Nello splendido borgo medioevale di Corciano (Perugia), in occasione di “Corciano Castello di Vino”, il Consorzio Tutela Vini del Trasimeno, con il validissimo supporto dell’Agenzia di Comunicazione Studiocru ha organizzato il 5 ottobre la degustazione “Nel vino, il Lago”.
Nel gennaio del 1997 per volontà di alcune delle maggiori aziende della zona nasce il Consorzio Tutela Vini Colli del Trasimeno che nel 2017 si rinnova diventando Trasimeno Consorzio Tutela Vini.
Numerose sono le cantine aderenti: Cantina Berioli di Magione, Azienda Agraria Carlo e Marco Carini di Perugia, Castello di Magione di Magione, Azienda Agricola Coldibetto di Colle Umberto, Duca della Corgna di Castiglion del Lago, Vitivinicola Il Poggio di Castiglion del Lago, La Querciolana di Panicale, Madrevite di Castiglion del Lago, Montemelino di Tuoro sul Trasimeno, Cantina Nofrini di Magione, Podere Marella di Castiglion del Lago, Poggio Santa Maria di Castiglion del Lago, Pucciarella di Magione e Terre del Carpine di Magione.
La superficie del Consorzio è pari a circa 270 ettari, di cui coltivati a Gamay del Trasimeno circa 30 ettari, con una produzione negli ultimi tre anni di circa 450.000 bottiglie.
La degustazione, tenutasi nel Ristorante Il Convento di Corciano, è stata dedicata ai bianchi e ai rossi prodotti sulle colline che circondano il Lago Trasimeno con una particolare attenzione al Gamay del Trasimeno sul quale vale la pena spendere qualche parola. Il vitigno a bacca rossa, introdotto nel territorio lacustre intorno al XVI secolo, fa parte della famiglia della Grenache a cui appartengono anche in Italia il Cannonau sardo, la Granaccia ligure, il Tai Rosso dei Colli Berici, il Bordò nelle Marche (di cui abbiamo parlato diffusamente su Vinodabere: link dell’ultimo articolo) e l’Alicante in Toscana ed in altre parti d’Italia. La tecnica di coltivazione ad alberello di origine francese ha erroneamente generato il nome di Gamay, nome di un vitigno francese coltivato ad alberello e utilizzato per la produzione del vino Beaujolais.
La degustazione si è aperta con con le “bollicine”: Metodo Classico Ca’ de Sass (da uve Chardonnay) della Cantina Pucciarella, affinamento 24 mesi sui lieviti, di buona struttura, perlage fine e persistente che richiama sentori agrumati e di frutta secca e mette in evidenza freschezza e sapidità.
Secondo vino in degustazione un Grechetto in purezza, l’Elvè 2018 della Cantina Madrevite. Profumo intenso e persistente di frutti e fiori bianchi, fresco e sapido, chiude con una piacevole scia minerale.
I rossi vengono introdotti da un Merlot in purezza, il Monte Ruffiano 2016 della cantina Nofrini. Al naso profumo di ciliegia matura con nota vegetale prevalente, equilibrato e morbido in bocca con chiusura su toni di frutti di bosco e di spezie.
L’òscano 2017 dell’Azienda Agraria Carlo e Marco Carini introduce il primo Gamay del Trasimeno, anche se in compartecipazione con il Sangiovese. Profumo che richiama frutta rossa e spezie che si confermano anche al palato, non secondario un tannino vibrante che accompagna freschezza e lunghezza gustativa.
Si passa poi ad un Merlot in purezza, la Riserva Spiridione 2016 dell’azienda Berioli che fa sentire i suoi 18 mesi passati in barriques. Sentori decisi di spezie e tabacco, dalla sua complessità e grande struttura emergono note amaricanti e balsamiche.
Fa poi il suo ingresso l’ospite d’onore, il Gamay del Trasimeno, l’Etrusco 2015 della cantina Coldibetto. Colore vivace, al naso profumo delicato con presenza vegetale, frutti di bosco, macchia mediterranea e note di zucchero confettato. Coerenza fra naso e bocca, morbido ma deciso con retrogusto amarognolo.
Segue il Legamé 2015 dell’azienda Il Poggio, austero, severo, strutturato, ma con un ottimo bilanciamento tra morbidezza e sapidità.
Dall’acciaio alla barriques con il C’OSA 2017 della Cantina Madrevite. Rosso rubino nella sua trasparenza, al naso frutti rossi ed erbe aromatiche con leggero sentore di macchia mediterranea e fienagione. La maturazione fenolica lo rende vellutato ed equilibrato amalgamando nella giusta misura l’alcol ed il tannino.
Per un confronto si passa poi ad un Gamay del Trasimeno 40% e Sangiovese 60% con il “Grappolo Rosso” 2016 dell’Azienda Montemelino. Al naso più accogliente del precedente, con sentori di ciliegia e prugna. Struttura maggiore rispetto al Gamay del Trasimeno in purezza, l’affinamento in botti di rovere lo rende equilibrato con una tanninicità vellutata e di grande finezza.
Si chiude con la Riserva Divina Villa 2016 etichetta nera della cantina Duca della Corgna. Dodici mesi in barriques di rovere francese, colore intenso ma limpido, sprigiona sentori di frutta rossa matura e spezie. All’assaggio conferma la frutta rossa abbinata a sensazioni di liquirizia.
In abbinamento all’ottimo pranzo offerto a fine degustazione da segnalare il biologico “Caluna-Trasimeno Rosso” dell’Azienda Podere Marella, uvaggio Sangiovese, Canaiolo e Gamay del Trasimeno e il più famoso “Divina Villa” etichetta bianca della Cantina “Duca della Corgna” Gamay del Trasimeno in purezza.
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