Infine, dopo troppo tempo invero, ci siamo ritrovati al Salone delle Fontane all’Eur per celebrare una nuova edizione del Roma Whisky Festival (RWF), ritrovo dei più interessanti e vari whisky del mondo. Ogni anno quest’evento (intervallo Covid a parte) offre tanti spunti e tante sorprese agli addetti e appassionati cultori della materia. In tema di whisky di qualità, nell’infinita disputa tra Scozia e Irlanda, la realtà dei fatti ci impone di offrire degna considerazione a un terzo incomodo, e cioè il Giappone, che ormai da decenni si impone come una più che valida alternativa ai due paesi citati.
Se, tanto per restare in Europa, paesi come Francia, Belgio, Germania, Spagna o Italia si sono cimentati con la produzione di whisky solo recentemente, in Giappone l’attenzione verso il “re” dei distillati è alta da circa un secolo. Una storia molto ben raccontata da Salvatore Mannino, grande esperto di whisky nipponico e colonna portante de La Maison du Whisky, in occasione della masterclass a cui abbiamo avuto il piacere di partecipare.
Quella dei giapponesi è innanzitutto una scuola di grandi assemblatori. Infatti, prima di elencarvi assaggi e note gustative dei 6 whisky presentati, vale la pena di spendere qualche parola su come è nato, e poi proseguito e perfezionato, il concetto di World Blend applicato al whisky.
Suntory, uno dei due più grandi produttori giapponesi insieme a Nikka, circa un secolo fa distillava il primo whisky giapponese la cui produzione successiva fu poi destinata soprattutto al consumo militare (in particolare per gli ufficiali della flotta giapponese).
Finita la guerra con l’esito che tutti noi conosciamo, la produzione residua fu trasferita alle forze di occupazione degli alleati per integrare le riserve di bourbon di questi ultimi.
Per ampliare quantitativamente e qualitativamente l’offerta, i produttori giapponesi si dedicarono con la passione e la determinazione che li contraddistingue all’arte del blending, introducendo appuntoiIl concetto di World Blend Whisky: un assemblaggio “senza frontiere” (purché fosse di qualità!) che prevedeva di mettere insieme whisky da “all over the world” per integrarli in un prodotto dalle molteplici sfaccettature gustative.
Questa esigenza, dettata probabilmente all’inizio da carenza di produzione locale, nel tempo si è trasformata in un vero e proprio stile operativo, dando luogo a risultati davvero stupefacenti e lusinghieri.
Alla base del tutto c’è una dichiarazione programmatica molto semplice e decisamente condivisibile: il whisky deve essere soprattutto “buono, molto buono”, a prescindere dal numero di anni di invecchiamento o dalla purezza produttiva derivante da luoghi e metodi determinati.
Ecco quindi spiegato il “no age” delle etichette: non sono soltanto gli anni di invecchiamento a qualificare il whisky (anni che peraltro ci sono, anche se non dichiarati esplicitamente), ma l’equilibrio, il gusto, la persistenza e il ricco ventaglio aromatico, derivanti tutti da un sapiente assemblaggio.
E ovviamente dalle scelte effettuate a monte per realizzarlo.
Questa filosofia produttiva è stata ben illustrata e rappresentata dai 6 campioni che abbiamo avuto l’opportunità di assaggiare con la guida esperta e illuminata di Salvatore Mannino.
ICHIRO’S MALT & GRAIN BLENDED WHISKY – WHITE LABEL
Ichiro Akuto, fondatore della distilleria Chichibu, è riconosciuto a livello mondiale come un rinomato distillatore indipendente. I vari rilasci sotto il nome di Chichibu (single malt) e Ichiro’s Malt (blend) sono diventati ben presto molto ricercati. In questa etichetta troviamo whisky assemblati di età media intorno ai 10 anni, sia malt (con una percentuale che arriva anche al 40%, cosa affatto scontata per un blend) che grain. Al naso è molto complesso: note dolci in primis, miele, poi una nota più fresca di frutta e piccante di spezie. In bocca colpisce per il mirabile equilibrio complessivo e la lunga persistenza: è un prodotto di grande piacevolezza, dove l’alcol asciuga appena un po’ il finale ma resta confinato in un quadro organolettico di sorprendente armonia e completezza. E a chi vi chiede: “Pago tanto per un blend?”, rispondete senza indugi :”No, paghi il giusto per un buon whisky!”.
AMAHAGAN EDITION NO. 3 MIZUNARA WOOD FINISH
La Nagahama Distillery è la più piccola distilleria del Giappone, e i suoi whisky ne prendono il nome (basta leggere al contrario). Si trova sulla riva del lago Biwa, il più grande lago del Giappone, anche chiamato “Lago Madre”. La quantità d’acqua nel lago modera il clima, rendendolo ideale per la maturazione del whisky. I whisky accuratamente selezionati oltreoceano, sono miscelati con una base del newmake spirit di casa. Questo è il terzo blend rilasciato, che si distingue per l’affinamento in botti di quercia Mizunara: un legno che perde molto, ma che anche favorisce un intenso scambio aromatico, tra cui spiccano le caratteristiche note di incenso. Dolce e complesso, al palato rivela aromi di zucchero di canna e agrumi canditi, con un finale che ricorda il cacao amaro.
AMAHAGAN YAMAZAKURA WOOD FINISH
È il quarto whisky rilasciato dalla Nagahama Distillery, il più recente nella serie “world malt”. Il suo affinamento in botti di ciliegio della varietà Yamazakura (Yama significa montagna, sakura è l’albero delle ciliegie), invece che nel classico rovere, dona a questo prodotto profumi evidenti di frutti rossi e neri, arricchiti da note di miele, zucchero di canna ed agrumi. In bocca è ricco e di buona ampiezza, l’alcol appena un po’ prevaricante, il finale di lunga persistenza.
NIKKA SINGLE MALT MIYAGIKYO PEATED
La distilleria Miyagikyo è quella più piccola del celebre brand Nikka: fondata nel 1969 vicino a Sendai, nel nord-est del Giappone, vanta un ambiente caratterizzato da aria pulita, sorgenti termali, la giusta umidità per l’invecchiamento dei legni e un’acqua purissima che sgorga dal sottosuolo. Si capisce perché, con queste basi e con la maestria dei distillatori nipponici, da qui escano grandi prodotti! Questo whisky è uno dei rari single mal torbati, imbottigliato a “gradazione di botte”. La torbatura è gentile, ben amalgamata, inserita in un contesto aromatico molto complesso, dove note di fumo e spezie si intrecciano a più fresche sensazioni fruttate. In bocca è potente e deciso, esplosivo! Ti prende il palato e non lo molla più, arricchendolo di continue nuove sensazioni. Whisky davvero buono…peccato non proprio “a buon mercato!”.
NIKKA SINGLE MALT YOICHI NON PEATED
Dalla celebre distilleria Yoichi, la prima del grupo Nikka, situata sull’affascinante isola di Hokkaido, a nord del Giappone, in un contesto naturalistico che (non a caso) ricorda molto la Scozia. Dagli alambicchi ancora alimentati a carbone con fiamma diretta escono dei single malt richiestissimi in tutto il mondo. La maggior parte di essi sono torbati: questo è una rara eccezione, come messo in bella evidenza in etichetta. Al naso ti investe con una bordata di sensazioni infinite! Note marine e iodate, che ricordano il vicinissimo mare (meno di 1 Km in linea d’aria), si intrecciano con spezie, frutta, caramello, miele, fiuori secchi…potresti stare ore a parlarne! In bocca sorprende per un’incredibile freschezza, che va oltre la evidente complessità gustativa, ragalando una bevuta appagante ed elegante. Un vero e proprio capolavoro.
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