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Dopo la verticale e l’orizzontale ecco la degustazione diagonale – VINODABERE – Esperienze nel mondo del vino, della gastronomia e della ristorazione
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Basilicata

Dopo la verticale e l’orizzontale ecco la degustazione diagonale

Siamo ormai abituati quasi ad ogni tipo di degustazione: dalle classiche “orizzontali” e “verticali” fino agli eventi di abbinamento (secondo me forzosi e forzati) del vino all’arte, alla musica, al cinema, al teatro.

Non è invece frequente imbattersi in una degustazione “diagonale”. Cosa vuol dire? – vi starete chiedendo.

Per spiegarlo devo tornare indietro di qualche mese. Siamo ad inizio settembre 2018 e ricevo una telefonata da Antonio Cascarano dell’azienda Camerlengo: “Caro Maurizio, sto organizzando una specie di orizzontale per il 21 settembre, e devi senz’altro partecipare perchè dobbiamo poi ripetere ogni anno questo evento per un gruppo ristretto di persone stimate che in amicizia possano incontrarsi per discutere in libertà dei miei vini”

La mia risposta è immediata: “Antonio, conosco bene i tuoi vini, li ho assaggiati già più volte”.

Ma Antonio subito replica: ” Ma non è una orizzontale normale, proveremo lo stesso vino in bottiglie di formati diversi, dalla 0,75 litri fino alla 6 litri”. Ed allora immediatamente ribatto: ” Allora non è un’orizzontale è una diagonale

Ed Antonio: “Ah ecco, chiamiamola così, diagonale”.

Per una serie di motivi l’evento è stato prorogato al 21 dicembre scorso.

Ci siamo riuniti a Rapolla, nel Vulture, nel soppalco della cantina Camerlengo intorno ad un tavolo rotondo presieduto da Antonio Cascarano seduto su un vero e proprio trono.

Abbiamo assaggiato prima l’annata 2006 e poi la 2007 nei quattro formati: 0,75 litri, 1,5 litri (magnum), 3 litri (doppia magnum o jeroboam) e poi 6 litri (mathusalem).

Ora al di là del piacere di stare tutti insieme con persone simpatiche ed in gamba come Tonia Papagno, Enzo Scivetti, Antonio Tomacelli, Giuseppe Barretta, Pasquale Porcelli, Nicola Campanile, Rocco Catalano, Gina ed Antonio Cascarano può essere interessante evidenziare alcuni aspetti.

La d”iagonale” di Camerlengo

In teoria più grande è il formato più il vino contenuto dovrebbe evolvere meglio nel tempo. In realtà potrebbe non essere così perchè mentre per le bottiglie da 0,75 e da 1,5 litri (magnum), data la grande produzione, si è raggiunto uno standard affidabile per il vetro e per la misura dei tappi da utilizzare, così non è per i formati più grandi, che rappresentano un numero di bottiglie molto esiguo nel mondo.

Antonio Cascarano a sinistra

Ed allora sono pronto a darvi le mie personali impressioni sulla degustazione:

Aglianico del Vulture Camerlengo 2006

bottiglia 0,75 litri: sapido, teso, succoso, mette in rilievo materia, profondità e un piacevole finale iodato. 90/100

bottiglia 1,5 litri: le sensazioni della 0,75 sono amplificate, con la succosità in grande rilievo. 92/100

bottiglia 3 litri: in evidenza struttura ed eleganza, con allungo speziato e ricordi di macchia mediterranea. Capolavoro. 94/100

bottiglia 6 litri: la seconda bottiglia aperta (la prima aveva dei problemi) mette in risalto succo, spezia ed una grande lunghezza balsamica. 91/100

 

Aglianico del Vulture Camerlengo 2007

L’annata 2007 (forse perchè climaticamente più calda) risulta, a mia opinione, meno convincente della 2006.

bottiglia 0,75 litri : una bottiglia non particolarmente convincente con alcol e maturità del frutto in evidenza. 84/100

bottiglia 1,5 litri: nonostante struttura e lunghezza gustativa, in evidenza troviamo una tendenza amara. Il finale è speziato e con ricordi di china. 86/100

bottiglia 3 litri: materia e complessità si accompagnano a freschezza, sapidità ed eleganza. Chiude con toni minerali e fruttati. 90/100

bottiglia 6 litri: è il più convincente di questa “diagonale” con polpa e carattere in grande evidenza, senza trascurare integrità del frutto e buona bevibilità, 92/100

 

Ringraziamo Antonio Cascarano per questa divertente ed interessante esperienza.

 

Arrivederci dunque per la nuova diagonale di Camerlengo al 21 dicembre 2019.

 

 

 

 

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Scritto da

Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice in diversi concorsi internazionali, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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