Con Vinodabere siamo andati a curiosare sulla settima edizione di Join Maremma Online, ringraziando la fattiva collaborazione del dott. Francesco Gentili (curatore della valorizzazione vitivinicola nella festa nazionale di Lega Ambiente denominata “Festa Ambiente”) che, in qualità di amico del mondo enologico, ci ha aperto le porte di casa. Il format nasce nel 2014 da un’idea di Roby Veltroni, subito affiancato da alcuni operatori del settore e della comunicazione di rilevanza internazionale e da Officina Turistica. La Maremma non riesce infatti a sfruttare a pieno il potenziale turistico pur offrendo moltissime opportunità per il viaggiatore. Non vi racconteremo la cronaca del convegno che fra pochi giorni potrete trovare sul sito della manifestazione ma vi parleremo di un intervento che ci è sembrato particolarmente importante per il nostro mondo.
La Professoressa Roberta Garibaldi (università degli Studi di Bergamo) ha illustrato il suo Rapporto sul Turismo Enogastronomico in Italia. Il rapporto si basa su un sondaggio effettuato tra Ottobre e Novembre 2018 con un campione di 1000 persone nell’universo composto dai maggiorenni che hanno compiuto un viaggio con almeno un pernottamento nell’ultimo anno ed è stato pubblicato dall’Università di Bergamo in compartecipazione con la World Travel Food Association. Ascoltando la professoressa Garibaldi sono emerse delle tendenze importanti per gli eno-appassionati. I turisti che si definiscono enogastronomici nel 2018 sono stimati nel 45% dei turisti totali, (pensate nel 2016 erano “solo” il 21% ) con una crescita del 114%.
Come definisce la nostra esperta il turismo enogastronomico? «è un viaggio dedicato alla scoperta dei sapori locali che porta ad acquisire il senso del luogo». Non è quindi il semplice acquisto di prodotti locali o il mangiare piatti tipici; è un turismo di esperienza, che dal cibo, dal vino, dalla birra, … conduce ad una maggiore consapevolezza del luogo e della sua identità. Parimenti mi preme definire chi è il turista enogastronomico. Esso è «un turista che ha svolto almeno un viaggio con pernottamento di cui l’enogastronomia ha rappresentato la principale ragione di viaggio»
La prima esperienza tra i desiderata del turista enogastronomico è la visita in azienda agricola (77%) stabile al primo posto da qualche anno, perde invece un po’ di interesse la classica visita in cantina che, pur mantenendo alte percentuali di preferenza (69%) cede il passo alle visite in caseificio (71%) e alle dolci visite nelle fabbriche di cioccolato (77%). In grande crescita, in linea con le tendenze mondiali, è l’interesse verso i birrifici (67%).
Ma a fronte di una domanda così alta quali sono le motivazioni per le quali non sempre si riescono a fare esperienze in cantina? Il gap comunicativo è la ragione più importante il 54% del campione sentito non ha informazioni su dove e quando si svolgono le visite.
Comunicate gente, comunicate!
Cosa si aspetta il turista in cantina oltre ad assaggiare i vini e poter comprare i prodotti? Molto richieste sono le degustazioni con abbinamenti cibo-vino del territorio, unendo i cinque sensi nella degustazione, magari al tramonto o cenando nei vigneti a lume di candela. Infine racconti, testimonianze e aneddoti.
Il prodotto da solo infatti non basta e non si vende.
Si possono intercettare anche i turisti NON del vino? Certamente! Molti vorrebbero partecipare ad una vendemmia, ben il 47% delle persone non interessate. Massaggi e centri benessere nei vigneti o con prodotti dei vigneti (41%). Ma anche fare jogging, trekking, yoga e pilates tra i filari o diventare socio del club della cantina…
Quali servizi vorrebbe il turista enogastronomico? La prima cosa è una “app” che lo guidi alla scoperta delle tipicità (71% degli enogastronomici e il 54% degli altri). Per curiosità sono andato sul mio play store e ho trovato solo due app nazionali: “Il viaggio del gusto” e “Wine App”.
In sintesi si evince da questa ricerca che il mondo del vino è ancora un motore importante del turismo e la sinergia con il territorio è necessaria per veicolare idee nuove ed iniziative che creino una solida rete di valore (e di valori).
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