Passato qualche tempo dalla manifestazione si riesce ad apprezzare ancor di più la bellezza di questo evento, e non finiremo mai di ringraziare lo Studio Umami e il nostro Direttore responsabile Maurizio Valeriani, per l’esperienza e per la possibilità di poter scrivere di questo. In questo caso parlare di una Cantina, dove il padre di tutti gli enologi ha elargito tutta la sua scienza e la sua conoscenza, è un privilegio.
Le persone che hanno collaborato alla nascita di Agricola Punica (nota anche come AgriPunica) sono tra i Padri fondatori della cultura vitivinicola italiana: Sebastiano Rosa e Nicolò Incisa della Rocchetta (Tenuta San Guido), Antonello Pilloni (presidente di Santadi), ed il leggendario Giacomo Tachis, tutti uniti per fare in terra sarda un vino che potesse competere con i migliori vini al mondo, una sfida nella sfida visto anche l’handicap di allora di dover partire da un territorio che per lontananza e tradizione era noto solo per i suoi vini massicci.
Già negli anni ’80 quando Giacomo Tachis, consulente prima del Consorzio del vino regionale sardo e poi per la Cantina Sociale di Santadi, si accorse della potenzialità delle uve coltivate nel Sulcis, tanto da convincere Incisa della Rocchetta ad investire e creare una joint-venture che procurò i suoi frutti nel 2002. Questo connubio esplosivo, dato dal know-how delle Tenute San Guido e dalla natura del territorio e delle sue viti, hanno creato quello che viene denominato il miracolo del Sulcis con il suo territorio, il suo clima con inverni miti ed estati calde e asciutte. La vicinanza al mare con il suo riflesso riesce a far maturare l’uva aiutando la polimerizzazione dei tannini ancor prima della vendemmia.
AgriPunica nasce con l’acquisto di un’azienda composta da due tenute: Barrua, una tenuta di 22 ettari già vitata e che quindi nel 2002 consente immediatamente la vinificazione di una prima annata, con terreni posizionati in direzione di Teulada e di Sant’Antioco, e Narcao, 48 ettari, suddivisi tra varietà autoctone ed alcune varietà francesi. I terreni sono molto profondi e sabbiosi con una media quantità di argilla.
Nel 2012 la vocazione dell’allevamento a bacca rossa si arricchisce anche dalla produzione del primo e unico bianco dell’Azienda, Samas.
L’uso della barrique per l’invecchiamento fa sì che i vini di questo territorio assumano una ispirazione internazionale, nonostante strettamente legati al terroir del Sulcis, e questa inclinazione consente una grande affermazione nei mercati di tutto il mondo.
Ai banchi di assaggio abbiamo degustato i tre prodotti dell’Azienda con una mini verticale per i rossi.
Samas Igt Isola dei Nuraghi 2019
Uve: 80% Vermentino, 20% Chardonnay, da uve provenienti da terreni prevalentemente sabbiosi della zona costiera, lavorate a bassissime temperature, con criomacerazione, anche nel viaggio che le portano in piccole cassette con ghiaccio secco preservandole dal calore e riuscendo a conferire e proteggere la loro ricchezza aromatica. Decantazione statica con lieviti selezionati, fermentazione, controllata sulle fecce di per circa 40 giorni, segue affinamento in vasche di acciaio per circa 2 mesi e mezzo, successivamente il blend tra le due varietà a cui segue un ulteriore affinamento di 3 mesi in piccole vasche di cemento che non subisce chiarifiche o filtrazioni intermedie. Colore giallo paglierino vivo con tenui riflessi verdognoli, al naso ventaglio olfattivo in cui predomina il fruttato dove si alternano le note di frutti tropicali e agrumate con intrusioni di macchia mediterranea. Al palato bella freschezza con una bella e non invadente sapidità che accompagna le sensazioni fruttate olfattive per un lungo e persistente finale. 13% vol.
Montessu Igt Isola dei Nuraghi 2012
Uve: 60%, Cabernet Sauvignon 10%, Cabernet Franc 10%, Merlot 10%, Syrah 10% da vigneti a cordone speronato su suoli di medio impasto, argillosi, sabbiosi e calcarei. Macerazione a contatto con le bucce, in vasche di acciaio inox a temperatura controllata, fermentazione malolattica svolta, segue affinamento in barriques di rovere francese per circa 15 mesi. Colore rosso rubino intenso con riflessi granati, impenetrabile, al naso note fruttate evidenti con amarena, prugna con sentori speziati pepe nero, tabacco, liquirizia, cacao e caffè, al palato il sorso è pieno con sensazioni di sapidità ed acidità ben integrate tra loro che insieme ad un tannino vellutato lo rendono morbido e conducono ad un lungo finale dove tornano le sensazioni olfattive. 14% Vol.
Montessu Igt Isola dei Nuraghi 2014
Colore rosso rubino concentrato con unghia granata, al naso predominante la parte fruttata matura
con sentori di liquirizia, e di macchia mediterranea come cappero e rosmarino ed anche note speziate di pepe al palato morbido con una bella componente sapida e ampia acidità con tannini setosi, corrispondenza gusto olfattiva con finale persistente. 14,5% Vol.
Montessu Igt Isola dei Nuraghi 2017
Colore Rosso rubino scuro, al naso intenso di frutta rossa insieme a note di macchia mediterranea saline e speziate con pepe nero, e sensazioni balsamiche, al palato il sorso è corposo, sapido con sensazioni fruttate e speziate per un finale persistente dove torna un accenno balsamico. 14,5% Vol.
Barrua Igt Isola dei Nuraghi 2009
Uve: 85% Carignano, 10% Cabernet Sauvignon, 5% Merlot, su terreni di medio impasto, argillosi, sabbiosi e calcarei allevamento a cordone speronato. Fermentazione con le bucce a temperatura controllata in serbatoi di acciaio inox termocondizionati per 15 giorni, fermentazione malolattica svolta, segue affinamento in barriques nuove di rovere francese per 18 mesi, e 12 mesi in bottiglia. Colore rosso scuro tendente al granato, al naso frutti rossi maturi, amarena sotto spirito, spezie, liquirizia e note balsamiche da ricondurre alla macchia mediterranea, al palato tornano le sensazioni della macchia mediterranea che si alternano alle note fruttate con tannini delicati ben amalgamati all’acidità ancora molto persistente, per un finale lungo. 14,5% Vol.
Barrua Igt Isola dei Nuraghi 2011
Colore Rosso rubino intenso con unghia granata, al naso torna la classica componente fruttata matura del precedente seguito anch’esso dalle note speziate come marchio di fabbrica e componente marcante, al palato grande equilibrio tra tannini raffinati e splendida acidità per un finale che riporta i componenti tipici della macchia mediterranea di queste parti con mirto, ginepro, cisto, insieme a ricordi di salvia e timo. 14,5% Vol.
Barrua Igt Isola dei Nuraghi 2013
Rosso rubino intenso, al naso note fruttate di ciliegia nera e frutti di bosco, tornano i sentori di macchia con spezie dolci, tabacco dolce accompagnate da note balsamiche. Al palato il sorso pieno ci fa apprezzare la trama morbida e fine del tannino su una bella scia sapida. Ottima la persistenza. 15% Vol.
Barrua Igt Isola dei Nuraghi 2016
Colore rubino vivace ed intenso, al naso note fruttate di amarena, spezie pepe, cacao, liquirizia, con l’immancabile componente di mediterraneo del Sulcis iglesiente, il mirto e salvia, al palato la costante della morbidezza del tannino vellutato e della bella acidità, accompagna le note olfattive insieme ad una evidente nota balsamica, per un finale che sembra non finire mai. 15% Vol.
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