La nuova cantina della famiglia Veronesi, arredata da Antonio Marras e con un panorama sul mare sardo, lavora su tre vitigni territoriali.
La cantina Podere Guardia Grande emerge dalla collina quasi con discrezione. Appare come un unico volume dalle linee razionali, anche se, oltre dieci metri sotto, cela altri due piani. I colori richiamano le tinte argillose di questo paesaggio della Sardegna nord-occidentale, appena fuori Alghero.
Si tratta del nuovo progetto vitivinicolo di Oniverse (anagramma di Veronesi, il gruppo ex Calzedonia che detiene anche Signorvino), inaugurato quasi un anno fa, un mese prima che la famiglia Veronesi – seguendo la sua più recente vocazione produttiva – acquisisse, come quarta cantina, l’azienda marchigiana Villa Bucci.
Quando si arriva al parcheggio, il primo biglietto da visita è il profumo dal giardino botanico con 80 specie endemiche su cui spicca l’elicriso. Lo spazio, firmato dalla studio isolano Casciu Rango – gli architetti che hanno disegnato anche la cantina Su’Entu in Marmilla –, è delimitato da un accogliente portico. Eccolo il primo dialogo tra spazi esterni e interni, mediato da ampie vetrate che favoriscono la vista su Porto Conte, Capo Caccia e il monte Doglia.
Ai piedi della collina si trovano le vigne costiere, tutte giovanissime, tranne sei filari di 40 anni da cui si produce un Vermentino Riserva in edizione limitata in 634 bottiglie. L’impegno è di una coltivazione di tre vitigni territoriali senza uso di diserbanti chimici. Una scelta di rispetto, ancora di più per la vicinanza con il parco di Porto Conte e l’area marina protetta di Capo Caccia.
La Riviera del Corallo è una zona a vocazione turistica. I wine lover italiani e stranieri giungono in cantina anche in camper o in bici. Quando entrano risulta d’impatto il colpo d’occhio sulla sala che ospita il wine bar, con allestimento e arredi del celebre stilista Antonio Marras, originario proprio di Alghero (un triennio fa il suo marchio è stato acquisito per l’80 per cento dal gruppo).
Scendendo lungo la scala a chiocciola, che costeggia una parete di quadri con ricami tradizionali del cucito femminile isolano, si accede al piano inferiore. Qui si insedia uno spazio multimediale per un racconto del territorio a fruizione immersiva. Due livelli sotto sono ubicati i locali di fermentazione e di affinamento delle uve, la barricaia e le salette per degustazioni private.
Tre le referenze per l’esperienza “Classic”, al costo di 35 euro: le ultime vendemmie di un Vermentino di Sardegna Doc (Saldenya), un Cannonau di Sardegna (Nascimento) e un Cagnulari (L’Alghè, quest’ultimo dai vigneti di Monte Pedrosu. a dieci chilometri dal sito). Optando per l’esperienza Premium, a 45 euro, si aggiunge il Cannonau di Sardegna Rosato (Alguasanta) mentre è solo in bottiglia, in ragione della limitata produzione, il Vermentino di Sardegna Riserva (Saldenya 85).
Giallo paglierino con riflessi verdolini, il Vermentino Riserva Saldenya 85 del 2023 è di bella beva e decisa mineralità. Tra le note fruttate primeggia il pompelmo. È sapido e fresco, molto persistente. Rosso rubino brillante per il Cannonau Nascimento 2023. Molto fruttato al naso con, in sottofondo, un floreale di rosa e viola. Una freschezza piuttosto spiccata e un tannino quasi inesistente. Elegante questo Cannonau di costa. Anche se la tendenza generale di questi tempi converge sul Vermentino, questa è la referenza che maggiormente intriga. Un naso decisamente più speziato il Cagnulari L’Alghé 2023, di un bel rosso rubino. Il sorso è strutturato ma fresco con chiusura sapida.
L’esperienza, della durata di un’ora e mezza, concede un ritmo lento nelle degustazioni. L’ambiente è più che piacevole e la musica ha il volume giusto. Soprattutto non lascia indifferenti la vista su Capocaccia, mentre il maestrale soffia e spande gli odori di mare e macchia mediterranea.
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