Lorenzo Costantini, attuale proprietario dell’azienda Villa Simone, ha finalmente, dopo lunghe peripezie, portato a termine il progetto che gli stava più a cuore, seguendo il solco tracciato dallo zio Piero Costantini: realizzare vini di alta qualità, valorizzando la denominazione più conosciuta della zona dei Castelli Romani, il Frascati Superiore Docg, attraverso il suo vitigno autoctono ritenuto di migliore qualità, la Malvasia del Lazio. Il nome del progetto, trasformatosi in un vino destinato a diventare il vino bandiera dell’azienda, è “Vigneto Falconieri”, un Frascati Superiore Docg proveniente dall’omonimo cru, che un gruppo di giornalisti ed esperti del settore ha avuto il privilegio di assaggiare in anteprima.
La storia di Villa Simone inizia nel 1982, quando Piero Costantini – la cui famiglia, originaria delle Marche, aveva un trascorso di produttori di vino – trasferitosi a Roma, decide di acquisire dei vigneti a Monte Porzio Catone, nel cuore della denominazione Frascati, con l’intento di produrre vini di alto prestigio, capaci di tener testa ai più blasonati vini bianchi del nord. In pratica quasi una rivoluzione rispetto alla locale tradizione vitivinicola del tempo, votata alla massima produttività più che alla qualità, per soddisfare le voluminose richieste del mercato romano. Oggi l’azienda è guidata da Lorenzo Costantini, nipote di Piero, enologo ed appassionato viticoltore – coadiuvato da Fulvia Stebellini, responsabile commerciale, e Sara Costantini, hospitality e marketing manager -, fortemente convinto della vocazione pedoclimatica del terreno vulcanico laziale e delle potenzialità del suo vitigno autoctono per eccellenza, la Malvasia del Lazio, detta anche Malvasia Puntinata.
Perseguendo il suo obiettivo, la famiglia Costantini intraprese una vera sfida, costellata da un percorso ricco di ostacoli – quasi tutti burocratici – costato anni di sforzi ed impegni economici, ma che alla fine le ha consentito di acquisire un vigneto, il Vigneto Falconieri, molto particolare. Sono 5 ettari impiantati a vigneto, circondati da aree boschive ed oliveti che ne preservano la biodiversità. Una piccola collina, un’oasi verde a ridosso del centro abitato di Frascati, caratteristica quest’ultima che ne fa uno dei “vigneti urbani” più estesi al mondo.
Il terreno era originariamente parte integrante della omonima Villa – Villa Falconieri, la più antica delle dieci Ville Tuscolane – che nasce come Villa Rufina nel XVI secolo, ma viene identificata in seguito come Villa Falconieri dalla famiglia che l’ha ampliata nei secoli successivi. La villa ed i suoi terreni circostanti hanno subito nel tempo diverse peripezie, nel corso delle quali le loro strade si sono separate. Oggi Villa Falconieri è sede dell’Accademia Vivarium Novum, un’istituzione volta alla promozione e all’insegnamento delle lingue classiche. Le proprietà terriere di pertinenza della villa furono invece cedute a privati a cavallo del secolo scorso e caddero progressivamente in abbandono fino ad essere messe all’asta nel 1998; ed è a questo punto che Piero Costantini, intuendone le potenzialità, ne rilevò la proprietà. Come suddetto, una serie di intoppi burocratici misero a dura prova le volontà di Piero e del nipote Lorenzo nel perseguire il loro progetto di riqualificazione del vigneto e dell’area circostante, ma finalmente a luglio del 2017 l’impianto del vigneto è stato terminato e nel 2019 c’è stata la prima vendemmia.
Il vigneto è composto per 0,5 ettari da una zona di studio, nella quale da una parte sono riproposte le forme di allevamento storiche del luogo (viti maritate, alberello, conocchia e capretta) e dall’altra una serie di filari sperimentali con diverse varietà autoctone (Malvasia di Candia, Trebbiano, Greco…) per valutare le differenti caratteristiche del vino che da esse verrà prodotto. Il vigneto vero e proprio è composto per il 97% da Malvasia del Lazio e per il 3% dalle altre uve locali (Trebbiano, Greco, Bombino e Bellone); si trova ad un’altitudine tra 350 e 420 metri, la densità d’impianto è 5000 ceppi per ettaro. Nel 2019 la Regione Lazio ha autorizzato a porre in etichetta la menzione “Vigneto Falconieri” per i vini prodotti su questa particella.
Il suolo dove giacciono le viti non è omogeneo, come gran parte dei terreni di Frascati, ma presenta delle macroaree di diversa durezza e quindi permeabilità da parte dell’apparato radicale delle piante, ma tutte ricche di quei composti minerali che alimentano la vite e rendono questo tipo di terreno particolarmente vocato alla viticoltura. L’area più grande è a prevalenza di tufo fulvo, la seconda più estesa è di tufo giallo (molto leggero e friabile), la terza di Lahar (colata di fango vulcanico) e la più piccola si trova su una colata di basalto.
LE IMPRESSIONI SUI VINI DEGUSTATI
Il Vigneto Falconieri è un vino composto per il 99% da Malvasia del Lazio e per l’1% da Greco. La raccolta è manuale, le uve vengono sottoposte a pressatura soffice, la fermentazione avviene in legno (50% rovere, 50% acacia) così come la maturazione di 9 mesi in tonneau di 500 litri. Il vino affina poi almeno 24 mesi in bottiglia.
Frascati Superiore Docg Vigneto Falconieri 2019
Questa prima vendemmia è stata più che altro una sperimentazione, come ci dice Lorenzo Costantini, e il risultato è un vino un po’ slegato nelle sue varie componenti. Dal colore giallo oro carico, ha profumi di agrume, salvia e frutta gialla fresca, con nuance minerali. È sapido, con una acidità spiccata e un po’ scomposta; chiude con cenni di frutta tropicale e mandorla.
Frascati Superiore Docg Vigneto Falconieri 2020
Alla seconda vendemmia si è aggiustato il tiro: il vino ha un suo equilibrio, anche se il risultato non è di estrema eleganza è comunque un vino pronto, che si fa bere. Giallo brillante nel bicchiere, l’annata fresca mette in risalto i toni più floreali (fiori gialli, sambuco) con note ammandorlate, leggermente terrose e di pietra focaia. Ha una struttura piuttosto consistente, note di frutta gialla matura e un finale equilibrato e sapido.
Frascati Superiore Docg Vigneto Falconieri 2021
Nonostante sia il più giovane dei tre campioni assaggiati risulta, complice anche la buona annata, il più complesso e soddisfacente degli assaggi. Ha le potenzialità per diventare un vino di grande eleganza e personalità. Dal colore oro chiaro brillante, ha raffinati e netti sentori floreali (gelsomino), seguiti da erbe aromatiche (salvia, timo) e frutta (pera, mela golden, arancia bionda). Al gusto è elegante, con acidità e sapidità bilanciate da note dolci (miele, zucchero di canna, vaniglia, mandorla) e da un finale persistente di delicata mineralità.
A PROPOSITO…
Abbiamo colto l’occasione per degustare anche alcuni degli altri vini di Villa Simone, tra cui segnaliamo:
Frascati Superiore Docg Riserva Vigneto Filonardi 2022 (Malvasia del Lazio, Malvasia di Candia, Trebbiano, Grechetto). È il vino storico, top di gamma (fino a quando non verrà commercializzato il Villa Falconieri) dell’azienda. Prodotto da oltre trent’anni, proviene dall’omonimo vigneto situato su di una ripida collina a Monte Porzio Catone ed è stato uno dei primi cru della regione. Affina in acciaio e bottiglia per un anno. Colore giallo paglierino, ha profumi fini e delicati di fiori bianchi, miele di acacia, banana, mela golden e agrume. Il sorso è gradevole, persistente e di buon corpo, con acidità e sapidità molto ben equilibrate; ritorni fruttati e ammandorlati, con note gessose, ne caratterizzano il finale.
Cannellino di Frascati Docg 2017 (Malvasia del Lazio, Malvasia di Candia e altre uve locali)
Un prodotto ormai raro, “in via di estinzione” come recita la didascalia aziendale. Pochi produttori tengono ancora in vita questo vino dalla storia secolare. La tradizione vuole che si lascino appassire i grappoli sulle vigne più vecchie, effettuando una vendemmia tardiva posticipata di circa un mese rispetto alla normale tempistica di raccolta delle uve; fermenta e invecchia in barrique per un anno e sei mesi in bottiglia. Dal colore oro carico, ha sentori di fiori gialli, frutta secca (datteri, fichi, albicocche) e miele. La beva è scorrevole, persistente, ben equilibrata tra dolcezza e freschezza, agilità e consistenza; con aromi di miele, crema pasticciera e biscotti secchi.
A viticoltori come Lorenzo Costantini, con la loro continua ricerca della qualità, si deve la realtà odierna del comprensorio laziale, dove l’ormai vetusto cliché che attribuiva al vino dei Castelli Romani la fama di un prodotto banale, buono solo per la mescita nelle osterie romane o la rivendita nei boccioni da 1,5 o 5 litri nei supermercati, è stato definitivamente archiviato.
VILLA SIMONE
Via Frascati Colonna, 29 – 00078 Monte Porzio (RM)
Telefono: 06 9449717
E-mail: info@villasimone.it
Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.
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