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Vite Colte in Barolo – Tre vini che incuriosiscono

Imboccando la salita che porta a Barolo, là dove lo sguardo inizia ad intravedere le nobili colline di La Morra, l’occhio è ad un tratto catturato da una grande struttura di metallo e vetro con un fondo rossastro che ricorda il colore delle case cantoniere. Continuando a salire, osservando meglio, notiamo un curatissimo prato verde che oltre a circondare completamente la struttura ne ricopre anche buona parte del tetto. È chiaramente una cantina, e di notevoli dimensioni, dalle forme studiate per essere perfettamente funzionale ed integrata nel paesaggio; la visita alla cooperativa Vite Colte inizia così.

Ad attenderci c’è il presidente, Piero Quadrumolo, signore affabile ed energico, che ha passato una vita a gestire grandi aziende del vino. Vite Colte è la cantina dedicata a vini di alta gamma che nasce come spin-off dal gigante Terre da Vino.

Dapprima solo un marchio, poi nel 2016, nell’ambito di un processo di rinnovamento generale, diventa un’azienda a sé stante, con una governance indipendente.

Oggi raccoglie più o meno 180 viticoltori per un totale di circa 300 ettari vitati, situati soprattutto nel comune di Barolo, dove si trova la sede principale, ma anche nel resto delle Langhe, nell’Astigiano e nel Monferrato.

Siamo un’organizzazione che raccoglie piccolissime realtà, dislocate in varie denominazioni un po’ in tutta la regione Piemonte”, mi racconta Quadrumolo. “Mediamente ognuna coltiva appena un paio d’ettari, gestendo in prima persona la vigna e portando avanti un patrimonio di tradizione e di conoscenza del vigneto che è preziosissimo. Con questo enorme capitale viticolo e culturale a disposizione, il vero problema per noi è stato convincere i soci a perseguire obiettivi di qualità senza compromessi. Abbiamo allora introdotto un nuovo sistema di pagamento: anziché pagare al quintale, paghiamo ad ettaro, assumendoci di fatto i rischi connessi ad una riduzione di produzione. Questo ci ha fatto fare il salto di qualità. Oggi possiamo affermare con orgoglio di praticare una “vitivinicoltura di precisione”, perché da ogni singolo vigneto vogliamo ottenere un ben determinato prodotto, con chiare caratteristiche qualitative. La cosa è stata agevolata anche dal fatto che l’età media dei soci sta fortunatamente scendendo, e con i giovani è più facile far passare certi concetti”.

Mentre mi racconta queste cose, Quadrumolo mi accompagna a fare un giro dello stabilimento di produzione, moderno, tecnologico, spettacolare, mi colpisce il percorso didattico, fatto di fotografie ed illustrazioni dell’artista romano Mauro Pallotta (noto per aver disegnato il Papa Superman), che racconta con linguaggio immediato e divertente tutto il percorso dell’uva, dalla potatura dei vigneti all’imbottigliamento.

Vocazione del territorio, cultura viticola dei soci conferitori, ricerca e conoscenza scientifica, sono gli ingredienti di un mix che ha portato i vini dell’azienda a raccogliere numerosi riconoscimenti, in Italia e all’estero.  Solo una parte delle proprietà dei soci viticoltori sono destinate al progetto cooperativo: i vigneti devono avere almeno 15 anni, essere lavorati in regime biologico o seguendo i princìpi della lotta integrata ed avere rese contenute con raccolte completamente manuali. Solo così si può perseguire l’obiettivo di qualità dichiarato.

Ho assaggiato una dozzina di etichette, provenienti da vitigni diversi in vari territori. Parlando di Barolo ho provato un paio di annate della Riserva “Essenze“, vino potente e di grande eleganza, ma non sfigura il classico “Paesi Tuoi“, bell’esempio di Barolo “accessibile”, tranquillamente sotto i 30 euro. Mi piace però segnalare il podio dei tre vini che mi hanno sorpreso di più, per motivi diversi.

Piemonte Doc Sauvignon “Tra Donne Sole” 2022
Il bianco che non ti aspetti. Sei nelle Langhe e cerchi altro. E invece ti trovi di fronte un vino di grande piacevolezza, divertente e centrato. Ha un profilo aromatico che strizza l’occhio al mercato, con un bel mix di parte pirazinica (erba fresca, peperoni, etc.) e di frutta tropicale. All’assaggio ha il pregio dell’equilibrio, attaccando dolce e fresco, come te lo aspetti, ma chiudendo con una bella salinità che lo rende molto interessante. Un vino che definirei “intelligente” (anche nel prezzo).

Piemonte Doc Moscato Passito “La Bella Estate”
Le tecniche di gestione del vigneto sono tese ad ottenere la massima sanità delle uve, condizione indispensabile per permettere di prolungare il processo di maturazione ed ottenere grandi concentrazioni zuccherine ed aromatiche. Un leggero sentore di muffa nobile si intreccia alle classiche note di albicocca, di miele, di papaya disidratata. La bevuta è appagante, gustosissima, con il necessario contrasto acido fondamentale per dare un senso al tutto.

Barbera d’Asti Docg Superiore “La luna e i falò” 2020
È sicuramente il vino simbolo dell’azienda, prodotto da oltre trent’anni. Il percorso di qualità è partito tutto da lì: per motivi di convenienza e posizionamento se vogliamo, visto che nella zona del Barbera d’Asti avevano soci importanti con vigneti di eccellenza, mentre nel Barolo, almeno dal punto di vista del prestigio e della riconoscibilità del marchio, avevano davanti tutti i nomi storici della denominazione. Da qui l’idea spontanea di fare un “superbarbera”. Centrato ed equilibrato, ha tutto il frutto e la verve acida che ti aspetti dalla tipologia. Un vino che ha il giusto grado di complessità per incuriosire il bevitore esigente, ma, allo stesso tempo, parla un linguaggio immediato e comprensibile anche al neofita. Il finale è morbido e fruttato, ma non stanca, anzi tira il sorso successivo con una bella naturalezza.

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Abruzzese, ingegnere per mestiere, critico enogastronomico per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri, con cui ancora collabora. Vino, distillati e turismo enogastronomico sono la sua specializzazione. Nel tempo libero (poco) prova a fare il piccolo editore, amministrando una società di portali di news e comunicazione molto seguiti in Abruzzo e a Roma. Ha collaborato per molti anni con guide nazionali del vino, seguendo soprattutto la regione Abruzzo (ma va?), e con testate enogastronomiche cartacee ed online. Organizza eventi e corsi sul vino...più spesso in Abruzzo (si vabbè...lo abbiamo capito!).

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