Ci sono vini che hanno la capacità di catturarti sin da subito. Li versi nel calice e già senti quei piccoli profumi, di così spiccata intensità e quei richiami territoriali che ti fanno immediatamente capire che è proprio valsa la pena attendere un po’ di anni prima dell’apertura.
Il Ruje 2005 di Benjamin Zidarich è di certo uno di questi. Un assemblaggio di Merlot e Terrano, provenienti dai vigneti in Duino Aurisina, Località Prepotto, in provincia di Trieste, posti ad un’altitudine compresa tra i 260-280 metri s.l.m. .
Siamo nel cuore del Carso triestino, territorio unico per la sua natura e la sua storia. Un luogo magico, contraddistinto da una strettoia fra il mare ed i monti dove il terreno roccioso, coperto di terra rossa arida, riesce a donare vini ineguagliabili.
Le uve, vendemmiate manualmente in piccole cassette, fermentate con lieviti autoctoni, vengono fatte macerare sulle bucce in tini aperti con più follature giornaliere e nessun controllo di temperatura. La malolattica avviene in botti grandi di rovere cui segue un affinamento in legno di diverse dimensioni per tre anni ed uno ulteriore in bottiglia dove il vino viene posto senza filtratura né stabilizzazione.
Il tutto condito dalla mano sapiente di Benjamin, capace di preservare la personalità dell’autoctono Terrano in un perfetto connubio con il Merlot.
Eravamo già rimasti colpiti dalla grande passione di Benjamin Zidarich, dalla sua filosofia e dalla sua autentica capacità di leggere il territorio secondo una viticoltura fortemente ispirata ai principi di sostenibilità ambientale, dopo una visita di qualche anno fa di cui ancora conserviamo il piacevole ricordo. In quell’occasione rimanemmo sorpresi dalla cantina, opera del progettista arch. Paolo Meng, costruita con risorse locali ed inaugurata nel luglio del 2009 dopo circa otto anni di lavoro. Interamente scavata nella roccia fino alla profondità di 20 metri, la cantina si sviluppa complessivamente su cinque piani. Un vero e proprio mondo sotterraneo in cui ha origine e fine l’intero ciclo produttivo vitivinicolo dell’azienda e dove anche la forza di gravità diviene protagonista in alcune fasi di lavorazione.
Allora con Benjamin degustammo gran parte delle sue etichette ma non il Ruje, prodotto in pochi esemplari, promettendoci che, comunque, sarebbe stato solo questione di tempo.
Ed eccolo nel calice nella sua veste rosso rubino, di moderata concentrazione. Superbo ed allo stesso tempo elegante, si impone per l’intensità aromatica cadenzata in note di frutti rossi, richiami minerali e cenni speziati. Basta aspettare qualche minuto per scoprire, inoltre, sentori di tartufo, caffè, humus ed echi balsamici. In bocca è equilibrato, armonico, delicatamente morbido e dal tannino perfettamente integrato. Appagante la progressione fresco-sapida che conduce ad un finale davvero lungo.
Un vino figlio di una filosofia che non concede niente alla chimica e che spinge ad intervenire il meno possibile sull’equilibrio fisiologico della pianta.
Ci ricordiamo delle parole di Benjamin e di quelli che lui definisce gli elementi essenziali delle sue etichette: sole, uva bianca, uva rossa, mare, terra rossa, pietra e pioggia. Convinzione talmente radicata da rappresentarli su una tela esposta in cantina.
Ecco allora svelato il perché, nell’immagine di copertina abbiamo associato il Ruje al gazometro, il «colosseo moderno» simbolo del quartiere Ostiense di Roma, esempio importante di archeologia industriale. Nonostante sia nato per tutt’altro scopo, le sue linee minimali richiamano il design e l’arte contemporanea che ha la capacità di mimetizzarsi con il nuovo e dialogare con l’antico. Proprio come a noi appare il Ruje, espressione di antiche tradizioni rispettose della natura e del territorio, ma perfettamente capace di interpretare in chiave moderna una spiccata eleganza gustativa.
Azienda Agricola Zidarich
Loc. Prepotto, 23
Duino Aurisina, Trieste – ITALIA
telefono: +39 040 201223
E-mail: info@zidarich.it
www.zidarich.it
“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” In queste parole la condivisione di una nostra passione e la voglia di comunicarla. Salvatore Del Vasto, laureato in Giurisprudenza e da sempre appassionato di vino, diventa prima sommelier, poi frequenta il Bibenda Executive Wine Master di Fis e poi consegue il diploma di Master presso l’Università di Tor Vergata in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”. Sabrina Signoretti, laureata in Scienze Politiche, coltiva la sua passione diventando sommelier del vino, assaggiatrice di oli di oliva vergini ed extra vergini e sommelier dell’olio extravergine di oliva dell’AISO. Una delle qualità nascoste, la spiccata attitudine per la fotografia.
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