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Oltre il pop dei fiumi di assaggi: a Nepentes 2025 l’agricoltura è resistente

Nelle manifestazioni enologiche che coinvolgono un intero paese è possibile avvicinare davvero il visitatore alla scoperta del vino andando oltre il pop del fiume di assaggi, di masterclass talvolta ingessate o di presentazioni/convegni troppo spesso autoreferenziali? È possibile, come successo per Nepentes 2025 (https://vinodabere.it/nepentes-2025-domani-31-maggio-torna-lappuntamento-con-leccellenza-di-oliena/) tra le vie di Oliena, centro sardo di 6.500 abitanti, dove l’afflusso ha generato un indotto più che apprezzabile, facendo registrare il tutto esaurito nelle strutture ricettive del centro ai piedi del monte Corrasi e dei centri limitrofi.

Sì, ci sono stati i brindisi degli appassionati e soprattutto dei turisti (il 60 per cento delle 2 mila presenze con un gruppo in arrivo dal Cile). È stata rispettata la tradizione degli assaggi nelle cantine dei privati e i giovani hanno ballato sino a notte fonda. E sì, sono soddisfatti gli organizzatori che hanno elargito la sincerità di sorrisi ospitali, come quelli di Giovanna Congiu del Presidio turistico Galaveras, co-ideatrice dell’iniziativa e fierissima dei colori degli abiti tradizionali che i residenti hanno tirato fuori da cassapanche e armadi per prestarli alla mostra estiva che parla di cultura identitaria e bellezza.

Ma oltre a tutto questo sono stati realizzati momenti di approfondimento senza calca. D’obbligo segnalare un lavoro di creazione di reti in direzione di scopi comuni insieme a Confcommercio Nuoro-Ogliastra grazie alle degustazioni di Nepente all’interno di “Sapore e Longevità”, format itinerante per la valorizzazione agroalimentare. “Abbiamo dei prodotti eccellenti: l’obiettivo è quello di conoscerli sempre di più e sempre meglio”, spiega per l’associazione Alessandro Lutzu, che sottolinea: “La scelta fatta da Confcommercio è quella di collaborare con eventi già in essere, senza inventarcene un altro”. Evviva la saggezza che ottimizza risorse disponibili nel contesto individuato e non inciampa in manie di protagonismo solitario.

Le degustazioni sono state ben condotte dal sommelier Ivan Deriu che, con le giuste dosi di professionalità e informalità, ha piacevolmente accompagnato un pubblico variegato nel racconto delle riserve 2022 di Nepente di Oliena Cannonau di Sardegna Doc e nella storia delle tre aziende olianesi al banco: Cantina Sociale di Oliena, Giuliana Puligheddu e Iolei. Tre idee personali, con differenti lavorazioni, che delineano specifiche espressioni dei terreni calcarei della zona ma che mettono in comune potenza alcolica, buona sapidità e freschezza.

Il primo calice è di Corrasi, vanto della cantina fondata nel 1950. Il vino si presenta granato e con riflessi vivaci. Restituisce subito la rosa canina accanto alla marasca e al ribes, quindi una macchia mediterranea accarezzata da note vanigliate. Il tannino è elegante, una bella freschezza e una lunga persistenza. Successivamente sale decisa la nota della liquirizia e ci si concede a un altro sorso di finezza.

Il Cupanera di Giuliana Puligheddu riprende i toni del granato vivace. Il naso è subito accolto da frutti rossi già maturi e nella parte floreale si insinuano delicati sprazzi di macchia mediterranea. Emerge la parte minerale ed è piacevolissimo ed elegante nell’incontro tra freschezza e tannino maturo. La sua è una promessa di altra seduzione ancora.

L’ultimo assaggio vede protagonista Hospes, della cantina più recente tra le presenti, Iolei, nata nel 2015. Del suo bicchiere di frutta rossa matura, con note di macchia mediterranea e di vaniglia, colpisce il riuscito bilanciamento tra parti più dure e la morbidezza in chiusura.

Ogni produttore ha la propria filosofia, sono espressioni diverse e mondi da scoprire con calma, aveva evidenziato Ivan Deriu, ribadendo l’impegno di “far conoscere maggiormente quello che il territorio di Oliena può offrire”.

Oliena possiede adesso una più attenta vocazione all’enoturismo, palpabile soprattutto nelle esperienze in cantina proposte dalle nuove generazioni. “Nepentes oggi rappresenta un’occasione importantissima per trovare altri metodi per promuovere le aziende vitivinicole del nostro paese”, riferisce a Vinodabere l’assessora comunale all’Agricoltura e Politiche giovanili Pierantonia Congiu, che annuisce quando le si chiede se qui l’agricoltura è vissuta come resistenza.

Ognuno gioca la propria parte, anche l’Amministrazione: “Vogliamo valorizzare sia le aziende vitivinicole che le produzioni agricole di chi si dedica alla vigna non come lavoro principale. Questi vignaioli aiutano l’intera comunità in quanto coltivano aree più marginali che magari andrebbero incontro a un deleterio abbandono”. Assicura, in conclusione, che esistono nuovi potenziali giovani viticoltori: “Magari un po’ timorosi davanti all’avvio di un’attività, dalla partita Iva in poi. Però hanno molta passione sia per la viticoltura che per l’olivicoltura”.

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Giornalista professionista, sommelier e nomade alla continua esplorazione dei mondi enogastronomici per raccontare le donne e gli uomini che mettono l’eccellenza sulle nostre tavole.

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