Non è così frequente trovare due coniugi, entrambi laureati in agraria e specializzati in viticoltura ed enologia, che si conoscono in un laboratorio, mettono su famiglia e decidono di dare vita ad una splendida azienda vinicola.
Riportiamo dal sito internet aziendale:
“Daniele Rosellini e Nadia Riguccini sono i proprietari di Campinuovi..
Daniele, come lo descrive chi lo conosce bene, ha sempre avuto il “vino nel sangue”. Laureato in Scienze Agrarie a Firenze, si specializza in Viticoltura ed Enologia a Torino lavorando sui vitigni piemontesi, ma il richiamo verso la sua terra era troppo forte. Ritorna quindi in Toscana per lavorare in collaborazione con l’Università di Firenze ad uno studio sul Brunello di Montalcino.
Il caso non esiste ed i destini si devono compiere.
In un laboratorio di microbiologia agraria Daniele incontra Nadia, quella con “la terra nel sangue”. Madre e padre contadini da generazioni le hanno trasmesso la passione per questo faticoso ma nobile lavoro.
Dopo la Laurea in Scienze Agrarie a Firenze, Nadia approfondisce sia le sue conoscenze in merito all’agricoltura biologica e biodinamica sia le sue competenze tecnico-economiche relative alla gestione aziendale.
Dal loro incontro nascono Campinuovi e tre splendidi bambini.
L’idea di avere un’azienda tutta per loro nasce dal desiderio di dare forma, attraverso il loro lavoro, a qualcosa che li rappresenti. L’intento era quello di trovare un luogo dove poter creare una piccola azienda con un grande obiettivo: produrre un “vino autentico” risultante dal legame del territorio con il lavoro dell’uomo.
Trovare il luogo giusto non è stato affatto facile, due anni di ricerche in varie zone della Toscana, tanti luoghi visti e possibilità esplorate ma nulla che li convincesse fino in fondo. Poi nel 2000 una collina con terreni abbandonati da più di 10 anni viene proposta loro quasi per scherzo, terre che non interessavano più a nessuno oramai da tanto tempo.
Nasceva Campinuovi: 25 ettari ubicati sulle colline alle pendici del Monte Amiata, venti chilometri a Sud di Montalcino. L’azienda si affaccia sull’ampia pianura Maremmana e attualmente coltiva 9,5 ettari di vigneto costituito da Sangiovese e per il 10% da altri vitigni a bacca nera (Colorino, Pugnitello, Merlot, Cabernet Sauvignon) e a bacca bianca (Ansonica).”
Abbiamo avuto il piacere di andare a trovare Daniele e Nadia e di riprendere qualche momento della nostra visita:
Daniele Rosellini ci descrive la sua azienda:
Daniele ci racconta le sue esperienze che hanno visto collaborazioni di rilievo in quel di Montalcino (Soldera e Stella di Campalto ad esempio).
Daniele Rosellini parla del metodo di vinificazione da lui utilizzato
i rimontaggi
Ma veniamo ai vini che abbiamo assaggiato, e che descrivono le straordinarie potenzialità della zona ma soprattutto di questa azienda, che produce dei vini che hanno poco da invidiare ai Brunello di Montalcino.
Montecucco Rosso 2016 – Campinuovi: Note speziate e di frutti rossi si uniscono a toni balsamici e anticipano materia, profondità di beva ed un bel finale sapido – iodato su ricordi di macchia mediterranea.
Montecucco Sangiovese 2015 – Campinuovi : Eleganza e scorrevolezza sono al centro dell’assaggio, seguite da freschezza e lunghezza gustativa su note di ciliegia e more selvatiche.
Montecucco Sangiovese 2014 –Campinuovi : un grande vino nonostante l’annata, che gioca le sue carte sulla bevibilità e sulla freschezza, senza rinunciare a materia e persistenza gustativa.
Montecucco Sangiovese Riserva 2013 – Campinuovi: Un piccolo capolavoro che coniuga struttura, finezza e profondità di beva, con un sorso dinamico e progressivo. Succoso, speziato e di grande lunghezza gustativa.
Insomma un’azienda, che tra l’altro opera in biologico e biodinamico, da tenere sott’occhio. Se ne parlerà sempre di più.
Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice in diversi concorsi internazionali, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.
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