Crescere in maniera sostenibile curando con la massima qualità ogni fase del processo produttivo; incentivare la biodiversità e l’agricoltura tradizionale, dedicando spazio a varietà di frutta secondarie e oggi purtroppo quasi scomparse; cercare di instaurare un rapporto di collaborazione equo e virtuoso con i tanti piccoli fornitori locali, nella consapevolezza che l’economia di un territorio passa anche da questo. Potremmo riassumere con questi importanti concetti la filosofia produttiva della Roner, una delle più affermate distillerie italiane, capace di strappare rinoscimenti e apprezzamenti nei principali concorsi internazionali. In questo articolo dedicheremo un po’ di spazio ad uno dei prodotti simbolo dell’azienda: l’acquavite di Pere Williams.
Ma prima una breve digressione sull’azienda. Situata a Termeno, in provincia di Bolzano, Roner è un’azienda che affonda le radici nella seconda metà del secolo scorso. Nel 1946 Gottfried Roner impiantò per passione il primo alambicco nella casa di famiglia: partì con la grappa, poi distillò o trasformò in liquore di tutto: radici e bacche macerate dai boschi circostanti, genziana, mirtillo, ginepro e ogni genere di frutta. In breve tempo, le acquaviti di frutta divennero il marchio di qualità distintivo dell’azienda (e dell’intero Alto Adige).
L’azienda, anche se con uno stabilimento produttivo ed un’organizzazione capace di gestire grandi numeri, è rimasta a carattere familiare.
L’attenzione all’ambiente e il concetto di crescita sostenibile sono sempre stati un qualcosa di concreto, che va oltre i soliti slogan: è stata, ad esempio, la prima distilleria italiana ad utilizzare un generatore a vapore ecologico, che trasforma i residui organici della distillazione, come ad esempio i noccioli di albicocche e ciliegie e le vinacce usate, in energia pulita utilizzata per la produzione.
Ma veniamo, finalmente, ai due distillati all’origine di questo articolo. L’Acquavite di Pere Williams è una specialità della celebre distilleria altoatesina. Un’etichetta che è diventata, nel tempo, un grande classico che rappresenta la tradizione e la cultura di un intero territorio.
Le Pere Williams Christ – una varietà più fragrante coltivata da selezionati produttori locali – sono lavorate fresche, in modo da ottenere la purea per la fermentazione. La successiva distillazione si svolge utilizzando un doppio passaggio in alambicchi a bagnomaria, avendo cura di estrarre gli aromi nella maniera più delicata possibile. Prima d’essere imbottigliata, l’acquavite matura per circa un anno in vasche d’acciaio inox.
Ne abbiamo provate due versioni. La classica, dalla bottiglia chiara, e la riserva, con bottiglia nera: la differenza sta, sostanzialmente, nella quantità di frutta utilizzata, che è ovviamente maggiore nella seconda versione, e in un paio di gradi alcolici in più, sempre a vantaggio della riserva.
Entrambe si presentano nel bicchiere con un colore trasparente e cristallino. I delicati e sottili profumi di pera emergono immediati, impreziositi da lievi note amaricanti, che ricordano la frutta secca. Una nota più matura e piena contraddistingue la versione riserva, dove è evidente l’apporto della maggior concentrazione fruttata.
In bocca hanno entrambe una freschezza ed un equilibrio mirabile, lasciandoti con una sensazione di pulizia e nitore che invita al successivo sorso. Non ci sono scalini, né calore in eccesso. Tutto è molto misurato e appagante. Se l’acquavite classica vi piacerà per la sua schiettezza e bevibilità, la riserva è un vero gioiello per la tipologia, con aromi e ricchezza di sorso che difficilmente la faranno passare in secondo piano.
Abruzzese, ingegnere per mestiere, critico enogastronomico per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri, con cui ancora collabora. Vino, distillati e turismo enogastronomico sono la sua specializzazione. Nel tempo libero (poco) prova a fare il piccolo editore, amministrando una società di portali di news e comunicazione molto seguiti in Abruzzo e a Roma. Ha collaborato per molti anni con guide nazionali del vino, seguendo soprattutto la regione Abruzzo (ma va?), e con testate enogastronomiche cartacee ed online. Organizza eventi e corsi sul vino...più spesso in Abruzzo (si vabbè...lo abbiamo capito!).
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