Ci troviamo in prossimità delle famosissime Terme di Saturnia, nella Maremma Toscana, lungo la strada scorgiamo il cartello che ci indica la presenza della cantina di uno dei vignaioli “artigiani”, qualcuno direbbe autore di “vini naturali” (ma noi pensiamo che questa terminologia sia quantomeno fuorviante) che più e più volte abbiamo avuto modo di assaggiare e sempre ci ha colpito positivamente. Stiamo parlando di Antonio Camillo.
Un’attenta lavorazione delle vigne, dove le piante non vengono mai portate sotto stress e ad una tecnica di vinificazione da manuale, dove l’uso delle botti in cemento diviene elemento principale per non snaturarne i profumi, associato a tanta, tanta pulizia in cantina, permette di dar vita a vini veramente molto piacevoli e tipici.
Il tutto è iniziato nel 2006 quando in collaborazione con Gianpaolo Paglia, il vecchio proprietario di Poggio Argentiera, decise di vinificare il Ciliegiolo di una vigna, subito presa in affitto, di cui si era innamorato al primo sguardo e che oggi è elemento essenziale per la produzione.
Quando nel 2014 Poggio Argentiera fu venduta, Antonio decise di sciogliere la collaborazione con Gianpaolo e far nascere la propria cantina proprio nel locale in cui ci siamo recati. Il terreno del Ciliegiolo fu la base di partenza e ad esso pian piano se ne affiancarono tanti altri, sempre in affitto, mai di proprietà, tanto che oggi si è giunti ad averne ben 21 ettari tra gestione diretta e non.
I terreni si trovano sparsi nella Maremma in prossimità di Pitigliano, Manciano e Capalbio, ubicati per lo più nell’entroterra. Terreni di diversa natura a cui sono associati i vitigni autoctoni della zona che ne risultano più appropriati: Procanico, Vermentino e Trebbiano Toscano a Pitigliano, Sangiovese a Manciano e il Ciliegiolo a Capalbio.
Vini da sempre vinificati in purezza a cui oggi sono stati associate 2 nuove etichette, nel formato da un litro, destinate principalmente alla ristorazione e costituite da un blend di uve bianche e rosse tipiche a seconda dell’etichetta.
In molti casi le uve provengono da vecchi vigneti che permettono ad Antonio di ottenere il massimo della qualità e di ritrovare nei vini ogni sfaccettatura della varietà utilizzata.
Fermentazioni spontanee sulle bucce, mai troppo lunghe, e affinamenti in vasche di cemento, consentono al vino di non perdere mai la sua identità.
Una produzione di 95.000 bottiglie e un posizionamento nel mercato senza grossi affanni, nonostante la crisi dovuta alla pandemia, per un prodotto di rilievo e l’annata 2020, quella da noi assaggiata, ce lo conferma appieno.
Ecco i vini che abbiamo assaggiato:
Tutti i giorni bianco 2020
Bottiglia da 1 litro per questo bianco che risulta essere un blend di Trebbiano, Vermentino e Procanico, 5 giorni di macerazione spontanea sulle fecce e 4 mesi di affinamento in cemento per un vino che vuole essere di facile beva.
Si presenta con profumi di fiori secchi a cui si accompagnano note di albicocca e susina gialla. Sapido, di buona freschezza e pulizia nell’assaggio risponde appieno al pensiero di Antonio che lo ha pensato come il vino di tutti i giorni. Intrigante con un finale di miele e albicocca disidratata.
Vermentino 2020
Da vigne di 30 anni da 2 diversi terreni, uno argilloso e l’altro ricco di scheletro, nasce un vino che per il 45% fa macerazione sulle bucce mentre la restante parte vinifica in bianco, per 5-10 giorni successivamente si uniscono le masse per farle affinare in vasche di cemento.
Si presenta con profumi di fiori gialli e frutta bianca (pesca), all’assaggio ci mostra sapidità, eleganza e freschezza e un finale su note di miele di acacia molto persistente che chiude perfettamente il sorso.
Tutti i giorni rosso 2020
(40% Sangiovese, 40% Ciliegiolo, 20% Grenache)
Su note di frutti di bosco e spezie, anch’esso di facile beva come il “fratello” in bianco, si accompagna ad un tannino presente ma mai troppo invadente, per terminare con note speziate e mandorle amare. Stesso formato.
Morellino di Scansano 2020 (100% Sangiovese)
Il vino che più ci ha colpito dove note fruttate di prugna e mora si associano spezie dolci. Ricco il sorso a cui si associa una freschezza ben accompagnata da un tannino mai sopra le righe. Intrigante il finale speziato.
Ciliegiolo 2020
Il vino da cui tutto è iniziato, da vigne con 50 anni di età, un vino che ha sempre ben figurato in ogni nostro assaggio, dove le note balsamiche (eucalipto) si accompagnano perfettamente a spezie e frutti rossi. Ricco, sapido con un tannino delicato che ne esalta la facilità di beva.
Ciliegiolo Vallerana alta 2018
Un vino che esce solo nelle migliori annate (nel 2019 non è stato fatto) dalla miglior vigna aziendale, sita in località Vallerana Alta, da cui prende il nome, appena 1 ettaro di estensione e vigne di ben 70 anni d’età.
Fino allo scorso anno gestita direttamente dai vecchi proprietari, 2 fratelli di 80 anni, con il conferimento diretto delle uve in cantina. Antonio svolgeva consulenza e controllo della vigna ma a partire da quest’anno sarà curata in modo diretto. Un terreno a 200 metri s.l.m in prossimità di Capalbio, di colore rosso indica una ricchezza di minerali, che all’assaggio ritroveremo.
1 mese di macerazione sulle bucce poi affinamento per 11 mesi in botte grande per ritornare per ulteriori 3 mesi nelle vasche di cemento prima di affinare per ulteriori 3 mesi in bottiglia.
Un vino che a primo approccio ci richiama il pinot nero della Borgogna, con note balsamiche e fumé che si fondono in spezie e frutti sottobosco e amarena sciroppata.
Pulito e dinamico all’assaggio con un frutto croccante che ben si accompagna ad tannino presente e mai invasivo. Ricchezza e mineralità lo caratterizzano durante tutto il sorso, con un finale lunghissimo dove frutta e spezie si accompagnano con una leggera nota di mandorla amara.
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
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