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Sardegna – La degustazione total dei vini mamoiadini di Piergraziano Sanna presso l’Antica Dimora del Gruccione di Santu Lussurgiu

Vi abbiamo da poco parlato dell’edizione 2023 di Mamojada Vives (link), riferendovi dello straordinario livello qualitativo e della sorprendente aderenza territoriale raggiunti dai vini dell’areale di Mamoiada in poco più di un decennio, con un’accelerazione negli ultimi 3-4 anni. Tra i protagonisti di questo fenomeno in atto c’è senz’altro Piergraziano Sanna (azienda Sannas) che con la sua cantina (un vero e proprio garage, o forse meglio dire box…dato lo spazio risicatissimo) nata nel 2016 produce poche migliaia di bottiglie. Insomma, un vero super artigiano del vino che concentrandosi sul lavoro in vigna e senza nessun artifizio in vinificazione, riesce a dar vita a dei vini incredibili, che emanano energia e carattere.

Piergraziano Sanna

Le etichette scelte sono belle, originali ed evocano personaggi leggendari:

  • Bobotti in sardo sarebbe un orco cattivo che si aggira nei paesi di notte alla ricerca di bambini cattivi e capricciosi;
  • Maria Abbranca: è la donna nel fondo di ogni pozzo, pronta ad afferrare tutti i bambini che si avvicinano troppo.
  • Maria Pettena è la strega che rapisce i bambini se non fanno il riposino pomeridiano, ma escono quando c’è il sole alto.

Ma non vi preoccupate se Piergraziano gioca a fare l’orco, è senz’altro un orco buono, anche se stappa i vini con il suo coltello personale come potete vedere dal video:

Abbiamo avuto modo di partecipare alla degustazione “total” organizzata da Marco Delugas presso l’Antica Dimora del Gruccione di Santu Lussurgiu. Abbiamo cioè assaggiato tutti i vini prodotti (e tutto lo storico) sinora da Piergraziano e siamo in grado di restituirvi le nostre sensazioni.

La prima considerazione è legata al territorio che dà la possibilità di dare vita a vini unici e puliti anche in assenza di supporti tecnologici.

La seconda è che Piergraziano e la natura che lo circonda sono quasi una sola cosa, selvaggi entrambi, nel senso buono ovviamente, trasparenti, diretti e senza fronzoli e filtri.

Da sinistra Piergraziano Sanna e Marco Delugas

I vini:

Bianco Maria Abbranca 2016 (Vermentino): unica annata di questa etichetta realizzata con Vermentino. Sapido, succoso, iodato, salmastro. Il sorso è ancora teso e gioca su sensazioni finali di frutti gialli e origano.

Etichetta Bobotti

Bobotti 2017: un Cannonau succoso, speziato, agrumato, balsamico. Sapido e complesso chiude con un lungo finale su ricordi di macchia mediterranea.

Bobotti + 2017: complesso, elegantissimo, succoso, presenta sentori speziati, agrumati ed un lungo finale di iodio e macchia mediterranea. Il tannino è di grandissima finezza e l’assaggio evidenzia un carattere incredibile. Il miglior vino della giornata insieme al Bobotti++ 2017.

Bobotti 2019: incentrato su sentori di frutti rossi e macchia mediterranea, con sapidità, freschezza e buona complessità in evidenza.

Riserva Bobotti +2019: questo segno + qualcosa vorrà dire, dato che anche questo Cannonau presenta una forte personalità ed un grande allungo balsamico con ricordi di macchia mediterranea. Sapido e succoso.

 

 

 

 

 

Bobotti++ 2017: uno dei migliori Cannonau mai assaggiato da chi scrive, con note agrumate, speziate, balsamiche, complessità, eleganza, carattere, struttura e lunghezza gustativa.

Rosato Maria Pettena 2018, Rosato Maria Pettena 2019, Rosato Maria Pettena 2020:  tra le tre annate del rosato di Piergraziano, che viene ripassato sulle vinacce della Granazza, abbiamo preferito di gran lunga la 2019, per carattere e complessità.

Etichetta Maria Abbranca

Granazza Maria Abbranca 2017: sentori speziati, agrumati e di erbe officinali per una Granazza, sapida, minerale salmastra che chiude con un lungo finale su note di elicriso e cisto.

Granazza Maria Abbranca 2018: note di resina, iodio, macchia mediterranea. Il sorso è fresco sapido, complesso e chiude su note di erbe officinali.

Granazza Maria Abbranca 2019: una volatile leggermente sopra le righe tiene viva la beva e la rafforza. Il lunghissimo finale iodato vale l’assaggio. Un capolavoro di carattere e personalità.

 

 

 

 

 

 

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Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice in diversi concorsi internazionali, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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