È stato diffuso l’elenco degli spiriti premiati nella 25° edizione dello Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles, l’unica manifestazione della categoria itinerante, che per la prima volta si è svolta in Italia a Treviso.
Complessivamente i 138 giudici internazionali (eravamo inclusi nei codesti eletti) hanno degustato e valutato alla cieca 2.383 distillati o liquori, provenienti da 57 paesi.
Per i più curiosi l’elenco completo dei premiati lo si trova qui: (link)
Vien da sé e ci vergogniamo un tantino a rimarcare l’ovvietà, che si assaggia, giudica e premia nell’ambito dei campioni che hanno scelto, con l’invio del loro prodotto, di partecipare al concorso. Se qualche nazione o spirito non sono stati premiati, può dipendere da una scarsa o del tutto assente partecipazione di essi.
La Gran Medaglia d’Oro, vale a dire quella che si ottiene quando un campione raggiunge un punteggio superiore ai 91.1/100, è certamente quella più sognata e agognata dalle aziende partecipanti. In questa edizione ne sono state attribuite ben 75, a testimonianza della crescita qualitativa che sta vivendo il mondo dei distillati e liquoristica.
I 75 prodotti da Gran Medaglia d’Oro sono stati pertanto ritenuti dai giudici come eccellenti.
Limitandosi esclusivamente a questi, con la consapevolezza della parzialità della ricerca condotta, la curiosità e una innata passione per la statistica ci ha spinto ad analizzare il dato dividendolo per nazione di provenienza e tipologia di appartenenza del prodotto. Abbiamo pensato di condividerlo e commentarlo in questa sede.
Chiariamo, nel caso ce ne fosse bisogno, che nell’esercizio non vi è alcuna volontà di contestare i risultati che oltretutto, lo rimarchiamo, sono stati condotti con degustazione alla cieca come sarebbe sempre d’obbligo, e da professionisti che non hanno subito nessun tipo di condizionamento, e che potevano parlare fra di loro solo al termine del giudizio espresso sulla batteria di appartenenza. Non erano ammesse dall’organizzazione del concorso neppure espressioni facciali in esagerazione, sia in un senso che nell’altro, durante l’assaggio.
Suddivisione numerica delle Gran Medaglia d’Oro per tipologia di prodotto:
Baijiu 16
Rum 9
Cachaça 8
Mezcal 7
Whisky/Whiskey 6
Liquori 6
Armagnac 4
Cognac 4
Brandy di frutta 3
Anice 3
Pisco peruviano 2
Calvados 2
Gin 2
Brandy 1
Rakia 1
Tequila 1
Suddivisione numerica delle Gran Medaglia d’Oro per nazione di provenienza:
Cina 16
Francia 14
Brasile 11
Messico 8
Martinica 4
Italia 3
Perù 2
Regno Unito 2
Serbia 2
Australia 1
Belgio 1
Bulgaria 1
Grecia 1
Guadalupa 1
Lussemburgo 1
Mauritius 1
Moldavia 1
Repubblica Ceca 1
Seychelles 1
Sudafrica 1
Taiwan 1
U.S.A. 1
Che le 75 Gran Medaglia d’Oro siano distribuite in ben 22 nazioni, non è il frutto dell’applicazione del manuale Cencelli, ma della reale risultanza delle valutazioni.
Spicca che la Cina non è affatto vicina, come sosteneva Marco Bellocchio, ma alquanto distante. Infatti, se è vero che il dato non deve stupire poiché i campioni inviati da questa immensa nazione rappresentavano il 21.5% del complessivo (il calcolo di quanti erano esattamente potete farlo Voi) quindi un risultato comprensibile, è altrettanto vero che quelli provenienti dalla Francia erano superiori con il 23%. Ma non è tutto. La Cina disponeva di una sola tipologia di spirito, il Baijiu, mentre la Francia ha vinto le sue 14 Gran Medaglia d’Oro in ben 7 categorie (Anice, Armagnac, Calvados, Cognac, Gin, Liquori, Whisky) in ottemperanza al principio di Liberté, Égalité, Fraternité , e con pace fatta nella dicotomia Armagnac/Cognac con 4 premi cadauno.
Ottimo risultato per il Brasile con 11 titoli, capitalizzando molto bene il suo 11.5% di campioni inviati, e che dimostra di non eccellere in sole cachaça, avendo conseguito tre Gran Medaglia d’Oro con due liquori e un gin. E a proposito di gin scopriamo che gli appena due presenti in questa lista non appartengono a nazioni di storica produzione (la Francia e il Brasile per l’appunto). Ci domandiamo dove sia il Regno Unito.
La performance del Messico con 8 Gran Medaglia d’Oro delle quali 7 appartengono ai Mezcal, fa riflettere sul lato della bilancia al quale pendere.
Veniamo alla nota dolente. Solo 3 Gran Medaglia d’Oro ottenute dall’Italia, le menzioniamo:
Amaro Fragrantia 2023 della siciliana Pinzo
Limoncino dell’Isola della storica F.lli Caffo
Antica Sambuca Classic di Antiche Distillerie Riunite, un po’ di Veneto, regione organizzatrice dell’evento, ci voleva per bacco!
Il dato ci lascia un tantino delusi, non solo per essere stati, con il 10.7%, la terza nazione per prodotto inviato, e pertanto con tutta probabilità quella che ha capitalizzato peggio (perlomeno per quel che riguarda le medaglie più prestigiose), ma per un’altra ragione (stavamo per aggiungere soprattutto per questa): non c’è alcuna grappa, e del resto l’intera tipologia di acquavite di vinaccia è assente nella lista in questione. E neppure le acquaviti di frutta, che riteniamo una delle eccellenze italiane nel mondo. Per la prossima edizione auspichiamo che l’invio di tali prodotti sia talmente massiccio da parte delle aziende, da far virare in positivo il bilancio.
Da cultori quali siamo dei whisky, anche se sono completamente assenti i nomi dei più prestigiosi single malt scozzesi, siamo contenti delle 6 Gran Medaglia d’Oro ottenute e analizzando il dato risulta chiaro per chi nutrisse ancora dei dubbi, che questo distillato non parla più esclusivamente la lingua celtica: 2 sono del Regno Unito (attenzione però, uno è scozzese ma l’altro è inglese, il Lakes, e ne sentiremo parlare), 1 della Francia, 1 del Belgio, 1 di Taiwan, 1 del Sudafrica. Irlanda non pervenuta (e vista la numerosa crescita delle distillerie di whiskey in questa nazione consigliamo l’invio di prodotto ai concorsi quali il succitato) e neppure il Giappone (dal Sol Levante assenti anche i distillati tradizionali), e l’unico prodotto da Gran Medaglia d’Oro proveniente dagli U.S.A., non si tratta di un bourbon o di un rye whiskey, bensì di un rum della Florida.
A proposito di questa grande categoria che sono i rum, delle 9 Gran Medaglia d’Oro a far man bassa è la Martinica con 4 (incluso l’unico bianco dei 9) e poi appunto Stati Uniti, Seychelles, Guadalupa, Mauritius, Australia, rispettivamente con 1. Caraibi anglofoni, anche loro non pervenuti, e neanche l’intero Centro e Sudamerica continentale.
In crescita, e di ciò siamo molto contenti, la presenza di spiriti provenienti dalla penisola balcanica che, volendo includere anche la Moldavia con un brandy, vede la Bulgaria con una rakia, la Grecia con un premio conseguito per uno Tsipouro aromatizzato all’anice, e la Serbia con due brandy di frutta. Aspettiamo al varco l’Armenia sulla qualità dei suoi prodotti (siamo stati testimoni in un viaggio qualche anno fa).
Assente dalle gran medaglia d’oro la vodka, ne dobbiamo essere dispiaciuti?
Insomma, una manifestazione in piena crescita, non solo numerica, ma abbiamo l’impressione che il bello debba ancora venire.
Slàinte
Pino Perrone, classe 1964, è un sommelier specializzatosi nel whisky, in particolar modo lo scotch, passione che coltiva da 30 anni. Di pari passo è fortemente interessato ad altre forme d'arti più convenzionali (il whisky come il vino lo sono) quali letteratura, cinema e musica. È giudice internazionale in due concorsi che riguardano i distillati, lo Spirits Selection del Concours Mondial de Bruxelles, e l'International Sugarcane Spirits Awards che si svolge interamente in via telematica. Nel 2016 assieme a Emiko Kaji e Charles Schumann è stato giudice a Roma nella finale europea del Nikka Perfect Serve. Per dieci anni è stato uno degli organizzatori del Roma Whisky Festival, ed è autore di numerosi articoli per varie riviste del settore, docente di corsi sul whisky e relatore di centinaia di degustazioni. Ha curato editorialmente tre libri sul distillato di cereali: le versioni italiane di "Whisky" e "Iconic Whisky" di Cyrille Mald, pubblicate da L'Ippocampo, e il libro a quattordici mani intitolato "Il Whisky nel Mondo" per la Readrink.
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