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San Giovenale – Le uve tipiche della Valle del Rodano trovano dimora nella Tuscia

Le uve tipiche della Valle del Rodano, impiantate nelle argille della Tuscia, danno origine all’Habemus etichetta bianca, un vino sintesi di potenza ed eleganza.

Emanuele Pangrazi ha fondato la cantina San Giovenale nel 2006 a Blera (VT), nel vocato territorio della Tuscia, dove le colline vitate ricevono da un lato le salutari brezze del mar Tirreno e dall’altro sono protette da rilievi dei monti Cimini, un luogo, come racconta Emanuele, da cui si riesce a vedere il mare.

L’attenzione all’ambiente, l’ecosostenibilità, sono sempre stati dei valori prioritari per l’azienda, che risulta certificata biologica.

Ma più ancora, la ricerca della qualità e uno spirito intraprendente ed innovativo è quello che ha portato Emanuele Pangrazi a realizzare dei vini di straordinaria struttura e complessità, coltivando, sui terreni argillosi e ventilati della Tuscia, uve principalmente a bacca rossa come Syrah, Grenache, Carignan e Cabernet Franc (ma più di recente ha prodotto anche un bianco – l’Habemus Etichetta Oro – una novità proveniente da una piccola vigna di uve Marsanne e Roussanne), con la consulenza di Marco Casolanetti (produttore di vini come il Kurni o il Kupra, vini  rari, ben noti ai più appassionati winelovers).

33 ettari vitati che si estendono tutto intorno all’azienda e vigneti a coltivazione intensiva, con una media di 11.000 barbatelle per ettaro, con l’obiettivo di estrarre dalle uve quei profumi e quei sapori tipici di questo territorio.

Una Cantina che risulta essere un concentrato di design ed efficienza, dove la parte situata al pianterreno si affaccia sulle vigne e accoglie i serbatoi in acciaio dove si svolge la vinificazione, mentre il grande locale interrato a cui si accede con un ascensore interamente progettato da Emanuele, mette a dimora le barrique di rovere francese  che accolgono i vini provenienti dai diversi vitigni presenti nella proprietà.

Vi parleremo oggi di due dei vini che hanno fatto conoscere ed emergere nel panorama vinicolo italiano ed estero l’azienda Agricola San Giovenale:

l’Habemus Etichetta Bianca e l’Habemus Cabernet Franc Etichetta Rossa.

Habemus Etichetta Bianca Lazio IGT 2022 – San Giovenale

È il primo vino realizzato a San Giovenale, un uvaggio a base Grenache, Syrah e Carignan, cui viene aggiunta a seconda delle annate una percentuale di Tempranillo e/o Malvasia Nera.

Ha un colore rosso rubino lucente con un’unghia porpora. L’ingresso al naso rivela profumi ampi di frutta dolce e matura, anche in confettura (visciole, lamponi, prugne, mirtilli, tamarindo), seguiti da effluvi di macchia mediterranea, resina e pepe nero.

Il sorso è ricco, sostanzioso, con ritorni di frutta dolce e liquirizia; i tannini morbidi, rotondi e fruttati, uniti ad un’acidità garbata conducono ad una beva amaricante, equilibrata, molto persistente e di grande eleganza.

 

Habemus Cabernet Franc Lazio IGT Etichetta Rossa 2021 – San Giovenale

Proviene da un piccolo appezzamento di appena un ettaro. Da uve Cabernet Franc in purezza. Inizialmente previsto come componente del blend dell’Habebus Etichetta Bianca, ma poi, assaggiando il vino e considerando che l’Etichetta Bianca si era ormai affermata con un blend diverso, si è deciso per la produzione di un nuovo vino da sole uve Cabernet Franc.

Ha un colore rosso cardinalizio, denso e uniforme. All’olfatto mostra sentori di frutta rossa intensa (marasca, mirtillo, more, prugna), è balsamico, mentolato, con cenni di arancia scura e bacche selvatiche (ginepro), ha toni speziati di chiodi di garofano, tabacco e pepe nero. Nel palato si ripropongono le note olfattive, la bocca è succosa, amarognola, con note ematiche e di bella acidità; il sorso è corposo, ma intrigante e scorrevole, il tannino fine e levigato. Il finale, molto lungo, risulta saporito e pepato.

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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