A volte si cammina senza una meta precisa, presi dalla curiosità di conoscere posti, usanze, tradizioni. Così è per il vastissimo mondo del vino, che fa consumare le nostre scarpe alla ricerca continua di una emozione, trasmessa dal racconto di una storia.
Quella di Villa Patrizia e di Alessio Casamatta è il primo episodio di una nuova rubrica che ci condurrà nel tempo a conoscere più approfonditamente le aziende della Maremma, comprese tra quel lembo di mare circoscritto tra Capalbio e gli inizi del territorio di Bolgheri, ancora misterioso ed in continua espansione.
L’azienda fiorisce nel confine che lega le Denominazioni Scansano e Montecucco, per esattezza a Cana (GR), lungo la strada per Roccalbegna.
Nonno Romeo crea il suo sogno nel lontano 1968, amando ricordare le fatiche dell’essere partito da sottozero, quando nessuno nella zona credeva alla coltivazione della vite. Nel 1980, altro passo importante, inizia l’imbottigliamento del vino e negli anni novanta arriva l’ingresso attivo in società della figlia Patrizia e di zio Maurizio esperto della gestione dei vigneti.
Ora tocca alla terza generazione seguire le orme dei padri fondatori, con il giovane Alessio laureato in Agronomia, disciplina essenziale per comprendere appieno la natura dei suoli morfologicamente molto diversi da parcella a parcella. Presenza di galestro nella parte alta della tenuta, mescolato a sabbie e argille dense e ricche di scheletro per vini complessi e di carattere, frutto anche delle ridotte rese per ettaro e del clima collinare perfetto nel creare un giusto equilibrio.
Sperimentazione continua, utilizzando diverse tipologie di uve; conservazione del patrimonio genetico tramite antichi ceppi di Malvasia e Procanico produttivi dal 1974 e recupero dei vecchi impianti di Ciliegiolo provenienti da Cupi e reinnestati nel 2008 per rinnovare l’etichetta dell’Albatraia già prodotta dal ’95 al ’98. Infine una vasta cantina storica per dare lustro e memoria alle annate vintage più importanti.
Il tutto condito da un forte senso dell’ospitalità espressa da tutta la famiglia che fa sentire le persone a proprio agio, quasi come ad un convivio tra amici.
Gli assaggi sono stati numerosi, seguendo l’intera linea in commercio; alcuni più entusiasmanti, altri meno verranno comunque menzionati in toto per creare un quadro esaustivo delle potenzialità aziendali, salvaguardando al contempo la nostra consueta “imparzialità degustativa” scevra da qualsiasi condizionamento.
Cominciamo dunque dallo SCIAMARETI 2018 IGT Toscana Bianco: siamo vicini ormai al suo trentennale (dal 1989) per questa storica etichetta che sa di magia. Malvasia Bianca, Procanico ed una piccola percentuale di Sauvignon Blanc allevato ad insolite altitudini e climi. Note aromatiche intense di buccia di cedro, lime, fiori di acacia, camomilla essiccata e sottofondo da salvia e basilico. Temendo il vecchio detto di nonno Romeo “ogni salto un manco”, si evita il più possibile ogni stress utilizzando pressature soffici ed evitando travasi per mezzo di un micro ossigenatore. Non diamo voti non essendo un concorso, ma fidatevi è stato di gran lunga il mio preferito. Con un aggettivo potremmo definirlo sinfonico.
HELIOS 2018 IGT Toscana Rosato: dedicato al figlio di Alessio, questo rosato di Sangiovese in purezza dal color cerasuolo esprime tutta la sua potenza fatta di frutta rossa (fragole e marasche) e di una classica vena amaricante al palato data dalla tecnica del salasso. Sapidità finale ben accentuata. L’insolito.
LEREMO 2017 DOC Montecucco Rosso: un po’ di fatica al naso, per accenni di riduzione, resta in seguito ancora abbastanza chiuso su bouquet floreale e di ciliegie mature. Blend tra Sangiovese e Merlot (presente al 35%), convince maggiormente al gusto per freschezza agrumata. Buon rapporto qualità prezzo. L’Ermetico.
LORNETA 2018 DOCG Morellino di Scansano: Sangiovese tout court, dalla facile beva, ricco di frutta rossa ancora croccante e spezie scure. Molto gradevole. Il classico.
LE VALENTANE 2015 DOCG Morellino di Scansano Riserva: tonneaux per circa 1.300 bottiglie totali. Estrema finezza anche se non sembra legato a doppio filo col territorio, quanto meno nel confronto con gli altri. Persistente e fruttato degustato alla cieca ti fa viaggiare lontano. L’istrionico.
ALBATRAIA 2017 DOC Maremma Toscana: saliamo di livello (e di aggettivi) per il revival del Ciliegiolo, affinato per metà in vasche d’acciaio e l’altra parte in botti di rovere per dodici mesi. Densità materica, sin dal colore rubino profondo. Effluvi intriganti di more selvatiche, amarene, polvere di cacao e petali di giaggioli. Sorso succoso dalla perfetta coerenza. Per il suo prepotente ritorno sulle scene (e sulle nostre tavole) possiamo intitolarlo come l’opera di Samuel Beckett dal titolo Aspettando Godot.
ISTRICO 2015 DOCG Montecucco Sangiovese: riflessi granati trasparenti, lo abbiamo posto al confronto con l’annata 2016 in anteprima, decisamente meno pronta ma dalle maggiori potenzialità. Il vino è in perfetta armonia, evidenziando tutte le note tipiche del Sangiovese, dalla ciliegia alla balsamicità fino ad un richiamo carnaceo marchio di fabbrica delle “evoluzioni toscane”. L’elefante e la farfalla della canzone di Zarrillo.
ORTO DI BOCCIO 2014 IGT Toscana Rosso: Combinazione tra Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon (in rapporto 75/20/5). Si sente la mano esperta di Luca D’Attoma, consulente enologico e profondo conoscitore degli “internazionali”. Note boisè delicate, date dal passaggio in legno ben dosato e dal gusto appagante mix tra fiori violacei e frutta scura matura. La Camera con vista di E. M. Forster.
4-20 IGT Toscana Merlot: “quatre vingt” ovvero il numero 80 in francese, come le candeline spente dal nonno di Alessio, per un Merlot purissimo, da ribes nero, mirtilli, humus e pirazine. Bocca piena, incisiva e decisiva, talmente lungo che dopo un giorno aperto era ancora lì presente e vivace più che mai. E che tannini di ottima fattura! Il mio top assieme a Sciamareti ed Albatraia. Stella impazzita che danza, come la canzone dei mitici Pink Floyd Shine on you crazy diamond.
Al prossimo incontro.
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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