Il Cagnulari è un vitigno autoctono della Sardegna, che individua una porzione dell’isola, quella della provincia di Sassari, dove trova il suo habitat ideale. Veniva e viene utilizzato tutt’oggi anche come uva da taglio in virtù delle proprie caratteristiche. Tannini vibranti, colore intenso, ne fanno il vitigno ideale per irrobustire altri vini che possano essere carenti di queste caratteristiche. L’unica DOC che prevede il monovarietale Cagnulari è Alghero DOC, ma il territorio più vocato in assoluto è sicuramente Usini (paese noto tra l’altro per il carciofo spinoso). A dispetto del fatto che questo vitigno è diventato famoso proprio in questo paese già negli anni ’70 grazie a Billia Cherchi (scomparso da un paio di settimane) qui è possibile realizzare solo vini IGT con questa varietà. Ed è proprio tra le aziende di Usini che troviamo Vitivinicola Chessa. Giovanna Chessa, titolare dell’azienda, così si esprime su questo vitigno:
“Il Cagnulari è il vitigno principe di Usini. Non tanto per estensione quanto perchè è uno dei vitigni storici che stavano andando perduti e che sono stati recuperati e valorizzati, ottenendo grandi vini.”
Usini è anche nota per una particolare varietà di Vermentino che dà luogo a grandi vini, tra l’altro molto longevi, e il Vermentino di Sardegna Mattariga 2017 della Vitivinicola Chessa ne è stato un esempio al punto di essere premiato nella prima edizione (ora siamo alla terza) della Guida ai Migliori Vini della Sardegna di Vinodabere (link).
Ma torniamo al Cagnulari.
Abbiamo avuto modo di assaggiare recentemente il Cagnulari I. G. T. Isola dei Nuraghi 2015 della Vitivinicola Chessa. Proveniente da vigneti a 250 metri s.l.m. su terreni calcarei, viene realizzato con vinificazione ed affinamento esclusivamente in acciaio. Un vino che mostra un grande carattere con note di frutti rossi, spezie e macchia mediterranea. Il sorso è fresco, dinamico, con tannino vibrante ma di qualità. Il lungo finale porta a ricordi di corbezzolo e carruba. Un assaggio difficile da dimenticare.