Acque agitate per il mondo del vino in Sardegna. Oggetto della controversia la modifica del disciplinare della IGT Isola dei Nuraghi (che comprende il territorio dell’intera Sardegna), volta a favorire la presenza in etichetta del vitigno con cui è stato realizzato il vino (ad esclusione di Cannonau, Nasco, Girò, Nuragus e Semidano). La proposta arrivava da alcuni operatori vitivinicoli del sud Sardegna, condivisa dall’assessorato dell’agricoltura e accettata dal ministero delle politiche agricole. Si opponevano alla proposta (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ad ottobre 2018 link), entro i 60 giorni previsti, i Consorzi del Vermentino di Gallura Docg, del Vermentino di Sardegna, Alghero Doc, quelli del Carignano e della Malvasia di Bosa, evidenziando il timore per un abbassamento della qualità e del valore delle uve per l’intero comparto. L’assessorato (di nuovo segno politico) confermava le decisioni dei predecessori e così si arrivava il 9 agosto scorso alla pubblicazione delle nuove norme sulla Gazzetta Ufficiale (link pag.36). A questo punto è rimasto solo il ricorso al TAR, presentato dai consorzi prima menzionati. Vediamo dunque se sarà possibile avere un vermentino IGT o un carignano IGT.
Si starebbe pensando (ma è un’ipotesi tutta da verificare) ad una mediazione che magari porti ad esempio l’indicazione dei vitigni solo nel caso di uvaggio o blend (e non nel caso del monovitigno).
L’unica cosa che non ci è chiara (ma forse perchè ci mancano le informazioni necessarie) è la motivazione della esclusione di Cannonau, Nasco, Girò, Nuragus e Semidano, ma potrebbe dipendere dai disciplinari delle relative doc.
Vi aggiorneremo sugli sviluppi.