La Vinimilo 2021, ha dato anche spazio a dei convegni. Uno degli argomenti trattati durante uno di questi, è stata l’Identità territoriale dei vini nel mercato mondiale. “Quando si riesce a vendere il territorio, si riesce a vendere anche il vino”, così esordisce Giuseppe Di Silvestro, presidente C. I. A. (Confederazione Italiana Agricoltori) della Sicilia orientale. Ribadisce come le caratteristiche territoriali e le condizioni di coltivazione nella zona etnea, non siano fra le più favorevoli, il che rende la produzione più costosa rispetto ad altri areali, ma allo stesso tempo queste caratteristiche territoriali, sono motivo e di attrazione turistica e di dare valore ai prodotti. Graziano Scardino, Responsabile Settori produttivi C. I. A. Sicilia puntualizza come un sistema burocratico farraginoso e lento, ha rallentato notevolmente lo sviluppo della norma (che possa divenire definitiva al più presto) per il riconoscimento dei vigneti eroici e storici. Se a questo aggiungiamo che la storicità, racchiude e conserva in sé, una quantità di biodiversità fra le più grandi d’Europa, si arriva a quanto detto da Maurizio Lunetta direttore del Consorzio Etna D. O. C., per puntare e valorizzare, per porre la dovuta attenzione al fine di salvaguardare le varietà di vitigni meno conosciuti, che sono un valore aggiunto non solo per il territorio etneo, ma anche per quello regionale e nazionale, perché proprio la biodiversità è una delle carte vincenti per essere riconosciuti e dare quell’identità inequivocabile.
Andando a valutare realtà territoriali già consolidate, tramite Valentino Berni, produttore di vino Orcia D. O. C., si è evinto come nel territorio di Orcia l’agriturismo ha avuto una grande importanza per far fare un ulteriore salto di qualità ed ampliare l’indotto che vi è attorno al vino. L’esperienza più interessante e per certi versi nella quale si ha il percorso inverso è quella della Val di Cembra, in cui D. O. C. sta per Denominazione di Origine Cembrana e dalla quale successivamente ne hanno tratto giovamento i prodotti della Val di Cembra, fra di cui i vini. Il che significa che prima è stato denominato e valorizzato il territorio, per poi successivamente riportare la denominazione su quello che viene prodotto in Val di Cembra. Un valido esempio di come un territorio venga riportato sui prodotti, al fine di renderlo riconoscibile (tramite i prodotti) ed allo stesso tempo farne pubblicità (vedasi Trento D. O. C., grappa, vini bianchi e rossi). Il tutto è stato spiegato da Mara Lona, coordinatrice consorzio Cembrani D. O. C..
La parte conclusiva del dibattito è stata fatta da Luca Brunelli, presidente nazionale C. I. A. che ha sottolineato come la biodiversità agricola del territorio italiano deve essere tutelata, poiché riveste un valore unico e come i progetti ed i programmi debbano essere uniti e non disgiunti, al fine di ottenere il raggiungimento di determinati obiettivi. Uno dei principali argomenti sul quale bisognerà lavorare e trovare le dovute soluzioni ed alternative, sarà quello di diminuire (se non addirittura azzerare) la disparità fra costi e benefici in agricoltura, tenuto conto che è una delle maggiori criticità del settore.
Come per tutte le cose importanti si inizia per gioco e poi... si fa sul serio. È dal 2006 che mi sono appassionato e sono stato introdotto nel mondo del vino, GRAZIE a MIO PADRE. Poi per capire qualcosa in più ho seguito un corso e..... nel 2013 ho conseguito il diploma di sommelier. A tutti coloro che sono appassionati di vino, dico che bisogna sempre provare e degustare vini diversi, cercando di capire quello che il vino ci trasmette, soffermandoci sulle sensazioni e sulle emozioni che può dare.
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