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Marche – Il Verdicchio di Matelica ed il sorprendente Pinot Nero dell’azienda Cavalieri

La squadra di Vinodabere aveva avuto modo di conoscere l’azienda Cavalieri nell’edizione di Terroir Marche tenutasi qualche anno fa a Macerata.

Eravamo rimasti particolarmente colpiti dal Pinot Nero realizzato da Gabriele Benedetti.

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Gabriele Benedetti

Così a distanza di qualche anno abbiamo voluto operare una ricognizione dei vini aziendali, tutti biologici, e tutti realizzati con molta attenzione al rispetto della natura.

Siamo nell’areale di Matelica. Ovviamente si produce quindi, con ottimi risultati, Verdicchio.

Ma questo naturalmente non poteva stupirci. Il Pinot Nero invece è la vera sorpresa.

Ma veniamo ai vini che abbiamo provato ed alle nostre sensazioni:

Verdicchio di Matelica Fornacione 2018: sapidità, freschezza, avvolgenza e lunghezza gustativa sono al centro dell’assaggio, insieme a note “pietrose”, di frutta secca e ricordi di erbe officinali. Il sorso è dinamico e progressivo e chiude con un piacevole finale di cenere e camino spento.

Verdicchio di Matelica Gegè 2017: sensazioni di frutta secca e talco si alternano a richiami speziati e di macchia mediterranea. Strutturato e complesso, gioca le sue carte sulla pienezza e sulla potenza.

Pinot Nero 2018: attraversa diverse fasi di assaggio. Si inizia con sentori di frutti rossi e spezie, freschezza e sapidità che danno ad intendere di avere davanti un vino che punta sulla bevibilità ed agilità del sorso. Ma poco dopo arriva l’esplosione di sentori che vanno da ricordi fumé fino a ricordi balsamici e di macchia mediterranea. Persistenza, struttura ed un lungo e felice finale iodato completano il ricco quadro organolettico.

Pinot Nero 2016: note floreali e di agrumi si aggiungono a toni speziati e fruttati anticipando complessità, materia ed una lunga chiusura su richiami di mirtilli ed erbe officinali. Un Pinot Nero di grandissima eleganza.

Pinot Nero 2015: è la dimostrazione delle ottime capacità di evoluzione di questo Pinot Nero, che mostra struttura, carattere e una grande mineralità, ma anche note ematiche, speziate ed una straordinaria e piacevolissima sapidità. Un mirabile connubio tra complessità e bevibilità, potenza ed eleganza. Un piccolo capolavoro!!!!

 

 

 

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Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice in diversi concorsi internazionali, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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