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Alto adige

La Quintessenza di Kellerei Kaltern

Ultimamente ho partecipato ad un bellissimo tour a Caldaro: breve, ma intenso e completo.

Lago di Caldaro

 

L’Alto Adige è stato un territorio-proprietà Asburgico fino alla prima guerra mondiale e l’intera produzione vinicola era il naturale rifornimento di tale casato; nel 1919 diventò territorio Italiano e, dopo la seconda guerra mondiale, il mercato di riferimento diventò, inevitabilmente, quello italiano, ivi compresi gli orientamenti qualitativi, dettati anche dai tempi.

 

La quota proprietaria dei viticoltori di Caldaro è estremamente frazionata: si pensi che ognuno possiede una media di 0,7 ettari di vigneto. Da qui la necessità di organizzarsi in cantine sociali, dove operare la trasformazione in modo economicamente più razionale.

 

L’attuale Cantina Kaltern è nata per fusioni successive di cinque cantine storiche, secondo la seguente cronologia:

 

  • Nel 1986 si sono fuse la Cantina Erste e la Cantina Neue, fondate rispettivamente nel 1900 e nel 1925, creando la Cantina Erste + Neue;
  • Ne 1992 la Bauernkellerei (Cantina dei Contadini) e la Jubiläumskellerei (la Cantina del Giubileo), fondate rispettivamente nel 1906 e nel 1908, vengono fuse, insieme alla Baron di Pauli, per dare vita alla Kellerei Kaltern;
  • Nel 2016 da Kellerei Kaltern e Erste+Neue nasce un’unica cantina: Kellerei Kaltern.

 

Baron Di Pauli, comunque, si distingue tutt’oggi dal gruppo: la famiglia mantiene due masi, vinifica le proprie uve nella cantina sociale, ma a parte ed utilizza ancora il proprio marchio.

Bottaia Storica

 

Nel logo di Cantina Kaltern troviamo il paiolo della polenta, simbolo della Cantina dei Contadini, e il leone asburgico che regge un bicchiere, testimone di quella Cantina del Giubileo fondata in occasione del viaggio a Caldaro dell’imperatore Francesco Giuseppe.

Botte 1848-1908 con stemma Asburgico

 

In totale vengono utilizzati 20 vitigni, tra autoctoni e tradizionali, coltivati su un totale di 471 ettari; i soci conferitori sono circa 670 e le bottiglie prodotte sono 3,5 milioni più ulteriori 1,5 milioni per la vendita locale.

Reparto Imbottigliamento

 

Il Direttore di tutte le operazioni tecniche legate alla produzione (Kellermeister), sia nei vigneti che nell’immensa ed avveneristica cantina, è il giovane enologo Andrea Moser.

 

Ed ecco alcuni vini assaggiati nei due giorni.

 

Brut Nature 2013

Chardonnay con un saldo (2%) di Pinot Nero; il 20% della massa fa un passaggio di circa 8 mesi in legno con le sue fecce, fermentazione compresa; la fermentazione in bottiglia, invece, dura 42 mesi. Il perlage è molto fine. Frutta tropicale e note minerali in evidenza all’olfattiva; buona l’acidità in ottima combinazione con note fruttate e sapidità; molto verticale e lungo;

 

Vial 2016

Pinot Bianco è il vitigno utilizzato. Pera kaiser e fiori bianchi e gialli al naso; il sapore di pera si apprezza anche in bocca; è un vino ad alta acidità, è asciutto, sapido e delicato al contempo.

 

Saltner 2016

Pinot Noir; piccoli frutti neri, note nocciolate, una leggera nota erbacea ed un sentore di pollaio lo contraddistinguono al naso; il sorso è sapido e scorrevole, molto diretto, ampio, pulito ed elegante. In bocca si apprezzano anche melograno, caramello ed una nota di cacao.

Saltner_2016

Dopo l’ultima fusione (2016) è stata creata una linea di cinque vini, da cinque vitigni diversi tra i più rappresentativi e dai migliori vigneti, chiamata “Quintessenz”. Ognuno di questi vini ci è stato servito alla cieca e con due vini del panorama internazionale della stessa fascia di classe e di prezzo: ottime le scelte per il confronto.

 

Quintessenz Pinot Bianco 2016

Leggera nota erbacea, frutta a polpa bianca e lieve nota d’agrume al naso; il sorso è piacevole, ha buona acidità, è vibrante e pulito; chiude con spezie fini.

Confrontato con Domain Pierre Morey – Bourgogne Chardonnay 2015 e con Cervaro della Sala Castello della Sala – Chardonnay 2016.

Q Pinot Bianco

 

Quintessenz Sauvignon 2016

Profumi di bosso e frutti tropicali lo caratterizzano all’olfattiva; il sorso è piacevole, corredato di buona acidità, è fruttato ed equilibrato.

Confrontato con Baron de Ladoucette – Sancerre Sauvignon 2014 e con Saint Claire – Sauvignon Reserve Wairau 2016.

 

Quintessenz Kalterersee Cl. Sup. 2017

Ottimo esempio di Schiava; al naso offre note di frutta rossa e nocciole; al palato è fruttato e freschissimo, il tannino è tenue e finissimo, sapido e speziato; chiude con una lieve nota amaricante.

Confrontato con Joseph Roty Gevrey Chambertin Pinot Noir 2014 e con Domaine Jean Foillard Gamay – Morgon Rouge Cote du Py 2016.

 

Quintessenz Cabernet Sauvignon Riserva 2015

E’ un vino molto floreale ed offre anche profumi di piccoli frutti di bosco rossi; il sorso è fruttato e fresco; ottimo equilibrio, sapido, progressivo e chiusura con leggera speziatura.

Confrontato con Chateau Poujeaux – Moulis en Mèdoc 2012 e con Coppola – Cabernet Sauvignon Directors Cut 2014

 

Quintessenz Passito Moscato Giallo 2014

Non mi è sembrato al massimo della forma, forse è l’unico vino della degustazione che ha sofferto il confronto con gli altri concorrenti; essendo un passito da moscato, me lo sarei aspettato un po’ più grasso, intenso ed ampio di sapori di frutta passita; ottima, comunque, la freschezza e la dolcezza del sorso; chiusura leggermente speziata.

Confrontato con Donnafugata – Ben Rye 2015 e con Tenuta Kracher – Welschriesling 2010.

 

Durante la cena abbiamo degustato altri notevoli vini:

 

Pinot Bianco 2014

in magnum, edizione Kunst.Stuck: al naso offre profumi di fiori bianchi e pera; ancora frutta bianca al palato, accompagnata da acidità elevata; è molto persistente ed esprime tanta finezza.

 

Mashed 2016

Pinot Grigio fatto macerare con bucce per due settimane; al naso sembra un calice di sangria con tanta frutta rossa e gialla; al palato si presenta secco, ma la elevata freschezza e le note fruttate lo rendono molto equilibrato e piacevole.

 

Kalterersee 2016

Il vitigno è la Schiava e dona al naso una sensazione di viola; poi le forti note di frutta rossa sopravvengono e invadono il naso. In bocca è fruttato e fresco, è ancora un po’ mordente, ma è succoso e colmo di sapori!

Assolutamente deliziosa una versione del 2008, ancora nel pieno della sua maturità, ma con una enorme potenza assolutamente controllata.

 

Altra chicca in assaggio è stato un Gewürztraminer, il Campaner 2003: offre note di pietra focaia mista a frutta a polpa gialla e con una freschezza ancora sorprendente!

 

 

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