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Ovinforth: il pecorino erborinato sardo che sfida il Roquefort

Nella pittoresca Thiesi, situata nella zona nord-occidentale della Sardegna, sorge una tradizione casearia di altissima qualità, portata avanti dalla famiglia Fadda.

Questa famiglia di pastori ha dato vita all’Ovinforth, un formaggio pecorino erborinato che, seppur nato con l’intento di emulare il celebre Roquefort francese, si distingue per caratteristiche organolettiche uniche.

La qualità dell’Ovinforth è garantita non solo dall’attenzione minuziosa alla selezione degli ingredienti, ma anche dal profondo rispetto delle antiche tradizioni casearie della Sardegna, tramandate di generazione in generazione. Questo pregiato formaggio viene prodotto esclusivamente con latte di pecore allevate nei pascoli incontaminati dell’isola sarda, dove il clima e il terreno favoriscono una flora ricca e variegata. Le pecore si nutrono di erbe e piante aromatiche come alloro e mirto, conferendo al latte un sapore unico e distintivo, che si riflette nel prodotto finale donandogli un profumo e un gusto inconfondibili. Inoltre, l’assenza totale di ingredienti derivati da organismi geneticamente modificati è un ulteriore attestato della purezza e dell’autenticità dell’Ovinforth.

Questo impegno per la qualità e la tradizione garantisce un prodotto che non solo rispetta i rigorosi standard alimentari, ma che porta con sé anche un pezzo della cultura e della storia della Sardegna.

L’Ovinforth è ottenuto da latte ovino intero pastorizzato. A questo latte vengono aggiunti il caglio di agnello, selezionato con estrema cura, fermenti lattici scelti e il prezioso Penicillium roqueforti, che contribuisce a donare al formaggio le sue caratteristiche uniche.

La produzione dell’Ovinforth è un processo meticoloso che inizia proprio con l’inoculazione del Penicillium roqueforti nel latte. Questo passaggio fondamentale viene eseguito con grande cura e precisione, assicurando che ogni forma di formaggio riceva la giusta quantità di Penicillium. Dopo un mese di maturazione, durante il quale il formaggio inizia a sviluppare le sue caratteristiche uniche, viene perforato con lunghi aghi. Questo procedimento permette all’aria di entrare all’interno della forma, favorendo la formazione delle caratteristiche striature bluastre. Queste striature non solo aggiungono un tocco estetico, ma contribuiscono anche a sviluppare la consistenza scioglievole del formaggio.  Dopo una stagionatura di 60 giorni, l’Ovinforth sviluppa una pasta di colore bianco, arricchita da caratteristiche venature verdi e blu. Queste venature non solo conferiscono al formaggio un aspetto distintivo, ma contribuiscono anche a una consistenza morbida e a un aroma delicato che delizia i sensi. La crosta esterna, ruvida e di un bianco paglierino, racchiude un gusto che si distingue per la sua delicatezza, con un sapore che varia armoniosamente tra il dolce e il piccante. Il sapore non è mai eccessivo, ma sempre intrigante e stimolante per il palato, offrendo un’esperienza gustativa unica e raffinata.

L’assaggio

Il vero punto di forza dell’Ovinforth risiede nel suo profilo organolettico unico e complesso. All’inizio, il sapore è lattico, con una aromaticità che ricorda la panna fresca e invita a un secondo assaggio. Al palato, emergono note animali di lana di pecora, prolungate e piacevoli, che esplodono in una sinfonia di sapori equilibrati e ben orchestrati. Queste note animali sono perfettamente bilanciate dalle sensazioni erbacee di foraggio secco e dalle note di macchia mediterranea, che raccontano la ricchezza del territorio sardo. La consistenza del formaggio è morbida, quasi burrosa, e si scioglie facilmente in bocca, liberando un gusto armonioso che coniuga dolcezza e una leggera piccantezza.  Questa combinazione di sapori è arricchita da una sfumatura di astringenza che completa l’esperienza gustativa, rendendo l’Ovinforth un formaggio che non solo soddisfa, ma sorprende e incanta con ogni boccone.

Consigliamo di abbinarci uno dei vini dolci premiati nella Guida ai Migliori Vini della Sardegna (link) ed in particolare:

Vino da uve stramature Latinia 2019 – Cantina Santadi 99/100  (territorio/zona dei vigneti: Santadi) prezzo a scaffale enoteca 24 euro circa (bottiglia da 0,375 litri).

Una cornucopia di frutta candita, crème brûlée, croccante alle mandorle, panforte, pumpernickel e arancia in concentrato. Dolcezza eminente ma non stucchevole, animata dalla vena sapida e rinfrescata dalla giusta acidità al sorso, opulento e grasso, fitto di richiami al frutto candito e alle spezie dolci, caloroso e dinamico. Lunghissimo il finale con agrumi dolci, cardo, frutta da guscio e il sale a riaffacciarsi. In sintesi una vera e propria Standing Ovation.

L’Azienda: Cantina Santadi

Via Giacomo Tachis, 14 – 09010 Santadi

Tel. +39 0781950127

email: info@cantinadisantadi.it

Nata negli anni Sessanta del Novecento, è probabilmente la cantina sociale del Sulcis più importante da un punto di vista storico, con un ruolo pionieristico per la valorizzazione del Carignano in termini di qualità e potenziale commerciale. È qui che Giacomo Tachis creò nel 1984 il Terre Brune, uno degli ambasciatori del vino sardo nel mondo. Oggi la via a fianco della sede aziendale prende il nome del celebre enologo. I soci sono circa 200, il patrimonio vitato (Vermentino compreso) è di ben 600 ettari.

 

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Mi chiamo Emanuela, mi interesso del Mondo del cibo e del vino da sempre occupandomene a tutto tondo, dal punto di vista: - medico/scientifico: ho conseguito l’attestato all’abilitazione alla professione di dietista; - organolettico: sono sommelier classe 1993, maestra assaggiatrice onaf ed ho ottenuto l’attestato onav, umao, onas, aibes e iiac; - storico/goliardico: frequentando e visitando i luoghi del cibo, parlando con i protagonisti con chi produce, chi elabora, chi propone; - di divulgazione di “esperienze”: sono coautrice del libro “Le parole del formaggio - glossario enciclopedico per appassionati e curiosi”, collaborando con varie testate e blog: Vinodabere, Il talento di Roma (nel presente), scatti di gusto, aromarte, newsletter di avis e del circolo del tennis (nel passato), partecipando alle degustazioni per diverse guide con protagonista il vino, l’olio evo e il formaggio e facendo parte del panel di assaggio dell’ex “INRAN”; - lavorativo: ho lavorato, e lavoro, nel dinamico ambiente della ristorazione romana. Ho avuto modo di ricoprire diversi ruoli, incarichi e mansioni, esperienze che mi hanno permesso di conoscere l’andamento e lo svolgimento dello stesso direttamente sul campo.

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