Si sono appena spente le luci sull’evento Contrade dell’Etna, la più importante manifestazione sui vini del vulcano giunta alla sua quattordicesima edizione. L’evento che, come lo scorso anno, si è tenuto presso l’elegante struttura del Picciolo Golf di Rovittello-Castiglione di Sicilia ha visto alternarsi professionisti, ricercatori, stampa, winelover, pubblico e operatori del canale Horeca, che hanno reso omaggio alla lungimiranza del precursore dei vini dell’Etna, il compianto Andrea Franchetti.
“Siamo entusiasti dello straordinario carnet scritto fin qui. La massiccia partecipazione dei produttori, 105 quelli presenti, e otto mila visitatori, ci riempie di orgoglio, dichiara Raffaella Schirò, e rappresenta per noi di Crew uno stimolo eccezionale per incrementare sempre di più i carati di questa manifestazione”. Massimo Nicotra e Sergio Cimmino proseguono: “Un ringraziamento di cuore anche a tutte le aziende che ci hanno supportato credendo in noi e nelle potenzialità di questa sbalorditiva kermesse”.
Oltre ai momenti di degustazione tra masterclass e assaggi negli stand ci sono stati momenti di approfondimento ed interviste a tutto campo a noti esponenti del campo agroalimentare.
In particolare la masterclass presentata da Orygini, una giovane startup siciliana, specializzata nell’affinamento delle bottiglie di vino nei fondali marini. Ma andando con ordine, prima dell’apertura della manifestazione la stampa ha potuto ritrovarsi per una cena di benvenuto presso la Cantina Tornatore che ha deliziato i presenti con i prodotti tipici dell’Etna e dei suoi vini.
La giornata di apertura ha visto la presentazione di un interessante studio del Prof. Sebastiano Torcivia, accademico di Economia Aziendale di UNIPA, Ordinario di Bilanci Aziendali e coordinatore di un master-management delle aziende vitivinicole, relativo al valore commerciale dei vini vulcanici.
Il primo dato significativo è che dai dati del professore le Aziende presenti sul vulcano risultano essere 209 anziché le 166 censite dal Consorzio, con una differenza di circa il 20%, e che statisticamente la Doc Etna rappresenta il 5% dell’imbottigliato delle Doc dell’isola. Tra le slide illustrate, significative quelle che hanno riportato i prezzi delle linee base che sono rispettivamente per le aziende piccole medie e grandi 21, 22 e 19 euro.
Le linee medie di prezzo invece riportano variazioni tra i 42 euro per le piccole aziende, 46 euro per le aziende medie, e 45 euro per le aziende grandi. Per la linea di alto livello si iniziano a determinare differenze maggiori, infatti, in ordine crescente troviamo 93.5 euro per le medie, 102 euro per le piccole 130 euro per le grandi. L’altra slide significativa è relativa alle quantità prodotte. Lo studio ha rilevato infatti che su 209 aziende, solo 35 (il 70,47% dell’imbottigliato totale) producono oltre 50.000 bottiglie. 65 (per un 21,70% dell’imbottigliato totale) sono le aziende che producono fra le 11.000 e 50.000 bottiglie, 109 sono le aziende più piccole (il 7,83% dell’imbottigliato) sotto le 10.000 bottiglie prodotte.
Successivamente alla presentazione dello studio c’è stata la “frizzante” intervista ad Oscar Farinetti da parte del giornalista Alessandro Trocino, del Corriere della Sera. Tra i tanti argomenti trattati ha dichiarato che “in questo momento nonostante i dati dell’export dicano che siamo il miglior paese per crescita, sfondando il tetto dei 600 miliardi di esportazioni per l’agroalimentare, il vino non sembra essere comunicato al meglio, e sotto questo profilo il Meridione è più indietro e deve mettersi in pari con il Nord. Siamo i migliori manifatturieri al mondo, agricoltura compresa, ma non riusciamo a comunicarlo, una dicotomia strana.
Quale potrebbe essere il grande scoop a livello mondiale che l’Italia potrebbe fare? Annunciare domani a Roma in diretta con tutto il mondo che l’Italia diventa Bio. Nei prossimi 10 anni anche i produttori più restii si dovranno convertire al Bio.
La Sicilia che è all’interno di una nazione con la maggiore biodiversità al mondo, essa stessa è la maggiore regione per biodiversità. Saremo costretti a farlo proprio per mantenerla così”. Relativamente al movimento del vino dell’Etna e alla sua potenzialità Farinetti si è espresso così : “dai dati che abbiamo il numero di produttori è raddoppiato negli ultimi dieci anni, e questo incremento si è poi palesato anche con i riconoscimenti, ultimo dei quali i tre bicchieri del Gambero Rosso dove la metà dei premiati è proveniente dal vulcano, a proposito della crescita di questo territorio”.
Tra i vari argomenti poi, su una domanda relativa alla Sicilia e alla costruzione del ponte, si è espresso favorevolmente.
Nella stessa giornata si sono susseguiti cinque appuntamenti ciascuno dedicato a delle masterclass sui versanti dell’Etna con degustazione guidata condotta da Federico Latteri, responsabile della “Guida ai Vini dell’Etna 2023” edita da Cronache di Gusto che sono andate in overbooking;
– Versante Est;
Etna Rosato Dusis 202 – Antonio Di Mauro
Etna Bianco Contessa del Vento 2021 – Theresa Eccher
Etna Bianco Superiore Contrada Volpare 2021
Etna Bianco Sommitale 2020 – La Contea
Etna Bianco Superiore Lindo 2020 – Iuppa
Etna Bianco Anthemis 2020 – Monteleone
Etna Bianco Superiore Biancomilo di Caselle 2020 – Sive Natura
Etna Bianco Superiore Imbris 2019 – I custodi delle Vigne dell’Etna
– Versanti Meridionali (Sud Est e Sud Ovest);
Etna Bianco Gagà 2021- Tenuta Foti Randazzese
Etna Bianco 2020 – Travaglianti
Etna Bianco A’ Puddara 2020 – Tenuta di Fessina
Etna Bianco Contrada Monte Gorna Vecchie Viti 2019 – Nicosia
Versante Sud Macerato 2021 – Serafica
Sicilia Cantonè 2020 – Le due Tenute
Sicilia Civettaia 2017 – Terrafusa
– Orygini, i Vini Etnei affinati in fondo al mare;
Passobianco 2019 – Vini Franchetti
Passobianco 2019 – Orygini
Etna Rosso 2020 – Benanti
Etna Rosso 2020 – Orygini
– Vini del Versante Nord;
Etna Bianco 2022 – Camporè
Etna Bianco 2021 – Tenuta Boccarossa
Etna Bianco Cavanera Ripa di Scorciavacca 2021 – Firriato
Etna Rosato Vignazza 2021 – Generazione Alessandro
Etna Rosato Ciuri Ciuri 2021 – Zumbo
Rossoeuphòria 2022 – Siciliano
Nawari 2019 – Duca di Salaparuta
Munjebel Rosso Classico 2021 – Frank Cornelissen
Etna Rosso Fermata 125 2020 – Baglio di Pianetto
Etna Rosso 2020 – Massimo Lentsch
Etna Rosso Punta Drago 2019 – Tenuta Ferrata
Sicilia Nerello Mascalese Alberelli di Giodo 2019 – Alberelli di Giodo
Etna Rosso In Nerello del… 2017 – Conte Uvaggio
Etna Rosso Riserva Koinè 2016 – Antichi Vinai 1877
– Vini da Singola Contrada del Versante Nord;
Etna Bianco Contrada Taccione 2021 – Planeta
Etna Bianco Cuore di Marchesa 2019 – Produttori Etna Nord
Etna Bianco Salisire Contrada Martinella 2018 – Vivera
Etna Rosso Piano dei Daini 2020 – Tenuta Bosco
Contrada C 2020 – Passopisciaro – Vini Franchetti
Centenario 2020 – Azienda Agricola Sciara
Etna Rosso Contrada Carranco Rv 2019 – Carranco
Etna Rosso Contrada Marchesa 2019 – Donnafugata
Etna Rosso Animardente 2019 – Anima Etnea
Etna Rosso Calderara 2019 – Tornatore
Etna Rosso Pianodario 2019 – Tenuta Tascante
Etna Rosso Contrada Rampante 2019 – Pietradolce
Etna Rosso Guardiola 2017 – Alta Mora
Etna Rosso Filici 2016 – Nicola Gumina
Nella mattinata della giornata successiva prima dell’apertura al pubblico degli stand si è avuta una piacevole conversazione, condotta da Fabrizio Carrera, direttore di Cronache di Gusto, con il grande Heinz Beck, celebre chef del ristorante La Pergola, il ristorante del Rome Cavalieri Waldorf Astoria (Tre Stelle Michelin) e firma del ristorante St. George by Heinz Beck dell’hotel The Ashbee di Taormina.
Una conversazione che ha avuto l’epilogo con l’investitura ufficiale di “padrino della manifestazione“. Durante la conversazione lo Chef si è “confessato” con il Direttore di Cronache di Gusto affermando “che nei suoi 29 anni in Italia i primi 3 sono stati dedicati al pensare italiano, aiutato in questo dalla moglie che guarda caso giocava quasi in casa visto che è palermitana. Penso che il conferimento alla cucina Italiana di patrimonio Unesco è doveroso, non necessario ma obbligatorio. La cucina italiana non ha eguali al mondo, neanche la cucina francese”. Qui lo chef è entrato in un particolare che molto ha fatto sorridere la sala “se non fosse stato per Caterina de Medici in Francia mangerebbero ancora con le mani”. Ha raccontato poi un aneddoto personale di quando era ragazzo e dell’aspirazione a diventare un pittore, ma incalzato dal padre a fare un lavoro “serio” si mise a cucinare. Tra le varie domande e risposte anche quella che riguardava il vino ed in particolare quello dell’Etna, “negli ultimi dieci anni molto è cambiato nei gusti dei consumatori, se prima eravamo noi a proporre etichette del vulcano ora il cliente viene e chiede direttamente i vini dell’Etna”. Successivamente si sono aperti gli stand al pubblico per le degustazioni, che sono proseguite poi il giorno successivo per i professionisti e specialisti del canale Horeca.
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