Vedendo la puntata del 10 gennaio di Meraviglie – la Penisola dei tesori, ci è venuto alla mente una celebre frase del film Frankenstein Junior (1974) di Mel Brooks : “Si può fare”:
Ebbene si, si può fare, si può parlare di vigne, di vino, di cantina, di storia della viticoltura, creando interesse, senza mai diventare banali o essere eccessivamente cerimoniosi verso quella o qull’altra cantina.
Per far questo ci voleva l’abilità di Alberto Angela e di tutto lo staff (le riprese sono straordinarie) di Meraviglie – la Penisola dei tesori.
La puntata del 10 gennaio hamesso in risalto, rivalutandole. le capacità di fare informazione del servizio pubblico, facendoci apprezzare la bellezza delle Langhe e della loro storia più antica (epoca di Cavour) e la più recente raccontata a modo suo dal cantante Paolo Conte:
” Restiamo ancorati al vino perchè sia dalla parte di qua delle Langhe, sia dalle mie parti, quelle del Monferrato, il vino ha sempre cantato, ed ha sempre un po’ forgiato le personalità degli abitanti. Se vogliamo essere più raffinati potrei dire che è anche una questione di profumi, perchè per esempio dalla parte qui della Langa, in qualche rara giornata si può addirittura sentire il profumo del mare. Dalle parti nostre invece chi comanda come profumi è il fieno, il fieno che ti fa anche andare lontano con i pensieri e ti tiene anche ancorato qui. Bisognerebbe chiedere a un contadino di quelli che hanno abitato continuamente nello stesso posto, che cosa ne pensa. Qui nelle Langhe sono stati bravissimi a farne una leggenda. Io da vecchio bevitore se posso mi concederei anche un pochino di polemica sui tempi di oggi, perchè se noi sentiamo quello che ci raccontano i taste-vin di oggi, che hanno fatto i corsi e ci sanno dire qualunque percezione…..però sono giovani e non hanno potuto bere i vini che abbiamo bevuto noi sia nell’astigiano che nelle Langhe a quei tempi.Ogni collina aveva il suo gusto ed il suo profumo essendo le patrie storiche delle Barbere. Qui siamo tutti figli di vini cosiddetti nobili e lo sono perchè il Nebbiolo è il padre di tutti i vini importanti (compresi Gattinara e Ghemme). Il Nebbiolo è proprio il re.”
Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice in diversi concorsi internazionali, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.
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