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Nerello Mascalese e Nebbiolo protagonisti al Pepe Rosa di Capo d’Orlando

I vini etnei di Giulia Monteleone e quelli piemontesi di Marchesi di Barolo hanno accompagnato una cena speciale nel ristorante fine dining ubicato nel grazioso porto turistico della cittadina siciliana. Menzione speciale per la cantina gestita da Giuseppe Migliazzo.

Nerello Mascalese e Nebbiolo, cos’hanno in comune? Da sempre all’autoctono etneo viene affiancato per paragone e a tratti similitudine, il vitigno nobile che ha fatto grande il Piemonte e che ha rilanciato l’immagine del vino italiano nel mondo, ma cos’è che davvero li accomuna? Una bella serata al Pepe Rosa di Capo d’Orlando ha provato a tirare le fila di questi due vitigni grazie ad un racconto attento dei vini di Monteleone e Marchesi di Barolo in un percorso enogastronomico abbinato alla cucina del giovane (e bravo) Domenico Perna che da un anno è ritornato a “casa” dopo le esperienze europee e quella a Il Cappero (Therasia Resort di Vulcano).

Una cena a base di rossi che dopo l’apertura si è concentrata sull’Etna Rosso 2021 di Monteleone proposto con una buonissima caesar salad (cuore di lattuga al bbq, burro nocciola, pelle e montata di pollo, salsa di limone, pane all’acciuga e salsa di tuorlo marinato) per poi proseguire con la capasanta nel bosco (capasanta, ragù di funghi porcini, maionese all’aceto di riso, trombette di morto e Katsuobushi) in abbinamento al Roccheri Nebbiolo d’Alba 2020 di Marchesi di Barolo.


Il coraggioso cappelletto di piccione, e il riso al garum di alici, pomelo, lattuga di mare e anice stellato proposti con il Qubba Etna Rosso 2019

ed il secondo, tecnicamente perfetto, di ventresca di tonno dry aged 60 giorni, olandese all’acqua di porro fermentata, caramello di carruba e alga kombu con Barolo Cannubi 2018.

Con i dolci e la piccola pasticceria (curati dal pastry chef Alessio Magistro) ha fatto il suo ingresso il Barolo Chinato, un vino aromatizzato e prodotto per aggiunta al Barolo DOCG di zucchero ed alcol etilico nel quale precedentemente sono state poste in lenta macerazione a temperatura ambiente diverse spezie (tra cui la corteccia di china).

Menzione speciale per la cantina (circa 700 etichette) gestita da Giuseppe Migliazzo, diversi brand conosciuti, dai grandi e classici Krug, Masseto, Sassicaia e varie a una selezione di vini di nicchia italiani ed esteri e tanta attenzione alla Sicilia e alla sua storia con annate vecchie spesso vendute anche da asporto oltre che per il consumo al tavolo (in cantina perfino uno dei pochi pezzi rimasti del fortunato Chardonnay muffato di Tasca d’Almerita prodotto nel 1991).


In sala il bravo Andrea Rosario Presti (25 anni) che gestisce il ristorante per conto della famiglia Magistro: entrato nel team come cameriere nel 2017 in pochi anni è diventato il restaurant manager del ristorante, mostrando una grande passione per il mondo dell’ospitalità a 360 gradi.

Pepe Rosa, nato nel 2016, si trova oggi nel suggestivo porto turistico di Capo d’Orlando, a pochi passi dal romantico borgo di San Gregorio, che ha ispirato la celebre Sapore di Sale di Gino Paoli.

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Nato in Toscana e cresciuto in Sicilia, dove vivo. Ho iniziato a scrivere quasi per caso, poi anche qualche libro sul rapporto tra mafie e chiesa. Promuovo il Turismo Esperienziale in Sicilia e mi occupo di comunicazione digitale. Scrivo di vino, di cibo e delle cose belle che mi circondano

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