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Planeta – La storica azienda siciliana si racconta a Roma sulla terrazza dell’Hotel de la Ville

Il 3 ottobre nella terrazza dell’Hotel de la Ville, in via Sistina, la Famiglia Planeta, proprietaria della storica azienda vinicola siciliana, ha voluto raccontarsi, attraverso i vini e gli oli prodotti, con un percorso enogastronomico in collaborazione con lo chef stellato Fulvio Pierangelini.

Fulvio Pierangelini e Francesca Planeta

Planeta è un azienda a 360 gradi sita a Menfi, nel sud del Belice, tra Selinunte e Sciacca in un territorio ampio e variegato, racchiuso tra il mare, le colline a ridosso di Lago Arancio e il Monte Andranone.

Una storia le cui origini si perdono nel tempo, quando ben cinque secoli fa la famiglia Planeta partì dalla Spagna per sbarcare in questa bellissima isola italiana.

Nel primo dopoguerra inizia il suo percorso vitivinicolo, quando partendo dalla piccola cantina di famiglia, Vito Planeta fonda nel 1958 la Cantina Settesoli che diverrà, in seguito, la cantina sociale più grande d’Italia.

Ma è con Diego, il figlio, che avviene la grande svolta, infatti in un trentennio, valorizza i terreni della famiglia, impiantando nuovi vigneti e  lanciandosi in nuovi progetti che nel tempo risulteranno vincenti.

Oggi sono coinvolti diversi territori della Sicilia, si parte dalla storica sede di Menfi, dove si trovano i primi vigneti, per arrivare a Vittoria, a Noto, sull’Etna e a Capo Milazzo.

L’ultima  sfida della famiglia si chiama Serra Ferdinandea, un “sogno da realizzare in Sicilia”.  Cento ettari, nelle vicinanze di Sambuca di Sicilia, 40 destinati alla produzione di vino e 60 lasciati a bosco e macchia mediterranea. Un territorio sito ai margini dei Monti Sicani a circa 400 metri di altitudine, con rocce calcaree disgregate che compongono un terreno vergine, mai sfruttato nel tempo. Guarda dall’alto quel tratto di mare dove nel 1831 comparve per pochi giorni l’Isola Ferdinandea e che oggi  possiamo scorgere sotto il livello dell’acqua.

Oasi Capparrina

Accanto alla viticoltura si segue con altrettanta attenzione, la produzione di tre oli (un blend e due monocultivar denocciolati) in regime biologico. La molitura avviene nel nuovo frantoio di Oasi Capparrina  sito in prossimità degli oliveti per permettere una spremitura immediata delle olive. Qui le cultivar di Biancolilla, Cerasuola e Nocellara del Belice occupano 150 ettari e coabitano in perfetta armonia con un territorio che sembra fondersi con le spiagge bianche di Porto Palo.

Ma torniamo all’evento e ai prodotti che, Alessio, Francesca e Costante, l’ultimo della famiglia  ad entrare in azienda, ci hanno permesso di degustare insieme ai piatti proposti dallo chef  Fulvio Pierangelini.

Iniziamo da uno dei vini che scaturisce dall’ultimo progetto, il Serra Ferdinandea Rosé 2022 (70% Nero d’Avola, 30% Syrah). Si presenta con profumi di pesca a cui si associano note di rosa e agrumi. Il sorso è dinamico, fresco ed elegante, e termina con sentori di frutta gialla.

ALESSIO PLANETA CI RACCONTA IL PROGETTO DIDACUS

Si continua con due vini legati ad un progetto fortemente voluto da Diego, che a metà degli anni 80 convinse tutta la famiglia a piantare i primi filari di Chardonnay e di Cabernet Franc.

Vini che dovevano confrontarsi con il mondo intero, per questo si è scelto di affinarli in legni di rovere, per due terzi nuovi e un terzo usati, prima di andare in bottiglia.

Iniziamo con il Didacus Chardonnay 2021, che si presenta con note di vaniglia, profumi di anice, sentori di frutta bianca. Il sorso risulta ricco, fresco, sapido.

In abbinamento i tonnarelli cacio, pepe e gamberi rossi.

Continuiamo con l’altro vino del progetto precedente, il Didacus Cabernet Franc 2018.  Mostra note di spezie e sottobosco al pieno della maturità, che man mano che il tempo scorre lasciano spazio a profumi di peperone e pomodoro verde. Avvolgente, sapido, con un tannino setoso, termina con un lungo finale speziato e di marasca.

Si va avanti con la grande sorpresa propostaci dalla famiglia Planeta. Il Santa Cecilia 2020 (Nero d’Avola 100%) un vino che nasce nella tenuta di Noto e che  affina in barrique per 14 mesi. Un vino elegante che si apre su effluvi speziati e di frutti di bosco. In abbinamento le rosette di agnello con cicoria e salsa di timo.

Terminiamo con un vino dolce dell’azienda il Passito di Noto 2021 (100% Moscato Bianco), un’esplosione di profumi che spaziano da agrumi a gelsomino e albicocca e che si accompagnano ad un sorso scorrevole, fresco e persistente. La scelta di abbinamento: una sfoglietta con ricotta, cioccolato, frutti rossi e gelato al pistacchio.

 

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