È indubbio che il Trebbiano Spoletino, in Umbria, stia vivendo un momento di grande rilancio. Un vitigno storico che vede le sue origini nella piana di Trevi, messo da parte prima causa l’abbandono dell’allevamento con la tecnica della vite maritata, poi usato per il taglio dei vini e ora in fase ascendente.
La zona è quella tra Montefalco e Spoleto. Un territorio nel quale tutte le aziende hanno ceduto al fascino di questo vitigno facendo della sua versatilità oggetto di vinificazioni diverse, da quella classica in bianco, ma anche in anfora.
Versatilità è la parola che meglio si addice alla descrizione di questo vitigno. A me piace aggiungere la parola “vivacità” ai vini che se ne producono. A parte la grande acidità che permette al Trebbiano Spoletino di essere utilizzato per produzioni diverse, quello che io trovo in questo vitigno è la capacità di produrre vini mai noiosi. Sì, acidità in primis, ma la caratteristica di questo vitigno è il grande bouquet olfattivo e le tante piacevoli soprese che ti riserva al sorso.
Scacciadiavoli ha finalmente deciso di produrre un Trebbiano Spoletino in purezza, con breve macerazione sulle bucce e in anfora, con l’obiettivo di valorizzare la tipicità del vitigno.
Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso un mondo fatto di idee più stimolanti che spaziano dal teatro all'agricoltura con progetti dedicati all'economia circolare. Appassionato di comunicazione, attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018, writer per passione. Videomaker, ma sempre per passione. Fondatore di Bordolese.it e Wining.it
Iscriviti alla Newsletter
Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia