Dalla famiglia Rallo, e più precisamente con Giacomo Rallo, coaudiuvato dalla moglie Gabriella, nasce nel 1983 Donnafugata. Dopo la scomparsa di Giacomo nel 2016, i figli Josè e Antonio hanno preso in mano le redini dell’azienda.
Il nome Donnafugata oltre a far riferimento al romanzo di Tomasi di Lampedusa, il Gattopardo, è anche la rappresentazione simbolica della scelta fatta da Gabriella Rallo, che abbandona il suo lavoro di insegnante per occuparsi a tempo pieno dei vigneti di Contessa Entellina.
Il nome il cui significato è “donna in fuga” e il logo aziendale, l’immagine della testa di donna con i capelli al vento che campeggia su ogni bottiglia, rappresentano appieno lo spirito di Gabriella, allora come oggi e sono l’emblema di un successo di caratura internazionale.
Da sempre ben disposti a valorizzare il territorio che li ospita considerandone i punti di forza e di debolezza, hanno sviluppato tecniche legate a sostenibilità, risparmio energetico e valorizzazione del terroir attraverso il recupero di quei simboli architettonici della Sicilia rurale oggi quasi completamente scomparsa.
Esempio ne è il Giardino pantesco che immerso tra le vigne di Khamma si erge con alti muri a secco, su pianta circolare, dove le dimensioni e i materiali di realizzazione (pietra lavica) creano un microclima ideale per coltivare e proteggere da vento e dalla siccità un arancio secolare, simbolo per eccellenza della Sicilia.
Ma torniamo alle vigne , ubicate in diverse parti della Sicilia a rappresentare realtà e vitigni cosi diversi, ma facenti parte di una cultura comune.
Così partendo dalla Tenuta di Contessa Entelina nel cuore occidentale della Sicilia, luogo di nascita dell’azienda, dalle cui vigne nasce ad uno dei vini simbolo dell’azienda Mille e una Notte, ci si sposta alla Tenuta di Pantelleria, l’isola che ha nella vite ad alberello pantesco un rappresentante del patrimonio mondiale dell’UNESCO e qui da viti di Zibibbo nasce un altro simbolo della viticoltura aziendale: il passito di Pantelleria Ben Rye. Continuiamo nel nostro viaggio virtuale, lasciamo l’isola baciata dal sole e dal vento per spostarci nella Tenuta di Vittoria nella parte sud-orientale, dove tra l’altopiano Ibleo e il mare trova vita la prima e unica DOCG della Sicilia: il Cerasuolo di Vittoria. Con un salto siamo ora nella Sicilia orientale più precisamente alle pendici della “Muntagna”, nella Tenuta dell’Etna, a ben 750 metri s.l.m, dove vigneti, in alcuni casi di 80 anni, allevati con il tradizionale alberello etneo, ubicati su terrazzamenti delimitati da muretti a secco in pietra lavica, danno vita a diverse interpretazioni dei vini simbolo di questa zona, l’Etna bianco e soprattutto l’Etna rosso.
Abbiamo avuto modo di assaggiare diversi vini dell’azienda in rappresentanza delle diverse realtà che la compongono e vogliam condividere le nostre impressioni.
Donnafugata Brut Bianco Ottantaquattro Mesi (Chardonnay e Pinot Nero)
Lungo affinamento , per questo metodo classico che fa di sapidità, agilità e freschezza i suoi cavalli di battaglia. Si presenta con note di pasticceria e crosta di pane a cui si accompagnano sentori di scorza di limone e agrumi, bello il finale leggermente sapido.
Donnafugata Brut Rosé 2016 Sicilia Doc Metodo Classico (Pinot Nero)
Uno spumante rosé di spessore in cui i tannini sono più che percettibili e dove le note di crosta di pane si uniscono a sentori di fragolina di bosco e accenni di pietra focaia. Una bella intensità di bolla, sostiene freschezza e ricchezza per terminare con una vena sapida molto persistente.
SurSur 2020 Grillo Sicilia Doc (Grillo)
Un vino che ha come obiettivo l’essere molto “facile” nella beva, caratterizzato da note di pompelmo, pesca e frutti tropicali. Un assaggio dove morbidezza, facilità di beva e piacevolezza, sono gli elementi principali.
Vigna di Gabri 2019 Sicilia Contessa Entellina Doc (Ansonica in blend con Lucido (Catarratto), Chardonnay, Sauvignon Blanc, Viognier)
Un profumo di pesca matura, seguito da note floreali ed erbacee, anticipa un sorso non del tutto coerente con l’olfazione primaria.
Lighea 2020 Zibibbo Sicilia Doc (Zibibbo)
Esercizio di antica fattura con uno dei vini bianchi aromatici siciliani, più apprezzati dai nativi. La vinificazione tipica esalta le note aromatiche, con profumi di zagara intervallate da note di agrumi. L’assaggio è caratterizzato da freschezza e rotondità, con un finale minerale intrigante. Per coloro i quali, hanno avuto la possibilità di assaggiare tanti anni fa un moscato di Alessandria di queste zone è un vero e proprio flashback.
Sul Vulcano 2020 Etna Bianco Doc (Carricante)
Prodotto usando i frutti del più promettente vitigno a bacca bianca dell’Etna, il Carricante, riesce a mantenere al suo interno un raffinato bouquet di fiori bianchi, corredato da una sapidità e freschezza al palato. Strutturato in centro bocca, lascia sentori di agrume e di pietra focaia in finire. Manifattura perfetta, è una delle migliori interpretazioni della denominazione.
Sul Vulcano 2020 Etna Rosato Doc (Nerello Mascalese)
Prodotto con poche ore (6-12) di contatto con le bucce del Nerello Mascalese, conserva i sentori floreali che si accompagnano a profumi di rosa e ciliegia. La freschezza e sapidità, elementi caratteristici del sorso dovuti al vitigno si accompagnano con la mineralità indotta dal terreno del vulcano, che gli conferisce struttura permettendogli di ampliarsi a centro bocca, mentre il finale è molto lungo, terminando su note di mandorla leggermente amara.
Floramundi 2019 Cerasuolo di Vittoria Docg (Nero d’Avola, Frappato)
Note di geranio lo caratterizzano sin dall’inizio, poi spezie dolci e frutti rossi ci accompagnano ad un sorso lungo ed elegante, ben sorretto da un tannino un pochino verde, che si fa notare senza mai esagerare. Riesce ad esprimersi bene a centro bocca con una buona “spalla” e con un’ottima persistenza.
Bell’Assai 2019 Frappato di Vittoria Doc (Frappato)
Una bellissima espressione del Frappato, con note di more, mirtilli, spezie che si accostano con eleganza a profumi di violetta e rosa. Fresco, elegante è sorretto da un tannino vellutato che ci accompagna in una chiusura su note di ciliegia. Queste note eleganti ne rendo abbastanza agile la beva.
Dea Vulcano Etna Rosso Doc 2018 (Nerello Mascalese ed una piccola percentuale di Nerello Cappuccio)
Note di fragolina e violetta ci anticipano un sorso elegante dove tannini evidenti ma garbati, ci conducono in un finale su note di vaniglia e spezie. Sul finire notiamo sentori di grafite e mineralità, molto probabilmente da imputare al terroir vulcanico.
Fragore 2017 Etna Rosso Doc Contrada Montelaguardia (Nerello Mascalese)
Proveniente da vigneti posti nella parte del Vulcano (la contrada è vicino Randazzo), è ben rappresentato dal nome di fantasia scelto. Si fa notare sin dall’inizio all’attacco per le note di ribes e more, che si accompagnano a tabacco e spezie dolci. L’assaggio è caratterizzato da un bilanciamento eccelso tra freschezza ed eleganza, con un tannino a trama fine, che ci accompagna in un finale interminabile.
Etna Rosso Doc Contrada Marchesa 2017 (Nerello Mascalese)
Anche qui la zona di produzione è una contrada limitrofa al comune di Randazzo, nella parte nord del vulcano. I sentori di frutti rossi si accompagnano a note speziate e balsamiche, freschezza e struttura ne caratterizzano l’assaggio, un tannino vibrante ci accompagna in un finale leggermente amaricante. Allo stesso livello di fascia di prezzo elevato del precedente, anche se nel derby interno soffre l’ eccelsa prestazione del concorrente.
Mille e Una Notte 2017 Sicilia Doc (Nero d’Avola, Petit Verdot, Syrah e altre uve)
Un’annata molto calda ha influito sulla produzione di questa storica etichetta aziendale, che speriamo di poter riassaggiare in futuro.
Mille e Una Notte 2011 Sicilia Doc (Nero d’Avola, Petit Verdot, Syrah e altre uve).
Abbiamo deciso di integrare la nostra degustazione con una annata più vecchia, proveniente dalla nostra cantina.
Siamo rimasti estasiati dalla 2011, che risulta essere capace di esprimersi al meglio ancora per tanti anni a venire. Oggi ci inebria con note di cioccolato, tabacco , frutti rossi e balsamici, per poi mostrarsi in una veste elegante e ricca accompagnata da un tannino levigato e armonico. Un vino che esprime appieno la fama che si è creato nel tempo.
Sherazade 2019 Nero d’Avola Sicilia Doc (Nero d’Avola)
Una bella interpretazione di uno dei vitigni tipici della Sicilia, dove sentori di susina e ciliegia si accostano a note speziate e balsamiche. Un sorso improntato su agilità e facilità della beva diventa la caratteristica principale , in cui finire la bottiglia è una missione fin troppo facile. Sicuramente un ottimo rapporto qualità-prezzo-
Ben Ryé 2018 Passito di Pantelleria Doc (Zibibbo)
Un’annata particolarmente felice per questo passito che si esprime ai massimi livelli, in cui ritroviamo i marcatori che lo hanno reso familiare anche a chi come noi, in passato lo ha ripetutamente premiato nelle guide dei vini, nelle annate migliori. Uva passa, albicocca e scorze d’arancia candita lo caratterizzano al primo approccio. Al palato una straordinaria freschezza si bilancia alla caratteristica dolcezza. Al tipico gusto dello Zibibbo appassito, si aggiungono innumerevoli altre sensazioni fruttate , di erbe aromatiche e miele. La sua complessità è arricchita da note minerali e da una lunghissima persistenza. Nei sentori finali di macchia mediterranea, un siciliano non può non riconoscere la propria terra.
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