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TOSCANA – LE NUOVE ANNATE (E QUALCHE PICCOLA SORPRESA) DELL’AZIENDA AGRICOLA BALDETTI A CORTONA

Ognuno di noi segue regole comportamentali non scritte, fatte unicamente di sensazioni istintive, “a pelle”.
Per fortuna in alcune persone trovi da subito il feeling giusto, come è successo al sottoscritto con Alfonso Baldetti ed i figli Gianluca e Daniele, al timone di una delle realtà più promettenti del cortonese.

da sinistra: Daniele, Luca Matarazzo (Vinodabere), , Alfonso e Gianluca

Di loro abbiamo già parlato nel reportage scritto dalla penna di Carlotta Salvini, a proposito del nuovo nato Arenite (link), la selezione di Syrah figlia di un territorio che sa coccolare il re dei vitigni della Valle del Rodano, grazie agli studi del professor Scienza in quel di Tenimenti d’Alessandro.
Oggi invece la nostra attenzione si posa sulla cantina, costruita nel 2012, e che torno a visitare con particolare emozione. Esempio di rara bellezza, accoglienza e funzionalità, la rivedo ben memore della degustazione ivi fatta la prima volta (semplicemente devastante), di un prodotto ahimè che non più esistente (almeno per adesso): un 60 mesi Metodo Classico, a mia memoria pari solo ad alcuni grandissimi Trento Doc.
La spumantistica è un’arte che non tutte le cantine (e sopratutto i terroir) possono permettersi; qui è sorta una piccola nicchia all’avanguardia di creatori di bollicine. Non voglio fossilizzarmi però su questo, altrimenti l’articolo avrebbe ben poco da offrire.

SANGIOVESE VERSUS SYRAH 2018

Osservo incuriosito le magnifiche vasche di cemento vetrificato e azzardo la richiesta temuta da tanti vigneron, ovvero l’assaggio diretto dai contenitori di affinamento. Gianluca accetta la sfida non facendo una piega e così scopriamo insieme, ad esempio, che nella 2018 il Sangiovese è ancora molto irrequieto, vegetale e slegato, mentre il Syrah è già semplicemente divino, sorretto da tannini speziati e nerbo acido.

LE BARRIQUE DELL’ARENITE

Vai a capire Madre Natura.. La bombetta nascosta è la barrique da cui verrà fuori Arenite. Abbiamo aggiunto una difficoltà nella difficoltà: stessa annata (2018), stesso vitigno, stesse parcelle, cambia soltanto la selezione dei grappoli ed ecco che il campione assaggiato dal cemento diventa un ricordo lontano e sbiadito in confronto al potere ed alla lunghezza del secondo. Che bel gioco è il vino “e non finisce qui” come diceva il compianto Corrado.


Ci accomodiamo quindi al tavolo per cominciare in ordine con:

METODO CLASSICO 36 MESI – MILLESIMO 2016 – Chardonnay e Grechetto di Todi in parti uguali, stessa base che verrà utilizzata nel bianco fermo a seguire. Non siamo sull’eleganza del 60 mesi, mantiene comunque una bocca piacevole e non aggressiva, aromatica ed ideale a tutto pasto.
CHAGRÈ 2019 – IGT TOSCANA – impressionante notare il cambiamento qualitativo nella produzione di questo bianco fatto delle stesse uve in percentuali utilizzate per lo spumante. Nonostante una annata impegnativa per l’eccessivo stress idrico del caldo estivo, l’acidità ha retto bene corredata da mineralità di pietra focaia. L’olfatto è declinato su toni pienamente maturi di zagare e camomilla, caramella d’orzo e macchia mediterranea, cedro, zenzero e fiori d’acacia. Dicevamo del mutamento stilistico, in particolare in confronto alle annate precedenti, meno complesse e longeve, già protese verso l’arco discendente della mandorla. Tanta roba.
PIET ROSÈ 2019 – CORTONA DOC – rosato da Syrah in prevalenza, unito a Merlot e Sangiovese. Naso da melograno e ciliegia, preponderante anche al sorso un po’ sottotono per freschezza.
MARIUS 2016 – CORTONA DOC SANGIOVESE – il sogno del padre di Alfonso, amante del Sangiovese (quasi) in purezza. Ancora scalpitante ed erbaceo, neanche il riposo prolungato in tonneaux riesce a domarlo. Fortuna ha accanto un compagno perfetto, l’arrotino magico del gusto rotondo: l’infallibile e fruttato Merlot. Eccellente rapporto qualità/prezzo.
CRANO 2013 – CORTONA DOC SYRAH – prende il nome dal figlio di Noè, che fu anche re di Cortona. Vive il suo momento perfetto, danza su mirtilli densi e maturi, pepe scuro in grani, chiodi di garofano e cioccolato fondente. Gusto teso, con richiami di cranberry e ribes rosso, quasi ferroso. Agilissimo.
CRANO 2015 – CORTONA DOC SYRAH – annata più recente che fa impallidire la precedente per enorme potenza e trama tannica quasi polverulenta. Un sottile sbuffo di rosmarino e lampone in cottura, assieme a pot-pourri di violette ti riporta con i piedi per terra, rendondolo semplicemente appetitoso.
ARENITE 2015 – IGT TOSCANA – per adesso preferiscono mantenerlo tra le IGT, fin quando non si potrà con coraggio immaginare un cambio del disciplinare che premi maggiormente i Cru e le Selezioni come queste. Un vino largo, da assaporare persino in meditazione senza un necessario abbinamento con il food. Impegnativo certamente, non è uno scherzo e lo sarà ancor meno quando nel 2020 andrà a pieno regime il singolo vigneto di appena un ettaro e mezzo accanto alla cantina, che sostituirà così l’attuale sistema di scelta delle migliori uve da varie particelle aziendali. Largo, ampio e schiacciante, ricco di amarene sotto spirito, sentori di crema pasticcera, eucalipto e marmellata di albicocche mature. Avveniristico.


Per chi avrà pazienza, vi preannuncio nel 2026 l’uscita di un temerario Vin Santo Occhio di Pernice. La sedia col cartellino di Vinodabere è già ben posizionata.

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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