venerina – CT)
I MIEI MIGLIORI CINQUE PINOT NERO 2016 DEL RESTO DEL MONDO
Domaine Michel Gros – Vosne Romanée 2016 (Bourgogne – France)
Domaine Henri Gouges – Nuits Saint Georges 2016 (Bourgogne – France)
Domaine Dominique Roy-Jacquelin – Pommard 1er Cru 2016 (Bourgogne – France)
Chehalem – Pinot Noir 3 Vineyard 2016 (Oregon, Villamette Valley – USA)
McPherson Wines – Pinot Noir 2016 (Victoria, Yarra Valley – Australia)
Nato nel Luglio del 1969, formazione classica, astemio fino a 14 anni. Giornalista professionista dal 2001. Cronista e poi addetto stampa nei meandri dei palazzi del potere romano, non ha ancora trovato la scritta EXIT. Nel frattempo s’innamora di vini e cibi, ma solo quelli buoni. Scrive qua e là su internet, ha degustato per le guide Vini Buoni d’Italia edita dal Touring Club, Slow Wine edita da Slow Food, I Vini d’Italia dell’Espresso, fa parte dal 2018 della giuria del concorso Grenaches du Monde. Sogna spesso di vivere in Langa (o in Toscana) per essere più vicino agli “oggetti” dei suoi desideri. Ma soprattutto, prima o poi, tornerà in Francia e ci resterà parecchi mesi…
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