Il 13 marzo si è svolto a Milano, nell’elegante cornice dell’Hotel Principe di Savoia, il magnifico evento dell’Union des Gens de Métier (UGM), splendidamente organizzato dall’ Azienda Agricola G. D. Vajra. Ringraziamo in particolare la gentilissima Francesca per l’invito a cui abbiamo risposto con entusiasmo, data anche la ghiotta occasione di ritrovare un cospicuo numero di grandi vignerons d’Oltralpe tutti insieme nella stessa sala.
L’UGM torna in Italia dopo 12 anni di assenza, ma con un evento davvero sensazionale, comprendente non solo tutti i membri attivi, ma anche con ospiti italiani di eccezione. Ci presentiamo alle 10 precise e l’organizzazione impeccabile ci dota di press-kit e di tutte le informazioni necessarie. Ci tuffiamo nella degustazione, con tanti -soprattutto giovani! -professionisti anche loro pronti all’apertura ai blocchi di partenza. In realtà, nonostante l’ampia partecipazione, non c’è stata particolare lentezza ai banchi di assaggio, e questo è un altro sintomo di come tutti i produttori presenti fossero di grande interesse.
Andiamo in ordine sparso, precisando che – ove non specificato – i vini presentati erano perlopiù delle annate 2020 e 2021 per i produttori d’oltralpe.
Il banco di Selosse estremamente affollato, con Minéral e Contraste in assaggio, splendidi come sempre e ormai anche di una certa rarità, ma mai scontati… Giusto a fianco Roulot con i suoi meravigliosi bianchi biodinamici di Borgogna, buonissimo anche il Bourgogne Blanc …ma il Meursault Clos de Bouchères decisamente tra i vini top dell’evento, vino di estremo equilibrio e di grande freschezza, ancora molto riservato, come i grandi Montrachet. Per i fortunati da riprovare tra vent’anni o più per ritrovare tutta la pienezza e la burrosità di un grandissimo terroir.
Passare dal simpaticissimo Maxime Graillot è stato come ritrovare un vecchio amico, bevo i suoi vini da circa trent’anni e non me ne pento affatto. In assaggio i due Crozes Hermitage, base e La Guiraude, che altro non è che la selezione della casa. Vini biologici vinificati a grappolo intero… Il base sempre violetto, vivo e con il solito bellissimo attacco “schioccante”… La Guiraude invece più fine e complesso, di grande eleganza. Al banco si poteva provare anche La Guiraude 2009 per aver un’idea dell’evoluzione di questo piccolo grande vino: ancora più voluttuoso ed elegante, il 2009 fa capire di avere ancora ben più di un decennio di vita…
Tra gli ospiti spicca la vivacissima Chiara Condello con i suoi Sangiovese di Romagna, profondi e raffinati, di grande eleganza. Giusto a fianco Gravner con la sua meravigliosa Ribolla 2015 ed il Rosso 2007, sempre più archetipo dei grandi rossi friulani.
A seguire la sempre simpatica e garbata Isabella Pelizzatti Perego di Arpepe– che in realtà è stata per noi l’apertura della degustazione. Grande exploit del Rocce Rosse 2016, fine ma lunghissimo in bocca. Uno splendido (come sempre) Stella Retica 2019 ed un buonissimo Rosso di Valtellina 2021 completavano il banco.
Andiamo a provare poi l’eccezionale Margaux Clos du Jaugueyron 2019, uno dei pochi Margaux in biodinamico, servito dalla coppia Michel Théron (vigna e cantina) e Stéphanie Destruhaut (vendite), con sul viso stampato lo stupore per l’enorme ma inatteso interesse destato dai loro vini. Molto buoni anche il Clos du Jaugueyron Haut-Medoc 2019 ed il Nout Margaux 2018.
Un’altra vecchia conoscenza è Elian Da Ros, ex-allievo di Humbrecht in Alsazia, e quindi vigneron in biodinamica da più di 20 anni, con il suo fantastico Chante-Coucou, bordolese di Marmandais – zona limitrofa a Bordeaux sulla rive gauche. Sorprendente all’assaggio per l’originalità e la freschezza anche il Coucou Blanc – Sauvignon Blanc, Semillion e Sauvignon Gris.
Torniamo in Borgogna con Létizia e David Duband, vini di grande equilibrio e piacevolezza – dal fresco e charmant Bourgogne Rouge, al Nuits St-Georges Les Procès, premier cru di bella mineralità e finezza – fino allo spettacolare Charmes-Chambertin, grand cru di quasi perfezione, sicuramente una delle rivelazioni della degustazione.
Un’altra “star” è stata Louis-Benjamin Dagueneau, figlio del compianto Didier, personalmente alla mescita delle sue meraviglie della Loira: Blanc etc., Pur Sang e Silex. Tra i più grandi Sauvignon del mondo ormai da decenni, i vini mantengono intatta oggi la loro fama. Il delicato agrumato del Blanc, l’equilibrio straordinario del Pur Sang e l’impatto impressionante del Silex sono sempre lì – poi diventa davvero una questione di gusti personali.
Olivier Clape ha portato con sé i suoi spettacolari Syrah, partendo da Renaissance – frutto delle vigne più giovani – fino al Cornas Vieilles Vignes, vino affascinante di sicura grande longevità. Era in degustazione anche il meraviglioso Cornas VV 2008, ove si dimostra che i Cornas di Clape sono costruiti istintivamente per l’eternità.
Per rinfrescarsi un attimo un sorso di Poiré Granit 2015, un buonissimo sidro di pera biologico di Eric Bordelet.
Passiamo ad altri ospiti italiani con Clemens Lageder che ci fa provare uno straordinario Chardonnay Lowengang 2020, ed Emilio Zierock (Foradori) con un sempre ottimo Granato (forse un pizzico troppo legno). Più avanti Le Piane con Nebbiolo Colline Novaresi 2021, Boca 2019 ed un sorprendente ed elegante Piane 2020 (Croatina e Vespolina).
Ancora vecchie conoscenze con Christophe Peyrus di Clos Marie a Pic Saint Loup. Bevo questi vini da quasi trent’anni e sono sempre di grande piacevolezza. In particolare L’Olivette, Syrah e Grenache con grande frutto, gusto di erbe provenzali e di olive nere spremute.
Il secondo vino in assaggio è la Cuvée Simon, in perfetto stile Peyrus, forse di maggiore equilibrio e finezza. Vini comunque meravigliosi e gentili come il loro creatore.
Al centro della sala meritatamente spicca il banco dei “padroni di casa” Vajra, con Francesca in prima linea con i suoi splendidi Barolo. Luigi Baudana e Ravera 2019 già molto piacevoli in questo stadio di evoluzione, gran bella espressione di Nebbiolo langarolo, Bricco delle Viole 2019 in questo momento più minerale e complesso, con un bellissimo finale. Moscato d’Asti 2022 di grande freschezza e bevibilità, “l’aperitivo perfetto” come dicono i miei amici francesi.
Un cenno particolare meritano i formaggi ed i vini di Corzano e Paterno, tra i primi in particolare Buccia di Rospo straordinario, mentre i vini, sia pure meno complessi, sono comunque di grande onestà e gradevolezza.
Hanno completato la bellissima giornata i purissimi Riesling d’Alsazia di Kreydenweiss, I Cote de Bourg di Chateau Falfas, i grandi Chenin Blanc di François Chidane, i polputi Chinon di Philippe Alliet, i Bandol di Domaine Tempier ed i grandi vini di Corsica di Marc Imbert per il Domaine Torraccia.
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