Hirpus in lingua osca significa per l’appunto “lupo”. E di questo territorio, abitato sin dall’antichità dai lupi, restiamo sempre basiti dalla bellezza dei suoi vini, patrimonio del nostro saper fare bene. I fratelli Basso (Sabino, Simone, Anna), assieme al cognato Paolo Sibillo gestiscono questa celebre realtà certificata bio di ben 27 ettari vitati, nei pressi della valle del fiume Sabato a San Michele di Serino in provincia di Avellino.
In questa zona si è fatta davvero la storia, con il patto dell’anno 848 stipulato tra i Principi Longobardi Siconolfo e Radelchi e la spartizione del Principato di Benevento con relativa determinazione precisa dei confini. La Provincia di Salerno sarebbe iniziata dalla località denominata “I Pellegrini” dove si trovava, già dal VI° secolo d.C., la Chiesa di S.Angelo ad Peregrinos, un luogo di ospizio e di transito dei pellegrini che si recavano al Santuario di San Michele del Monte Gargano .
La rinascita dell’azienda, da sempre produttrice di olio e vino, avvenne nel 2009 con la costruzione di una moderna cantina tecnologica; anche l’avvio di strette collaborazioni con i migliori enologi presenti in Campania, precedentemente il prof. Moio ed in seguito Fortunato Sebastiano, hanno perfezionato ulteriormente la ricerca della qualità dei vini, nonostante qualche annata altalenante.
A Life of Wine 2020 abbiamo potuto degustare, in orizzontale, due Fiano di Avellino DOCG ed un Greco di Tufo DOCG tutti dell’annata 2013.
I due Fiano afferiscono a Cru differenti – situati a Montefredane, San Michele di Serino e Lapio – ma presentano lo stesso tipo di lavorazione: 12 mesi in acciaio sulle fecce fini e 12 mesi di imbottigliamento. Messi in commercio a due anni dalla vendemmia.
Ecco le nostre impressioni:
Fiano Alimata: 13% alcol, esposizione vigneti a Est, terreno compatto in prevalenza argilloso. Colore giallo dorato. Profumi freschi e abbastanza intensi di frutta gialla, frutta tropicale e tè. In bocca è coerente con il naso: evidenzia freschezza con una beva saporita e salina e un finale di mandorla e frutta gialla. Unico difetto un carattere troppo “pomposo”
Fiano Ventidue: 13% alcol, esposizione a Sud-Est, terreno compatto in prevalenza argilloso. Sentori più maturi e intensi rispetto all’Alimata, di mela golden, pera, ananas, erbe aromatiche, zucchero filato e nocciola. Al palato è ricco, sapido, rotondo e fruttato, con una nota minerale e fumé. Molto elegante, sfiora la piena armonia
Greco di Tufo “Contrada Marotta”: dal comune di Montefusco, 13% alcol, il cui nome deriva dall’omonimo appezzamento di un ettaro appena di terreno misto argilloso con presenza di ceneri vulcaniche. Affinato in acciaio. Colore oro intenso. Complesso e fine; un profilo olfattivo più verticale rispetto ai Fiano, con sentori floreali di biancospino, zagara, lavanda, e camomilla essiccata. Segue un mix di frutta esotica e pesca gialla matura, spezie bianche e note minerali. In bocca dimostra spessore, energico e quasi salino, lascia la bocca asciutta e pulita. Chiude nel finale (molto persistente) con cenni di pietra focaia e iodio. 94/100 – spaziale!