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Press Tour Marche “I Magnifici 16” – itinerari sensoriali nelle realtà vitivinicole del territorio: I Castelli di Jesi

Nove differenti percorsi di vino all’interno di una delle più ricche e operose regioni italiane, le Marche, per conoscerne i vini e i territori da cui nascono: i francesi lo chiamano Terroir, lo possiamo tradurre con microclima, composizione del terreno, ma anche e soprattutto con comunità e tradizioni che danno origine alla coltivazione della vite in un certo areale e ai prodotti che ne derivano. Con questo intento l’istituto marchigiano di tutela vini (IMT), dal 22 al 24 giugno, ha organizzato per la stampa nazionale l’evento “I Magnifici 16”, una tre giorni di presentazioni, assaggi e incontri con i produttori vitivinicoli del territorio, compresi momenti di confronto con importanti personalità e studiosi della filiera del vino e con rappresentanti delle istituzioni, a cominciare dal Presidente della Regione, Francesco Acquaroli, che in poche parole ha focalizzato l’importanza del vino per lo sviluppo turistico ed economico delle Marche.
Il consorzio IMT raccoglie tra i suoi associati più di 500 aziende, rappresentanti di 16 denominazioni – docg, doc – del territorio marchigiano: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, I Terreni di San Severino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero (Doc e Docg), San Ginesio, Serrapetrona e Vernaccia di Serrapetrona, Verdicchio dei Castelli di Jesi (Doc e Docg), Verdicchio di Matelica (Doc e Docg).
Prima esistevano in regione solo tanti piccoli consorzi indipendenti (Matelica, Jesi…), dal 1999 è stato costituito il maxi-consorzio IMT che ha dato loro lo status e la dimensione per essere riconosciuti anche a livello comunitario, con tutti i vantaggi che da soli non potevano avere (es. accesso ai fondi europei).


Tra i nove “percorsi” disponibili nel tour, ognuno indirizzato ad esplorare un determinato areale vitivinicolo, abbiamo scelto quello denominato “Verdicchio e Atmosfere Misteriose”, relativo al Verdicchio dei Castelli di Jesi. Scelta legata al fatto che, senza nulla togliere alle altre denominazioni presenti nella regione, il Verdicchio, con le due dop Jesi e Matelica, è uno dei vini più premiati d’Italia ed è riconosciuto, in termini di complessità e struttura, come uno dei più interessanti vini italiani da uve autoctone a bacca bianca.
I Castelli di Jesi si dividono in due zone, quella classica (la più antica, a cui si deve l’80% della produzione del Verdicchio), nella parte centro-meridionale della regione, e quella più a nord. Vi appartengono 25 comuni situati in provincia di Ancona (la maggior parte) e Macerata.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi è prodotto nelle seguenti tipologie: Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio dei Castelli di Jesi Spumante, Verdicchio dei Castelli di Jesi Passito, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore (docg dal 2021) e Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva (diverrà Castelli di Jesi DOCG). La sua impronta organolettica descrive un vino dai caratteri decisi e variegati, che spaziano da aromi vegetali a frutta bianca e tropicale a sentori minerali, con una struttura importante, atta ad acquistare complessità con l’invecchiamento.

Ondine de la Feld e i vigneti della Tenuta di Tavignano, di cui è la proprietaria


Nel nostro percorso enologico abbiamo prima visitato la tenuta di Tavignano, dove la proprietaria Ondine de la Feld e il direttore dell’IMT Alberto Mazzoni ci hanno illustrato la storia della tenuta e accompagnato a visitare le bellissime vigne situate sulle colline tra la Valle del Musone e quella dell’Esino, i due fiumi che delimitano un territorio tra le province di Ancona e Macerata. All’interno della casa padronale che domina i vigneti abbiamo incontrato nove produttori della zona e degustato i loro vini, di cui riportiamo una breve sintesi, in ordine di assaggio, per quelli che più ci hanno convinto.

Incontro con nove produttori del Verdicchio dei Castelli di Jesi nella Tenuta di Tavignano, a Cingoli (MC)


Tenute Priori e Galdelli
Spumante Brut Verdicchio Metodo Classico: ha aromi netti di agrume, burro e mandorla fresca; all’assaggio è secco, fine, con buona acidità.
Finocchi Viticoltori
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Vivolo 2020: ampio bouquet di fiori e frutta bianca, con cenni di idrocarburi. Succoso, ricco e sapido al palato.
Azienda Agricola Mancini
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Talliano 2022: agrumato, gessoso, con tocchi di frutta bianca e tropicale; il sorso è morbido e succoso.
Fattoria Nannì
Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Origini 2021: sentori di silice, frutta bianca, mandorla; al gusto è fresco, fine ed elegante.
Tenuta di Tavignano
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Villa Torre 2021: molto floreale, fiori bianchi ed erbe di campo; è fresco, ammandorlato, con aromi di pera, albicocca. Ha grande bevibilità.
Fattoria Coroncino
Verdicchio Classico Superiore Il Coroncino 2021: profumi di pera, pesca bianca e agrume, al gusto è fresco, equilibrato e succoso.
Azienda Luca Cimarelli
Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva Selezione Cimarelli 2019: frutta bianca matura, cenni vegetali, minerale; nel palato è succoso, con ritorni gessosi, molto espressivo e persistente.
Cantina Colognola – Tenuta Musone
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Ghiffa 2020: erbe aromatiche, pesca bianca, gesso; fresco e minerale nel palato. Struttura fine ed elegante.
Azienda Agricola Andrea Felici
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2022: sentori dolci di pera e mela, poi gelsomino e gesso; sorso complesso, agrumato, sapido, succoso ed elegante.

Museo internazionale dell’etichetta del vino a Cupramontana (AN)

Successivamente, preceduta da un’escursione culturale al Museo internazionale dell’etichetta del vino a Cupramontana, siamo stati ospiti della cantina Vignamato dove abbiamo incontrato altri sette produttori, scambiato con loro pareri e ascoltato la storia delle loro famiglie e di quello che il vino e la terra hanno rappresentato e ancora rappresentano per loro.

Incontro con sette produttori del Verdicchio dei Castelli di Jesi nella Cantina Vignamato, a San Paolo di Jesi (AN)


Di seguito gli assaggi, in ordine di degustazione, che più ci sono rimasti impressi.

Cantina Spallacci Giordano
Verdicchio dei Castelli di Jesi Il Villano 2021: profumi di fiori e frutta gialla, timo; retrogusto fresco, salino e amaricante.
Cantina La Staffa
Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Selva di Sotto 2015: sentori intensi di frutta gialla matura, gessoso, con cenni fumé; complesso, ricco, aromi di frutta secca e matura, con note ossidative.
Vini Simonetti
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Staphyle 2021: fiori e frutta bianca al naso, con note erbacee; buona struttura e acidità, finale salino e agrumato.
Cantina Suasa
Verdicchio dei Castelli di Jesi brut Excellens: spumante dal perlage delicato, aromi di frutta gialla e tropicale, note burrose; in bocca è secco, ammandorlato e fine.
Cantina Terre di Confine
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico 2021: all’olfatto mela, pera, agrume e gelsomino; sorso vellutato, con frutta dolce (papaya, mango) e finale ammandorlato.
Cantina Vignamato
Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Ambrosia 2020: olfatto fine ed elegante di mela e susina mature, con toni ammandorlati; beva succosa, piena, sapida e molto equilibrata.
Cantine Marasca Rossi
Verdicchio dei Castelli di Jesi  Classico Superiore Mino 2021: profumi di frutta bianca con note di miele; l’assaggio è morbido, fruttato (pesca bianca) ed equilibrato.


Convegno IL TURISMO DEL VINO – valore esperienziale ed economico per lo sviluppo del territorio delle Marche – durante l’evento “I Magnifici 16”

La giornata conclusiva del tour si è svolta con una grande reunion, che ha visto tutti i giornalisti e tutti i produttori insieme a Villa Koch ed ha avuto due momenti topici. Al mattino si è svolto un importante convegno, in cui rappresentanti delle realtà politico, culturali ed imprenditoriali del territorio, nonché di enti ed operatori della filiera agroalimentare, si sono confrontati per focalizzare idee e attività utili a valorizzare e promuovere le eccellenze della Regione Marche, attribuendo al vino il ruolo di indispensabile catalizzatore e generatore dei futuri progetti di sviluppo. Ne riportiamo una breve sintesi.
Convegno “Il turismo del vino: valore esperienziale ed economico per lo sviluppo del territorio delle Marche”.
Relatori: Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche. Andrea Maria Antonini, assessore all’agricoltura delle Marche. Michele Bernetti, presidente Istituto Marchigiano Tutela Vini. Marco Bruschini, direttore ATIM (agenzia regionale per il turismo e l’internazionalizzazione delle Marche). Mirco Carloni, presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Giangiacomo Gallarati Scotti Bovaldi, presidente Federdoc Nazionale. Cristina Mottironi, direttrice master in economia del turismo Università Bocconi. Ludovico Scortichini, AD di Go Word, holding di promozione turistica. Valerio Temperini, docente marketing dei servizi e green marketing presso l’Università Politecnica delle Marche.
Principali indicazioni emerse:
– L’enoturismo è una leva promozionale fondamentale per le aziende marchigiane: il vino è il biglietto da visita della regione, lo strumento per fare da traino alla narrazione del proprio territorio;
– È importante la contaminazione del mondo del vino con le altre attività locali, come gli itinerari turistici tra i piccoli borghi artigianali e storici delle Marche: bisogna fare sinergia tra le varie eccellenze della regione. L’enoturismo deve diventare una diversificazione del reddito delle aziende dell’agroalimentare.
● Inoltre per chi fa turismo la sostenibilità può diventare una leva importantissima.
– È stato presentato il nuovo logo per la promozione turistica delle Marche:” Let’s Marche “;
– La logistica è un punto debole delle Marche, non solo per i collegamenti: mancano agenzie di territorio in grado di confezionare pacchetti turistici per i visitatori che vengono dall’estero (che sono tutti gestiti dai grandi tour operator). Anche per (o forse proprio per) questo all’estero c’è poca conoscenza delle Marche.
– serve fare formazione alle aziende su accoglienza, commercializzazione, distribuzione, conoscenza delle tipicità enogastronomiche e culturali del territorio: devono imparare a gestire direttamente la filiera enoturistica. La qualità e la professionalità, nei servizi offerti con l’accoglienza, fanno la differenza a parità di bellezze del territorio.
● Le aziende più piccole non possono farlo da sole, devono fare sistema per presidiare tutta la filiera.


Banchi di assaggio a Villa Koch, con i circa 120 produttori aderenti all’evento “I Magnifici 16”

Nella seconda parte della giornata abbiamo potuto incontrare, in banchi di assaggio, tutti i produttori partecipanti all’evento, avendo così modo di degustare anche quei vini che non facevano parte dell’itinerario enologico scelto, tra questi citiamo alcuni di quelli che più ci hanno impressionato:
Cantina COLONNARA
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Cuprese 1991: sentori intensi e concentrati di frutta bianca matura, frutta secca, canditi; nel palato conferma la ricchezza di aromi unita a finezza ed eleganza. Ancora buona acidità con cenni burrosi. Un vino, dopo oltre 30 anni, ancora integro, a testimonianza delle potenzialità evolutive della varietà.
Società Agricola BISCI
Verdicchio di Matelica Vigneto Fogliano 2020: ampi profumi fruttati, floreali e minerali (silice, ghiaia); la beva è ricca, complessa, molto equilibrata, fresca, elegante e coerente con l’olfattiva.
Cantina Belisario
Verdicchio di Matelica Meridia 2020: olfatto netto e pulito di frutta gialla e frutta secca, sentori di calcare, note fumé e ammandorlate. Nel palato emerge la frutta bianca matura, il sorso è sapido e succoso.
Fattoria Le Terrazze
Rosso Conero Sassi Neri Riserva 2019: Montepulciano in purezza, al naso note di frutta rossa e scura, di macchia mediterranea, balsamiche; sorso strutturato, succoso, con tannini morbidi e levigati, retrogusto amaricante.
Cantina Bolognini
Lacrima di Morro d’Alba superiore Sidoro 2019: profumi di arancia nera, amarena, spezie scure, tabacco; in bocca è asciutto, il tannino deciso ma levigato, ha toni amarognoli per un sorso gradevole e fine.

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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