La squadra di Vinodabere ha voluto augurare a tutti una buona fine di anno ed un fantastico 2018, consigliandovi le bollicine che, per diversi motivi, ci hanno particolarmente colpito. Sono spumanti diversi tra loro e proprio per questo possono adattarsi ai differenti gusti dei lettori.
Antonio Paolini
Mi hanno regalato un ‘96. Ma mi lamentassi, sarei da arresto e da processo penale. Eccolo. E se chi mi ha fatto lo splendido dono aveva addirittura qualche timore – con qualche Vintage, mi ha scritto, ho avuto anche qualche delusione – con questo la poesia è stata tale e tanta (tra profluvi satrapici di spezie orientali e robustezza intrinseca della spina del vino) che il pensiero si è innalzato riconoscente al donatore, e desideroso di partecipazione a chi mi legge. Krug ‘96.
Mi rendo conto. Non facile, né men che mai obbligatorio averlo. Ma, nel caso, non esitate: 21 anni una volta era la maggiore età. Per lui ora è solo quella giusta….
Maurizio Valeriani
Finalmente anche in Sardegna ci sono delle bollicine da segnalare. Ne è un validissimo esempio il
Metodo Classico Karagnanj Brut: – Tondini: non è facile trovare Metodo Classico da uva Vermentino convincenti. Il Karagnanj Brut, 24 mesi sui lieviti, è uno di questi, che rimanendo fedele all’idea del Vermentino di Gallura, mette in primo piano note di granito e pietra focaia, unite a ricordi di frutta gialla ed agrumi. La bollicina è fine e persistente, la freschezza, la sapidità e la complessità completano il già ricco quadro organolettico.
Daniele Moroni
Avrei potuto consigliarvi un’infinità di spumanti per festeggiare l’arrivo del Nuovo Anno, visto che nell’ultimo anno ho avuto la possibilità di assaggiarne tanti di ottima fattura. Così la mia scelta è caduta sull’etichetta che più mi ha stupito, sin dal primo assaggio avvenuto in primavera ad Alghero. Vi parlo di:
Torbato Spumante Brut Centogemme – Poderi Parpinello
Prima edizione per questo spumante che si affaccia al panorama vinicolo nazionale con un grande successo. Uno spumante complesso con la sapidità e la mineralità che si alternano durante la beva, anticipando un finale di frutta secca che sembra non finire mai. Anche il prezzo è veramente interessante (€ 12,00 in enoteca).
Fabio Cristaldi
Tra le etichette più convincenti del panorama degli spumanti italiani troviamo:
Il Methius è un progetto volto all’inseguimento della qualità perfetta. Dall’idea di due amici enologi è nata la produzione di un Trento DOC Riserva dal timbro inconfondibile.La sua beva è veramente notevole, con una grande freschezza e lunghezza in evidenza. I suoi profumi spaziano dall’agrumato, al floreale. Complesso e lineare allo stesso tempo. A tutto pasto.
Gianni Travaglini
Ho scoperto il Cabochon di Monterossa, un “Franciacorta”, più di un decennio fa, quando nell’ambito di una delle prime edizioni della manifestazione Tre Bicchieri, che il Gambero Rosso organizzava a Roma, si fece notare per il suo stile insolito e diverso dai suoi concorrenti.
All’epoca si tendeva ad evidenziare di più caratteristiche come il residuo zuccherino (ovvero la sua mancanza), la finezza e la persistenza del perlage, le note di frutta bianca o gialla (ananas, melone, albicocca, pesca..); per cui il top dei prodotti era considerato il Pas Dosé o Dosaggio zero ( senza zuccheri aggiunti) e preferibilmente Blanc de Blanc (di solito Chardonnay in purezza come i suoi omonimi francesi) e magari pure millesimato. Il Cabochon si mostrò subito diverso, con quelle note più “mature” e complesse che facevano ricordare la sua parentela con un (grande) vino bianco “fermo”.
Per questo vi propongo di brindare con un Franciacorta Cabochon 2011 – Monterossa.
Gianmarco Nulli Gennari
Non è Capodanno senza bollicine. E quest’anno ho scelto di snobbare lo Champagne, e suggerire un Metodo Classico “quasi” nostrano, nel senso che è prodotto da una cantina altoatesina che ormai da anni è considerata una vera e propria primatista del genere: il Pas Dosé di Haderburg.
L’azienda si trova vicino a Salorno, il centro vitivinicolo più meridionale dell’Alto Adige, ai confini col Trentino. Nel 1976 i titolari decisero, con grande lungimiranza e coraggio, di trasformarsi da produttori di uva e mele a specialisti del vino, e in particolare del Metodo Classico: scelta senza precedenti in regione, e ancora oggi con pochissime analogie.
Il Pas Dosè è un millesimato (consigliamo in particolare il 2011) frutto di un blend tra Chardonnay (85%) e Pinot Nero (15%) coltivati a 550 metri s.l.m. e con appena 1,5gr/l di zuccheri. Prodotto fin dal 1980, è un metodo classico (36 mesi sui lieviti) affinato in acciaio e botti di rovere (al 30%). La parola chiave è eleganza: perlage finissimo e profumi di pane, burro, nocciole, agrumi e mela verde. Grinta da vendere al palato, sapido, di beva compulsiva, progressiva, e grande persistenza. Molto versatile a tavola, col pesce ma anche con antipasti di salumi e verdure.
Salvatore del Vasto e Sabrina Signoretti
Per brindare al nuovo anno con il rinnovato augurio di vivere per ogni bollicina ritrovata nel calce una nuova emozione, non possiamo non proporre uno dei nostri spumanti preferiti. Il Brut Contadino di Ciro Picariello che anche per questo 2017 possiamo annoverare tra i nostri migliori assaggi di bollicine. Un metodo classico da uve Fiano vendemmiate con leggero anticipo, per preservare l’acidità e la croccantezza del frutto e affinato sui lieviti per almeno 24 mesi. Una pregevole interpretazione irpina che seduce, sorprende e conquista con i suoi sentori floreali, fruttati e di crosta di pane perfettamente integrati ad animare un sorso piacevole, cremoso, fresco e fragrante. Un vino di grande eleganza che ben si sposa con i tradizionali piatti del cenone di fine anno.
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
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