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In Collio-Brda asta di vini alla Beaune

Benefit per Castagnavizza, l’abbazia ove è sepolto Carlo X

e per rilanciare i cru della “Contea di Maria Teresa”

 

Un re di Francia, l’ultimo, Carlo X, che si fa seppellire (con figli e nipoti) in un’abbazia dal nome che sa di favola – si chiama CASTAGNAVIZZA – giusto al confine tra Italia e Slovenia e già in territorio austroungarico, danneggiata dal tempo e da un sisma e urgentemente bisognosa di una mano amica che aiuti a salvarne mura e affreschi. Un’imperatrice (Maria Teresa d’Austria) che settant’anni prima della storica classificazione di Bordeaux del 1855, fondamento e pietra basale della piramide ormai universale della scansione in cru dei territori da vino, diede il via a quella di una Contea oggi territorio transnazionale, allora nella sua giurisdizione, e in bilico sul confine del Collio-Brda, tra Gorizia e Nova Gorica (prescelte peraltro in tandem come Città della Cultura 2025).

E un signore di nome Charles-Louis de  Noüe (visconte de Noüe per la precisione, e viste le premesse era difficile che potesse essere diversamente) già profondamente radicato nel mondo del vino – è contitolare di uno degli “stemmi” della nobiltà enologica di Borgogna, la celeberrima maison Leflaive – che prese una cotta per quest’area enoica così speciale (anche per noi italiani), entra in pista legandosi a un produttore locale, Alis Marinič, scopre tutta la storia che c’è dietro, i legami con la sua Francia e le carte ampelografiche dell’imperatrice anticipatrice, rafforza ulteriormente il “matrimonio” con la nuova terra da vigna in cui è sbarcato e decide: a) di dare una mano a Castagnavizza perché spuntino i danari necessari ai restauri; b) di rilanciare in qualche modo la storia – a suo modo leggendaria – della Contea di Gorizia, sconosciuto mosaico di cru ante litteram, e arrivata a lui grazie alle ricerche del giornalista e divulgatore Stefano Cosma. Come? Ma, naturalmente, alla borgognotta. Uno che ha tanta familiarità con la Côte d’Or e con Beaune non può che ispirarsi al modello straordinario e consolidato degli Hospices.

Un’asta allora. Dei vini della “riscoperta” Contea, presieduta da Niko Žvokelj, padre superiore del Monastero, e da Riccardo Illy, imprenditore arcinoto, anche lui impegnatissimo – a Montacino con l’azienda Mastrojanni – sul fronte vino e console onorario di Francia a Trieste. Cui, visto il particolarissimo momento che l’Europa sta vivendo, l’ideatore ha deciso di aggiungere, insieme alo scopo benefico, la specifica augurale (e intonata alla corale trasnazionalità dell’evento) di “asta dei vini per la pace”. A batterla, il 29 ottobre, sarà un signor professionista di settore convocato per l’occasione, Stephane Aubert (della casa specializzata Arcturial). Non mancherà, per gli ospiti convenuti, una cena di gala affidata ai premiati chef locali Tomaž Kavčič e Uroš Fakuč”.  Oltre venti i produttori partecipanti. Per notizie specifiche e per partecipare, va contattata la segreteria della dedicata e appena nata Associazione dei Cavalieri della Classificazione di Maria Teresa via mail  (marina.stojanovic@hotmail.it) o chiamando il +39(0)481281093.

Se l’asta come è negli auspici avrà successo, l’idea è farne un appuntamento annuale, sempre dedicato a scopi benefici e alla promozione del territorio di cui già prima che spirasse il diciottesimo secolo venne catalogata e analizzata la vocazione vitivinicola.

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