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Campania

La visita delle Cantine Antonio Caggiano, un’esperienza che non si può non fare nella vita

Andare a visitare le Cantine Antonio Caggiano è un’esperienza che un appassionato di vino non può non fare nella propria vita.

Potremmo definirlo un pellegrinaggio nel cuore dell’Irpinia vinicola,  sia per la qualità dei vini che vi si producono, sia per il luogo in cui è ubicata, all’interno della cittadina di Taurasi, in contrada Sala.

La cantina sembra essere stata costruita per omaggiare questo “essere vivente” che è il vino,  che trova qui il terreno ideale per vivere e ad esprimersi al meglio. Dove compito del viticoltore è sempre stato quello di prendersene cura sin dall’inizio della sua vita, gestendolo al meglio nelle vigne e trattandolo con amore e rispetto in cantina  affinché se ne ottenga un prodotto di altissimo livello.

La chiesa

La chiesa

Ci troviamo davanti ad una struttura che si sviluppa su tre livelli di cui due interrati, che conduce il visitatore attraverso un viaggio, misterioso e affascinante allo stesso tempo, dove l’elemento dominante  è quella “chiesa” che Antonio Caggiano ha voluto creare per omaggiare il suo vino.

Il Presepe

Il Presepe

Le alte volte, la Grande croce fatta di bottiglie che si erge alle spalle di un altare dove sembra che si debba celebrare il mistero dell’enologia, creano un atmosfera che lascia a bocca aperta chi vi entra per la prima volta. E il presepe, presente tutto l’anno, situato in un angolo di questo luogo mistico sembra evidenziarne la sacralità dove il vino  è l’elemento principale.

Ritratto di Antonio Caggiano

Ritratto di Antonio Caggiano

Una descrizione come questa potrebbe stupire e far nascere strane idee sulla realtà che osserviamo, ma non è così!  Antonio Caggiano, il creatore di tutto ciò, è un uomo speciale, che ha visto nella sua vita  mescolarsi mondi completamente diversi tra loro. E proprio per queste sue doti  è  riuscito ad  integrare nel migliore dei modi bellezza ed enologia. E le sue passioni, in particolare la creatività,  ben supportate da quegli  studi giovanili (Antonio è geometra), hanno saputo evidenziare in modo stupefacente e per alcuni versi provocatorio quella cultura contadina che si è pian piano modificata con il passare del tempo.

Le poltrone fatte con le doghe delle botti

Le poltrone fatte con le doghe delle botti

Entrarvi  è un’esperienza che rimarrà impressa nella mente di ciascuno, ogni elemento del mondo enologico e agricolo, dalle poltrone fatte con le doghe delle botti, ai lampadari dello stesso materiale, dalle statue, ai quadri, ci anticipano che il nostro viaggio sarà completamente diverso da quelli che normalmente facciamo.

E l’arte  fotografica di cui è maestro, associata alla sua capacità innata di creare, si fonde in un tutt’uno, facendo dell’enologia un elemento unico che si auto-esalta utilizzando ogni aspetto del mondo vinicolo e artistico, rendendolo oltre che utile anche bello. Non c’è luogo, durante la visita, che non attragga l’attenzione, lasciando il visitatore in preda all’euforia per l’emozione che trasmette.

Un percorso circolare, che dall’alto ti porta verso il basso e viceversa, che ti fa entrare nel passato, attraverso le vecchie botti che hanno accolto le uve per tantissimi anni, e ti riporta nel presente dove le grandi vasche di acciaio ci mostrano una tecnologia ormai completamente integrata nella nostra vita. Il tutto intervallato dallo scorrere del tempo che si manifesta attraverso  diversi strumenti agricoli che Antonio ha raccolto con tanta cura nel suo viaggiare e  che  caratterizzano i diversi spazi temporali di questi luoghi.

Antonio Caggiano

Pino Caggiano

Giuseppe Caggiano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutto questo è possibile grazie al lavoro e la passione profusa da Antonio e Giuseppe (Pino) Caggiano, padre e figlio. Le due facce di una stessa medaglia, così diversi ma cosi simili, necessari uno all’altro affinché questo luogo mantenga tutto il fascino che lo contraddistingue.

Non avere la possibilità di parlare con entrambi,  ti dà la sensazione che questo meraviglioso viaggio sia incompleto.

la cantina

La Cantina

E se il figlio è l’artefice dell’attuale grandezza enologica, il padre oltre che il creatore è l’elemento che ne ha permesso, ieri come oggi, di valorizzarla ai più alti livelli, anche grazie a quei racconti con cui intrattiene gli ospiti che permettono di conoscerlo meglio e danno un senso alla scelta dei nomi dei vini.

Li potremmo considerare come il dipinto che si accompagna alla cornice, ognuno necessario a se stesso ma importanti allo stesso modo  affinché l’opera raffigurata esprima il meglio di sé.

Avervi incuriositi su quello che si può apprezzare andando a trovarli, non deve farci perdere di vista l’aspetto che più ci interessa di questa visita: il vino da loro prodotto.

E proprio per questo vogliamo parlarvi degli assaggi che abbiamo fatto che ci hanno colpito quanto il luogo che li ha generati e che li conserva con grande cura.

Fiano d’Avellino Bechar 2017 – 2010

Fiano d'Avellino Bechar 2017 -2010

Fiano d’Avellino Bechar 2017: Tanta complessità, con fiori frutta secca e spezia in evidenza, si fonde ad una beva profonda e ricca che anticipa piacevolissimi ricordi fumé.

Fiano d’Avellino Bechar 2010: un regalo che ci fa Pino Caggiano quando ci permette di assaggiare una vecchia annata del suo Fiano. Dall’assaggio possiamo dire con fermezza che questo vitigno sa invecchiare con classe e regalare emozioni che pochi vini sanno dare, la nota di idrocarburo si accompagna a note di pesca gialla, ma è l’entrata in bocca che stupisce, vivo ancora nel pieno delle forze, con una beva ricca e dinamica che ti fa finire il vino nel bicchiere senza accorgertene. Un gran vino, grazie Pino per questa emozione.

Greco di Tufo Devon 2017 – 2016

Greco di Tufo Devon 2017 - 2016

 

Greco di Tufo Devon 2017

Il nome evoca uno dei tanti viaggi fatti da Antonio Caggiano nella sua vita, in particolare questo ricorda la sua avventura nel Circolo Polare Artico. Vino salmastro, minerale di ottima freschezza e ricordi iodati nel finale. Ancora molto giovane e teso, ma diventerà un grande Greco.

Greco di Tufo Devon 2016

Un anno in più di bottiglia lo si sente in questo Greco, dove le note di frutta secca e spezia si accompagnano a profumi floreali. Dinamico e con una buona persistenza.

Taurasi vigna Macchia dei Goti 2013

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Taurasi DOCG  Vigna Macchia dei Goti  2013

Un vino che nasce su terreni argillosi calcarei  su colline a 350 m.s.l. ubicati nel territorio di Taurasi  Ci mostra tutta la sua maestosità non appena  si avvicina il naso al bicchiere, dove profumi di viola, rosa, frutta rossa,  pepe nero e chiodo di garofano si fondono insieme in modo magistrale. Ricco, dinamico con una chiusura  di amarena e spezia che sembra non lasciarci mai.

Sede a Taurasi (Av) – Contrada Sala
Tel e Fax 0827 74043
info@cantinecaggiano.it – www.cantinecaggiano.it

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Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.

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