Un viaggio alla scoperta della regione del Jura si deve fare, prima o poi, sia per le bellezze naturalistiche che per la particolarità dei vini che vengono prodotti e che difficilmente si riescono a trovare nelle nostre enoteche.
Ad Arbois, famosa per essere stata anche residenza di Louis Pasteur, genio della chimica che scoprì il magico mondo dei lieviti, arrivo ai primi di settembre, proprio durante i festeggiamenti del “ grande grappolo”, una festa molto sentita dai vignaioli locali, durante la quale ognuno porta un grappolo per costituirne uno gigantesco, creato dalla somma di essi.
La piazza della Libertà è addobbata a festa e dalla mia mansarda posso osservare il brulichio delle persone intorno alla fontana posta nel mezzo del crocevia.
Il mio primo incontro con i vini di questa regione francese, situata tra la Svizzera e la Borgogna, avviene nella cantina di Jacques Tissot, nata nel 1961 dove ad attendermi una giovane ragazza molto gentile e molto preparata mi racconta delle caratteristiche dei suoli, principalmente calcarei e dei 5 vitigni coltivati. Chardonnay e Savagnin per quanto riguarda le uve a bacca bianca mentre per i rossi vengono impiegati il Poulsard, il Trousseau e il Pinot Nero.
L’azienda possiede circa 30 ettari di cui la maggior parte intorno ad Arbois e altri appezzamenti verso Pupillin, con particelle argillose.
Iniziamo la degustazione con le bollicine, i Crémant: si comincia con una bollicina ottenuta da Chardonnay e Pinot Nero per poi passare a un blanc de blancs , chiamato Prestige, Chardonnay in purezza; una parte dei grappoli è stata vendemmiata manualmente.. Il dosaggio è circa 9 grammi/litro ma la freschezza in bocca è più che piacevole, la bollicina setosa e fine, i sentori di lievito molto discreti, poi fiori e frutta. Una bellissima sorpresa.
Il rosato viene ottenuto mediante una macerazione breve sulle bucce e si apre con un colore rosa salmone pallido nel calice, naso invitante, con sentori di piccoli frutti rossi succosi e una gradevole nota balsamica.
Il Poulsard regala vini meno strutturati e meno tannici rispetto al Trousseau.
Poulsard 2019: le viti crescono su terreni marnosi e quando è maturo la buccia assume una colorazione ramata. Il profilo olfattivo è molto piacevole, avvolgente su note fruttate e floreali e di arancia sanguinella; il sorso è molto dinamico, piacevole con tannini appena percepibili nella trama. In chiusura si apprezza ancora la frutta, soprattutto la fragola. Si può pensare per riusciti abbinamenti con le zuppe di pesce. Temperatura di servizio intorno ai 12 gradi.
Poulsard Vigne Vecchie è un vino molto gastronomico, le rese sono basse. La vendemmia è effettuata manualmente, il corredo olfattivo rimanda al corbezzolo, al lampone, garbata speziatura e chiusura sapida.
Tradition Rouge è il rosso ottenuto da un blend, come si faceva una volta, composto da un 60% Poulsard e il restante Trousseau; troviamo la freschezza e il frutto del Poulsard insieme alla struttura e i tannini del Trousseau. Piacevole, mantiene l’eleganza e ha una buona sapidità che invita al sorso successivo.
Trousseau 2020 apre al naso con note speziate di pepe, di noce moscata e poi di frutta rossa; le uve provengono da particelle ricche di argilla mentre Les Rosiers deriva da una vigna piantata nel 1963, appena fu creata l’azienda. Molta materia e un tannino presente ma perfettamente integrato.
Trousseau 60 ans è dedicato all’anniversario della maison: davvero affascinate e seduttivo, con le note di frutta rossa, di peonia, di pepe bianco, il palato rivela la sua forza e il suo nerbo: una sorpresa e sicuramente un buon potenziale di invecchiamento.
Chardonnay Les Corvées sous Curon 2020 è ottenuto da piante che crescono su suoli ricchi di ciottoli, con esposizione sud est; il profilo olfattivo rimanda alla pesca bianca, alla pera, con gradevole speziatura dolce che ricorda la vaniglia e una nota fumé. Di buona struttura, chiude con una sferzante sapidità.
Tradition Blanc è un assemblaggio tra Chardonnay e Savagnin: la vinificazione avviene in legno. Questa tipologia molto identificativa del territorio, unisce il carattere del Savagnin con la leggibilità dello Chardonnay: ha una buona bevibilità, dimostra una particolare attitudine all’abbinamento.
Savagnin 2018 ci permette di entrare nel mondo di questo vitigno, sicuramente poco conosciuto all’estero e dai sentori molto particolari. Colpisce la nota erbacea, di fieno, di noce e di curry. Viene vinificato in barrique, sotto il velo dei lieviti per 36 mesi.
Il Vin Jaune è sicuramente uno dei più grandi vini del mondo: si utilizza un solo vitigno, il Savagnin.
Deve affinare 6 anni e 3 mesi almeno in botti di castagno di 228 litri, sotto il velo che si forma grazie all’azione dei lieviti. Viene messo in una bottiglia particolare, la clavelin, che contiene 62 centilitri. Sono vini che possono essere bevuti anche dopo 100 anni. Eleganti note di noce, nocciola tostata, albicocca, fico, mandorla. Viene proposto dalla cantina in abbinamento con crostacei, crema di champignon, carni bianche e formaggi e con la cucina orientale, ricca di spezie.
Il Vin de Paille è un vino dolce che si ottiene mediante appassimento di circa 3 mesi sui graticci ( la paglia) dei migliori grappoli di Chardonnay e Savagnin: una lunga fermentazione e almeno 3 anni di botte permettono di ottenere un vino con una buona gradazione alcolica, intorno ai 14 gradi. Aromi eleganti di mandorla, fico, uvetta sultanina; la dolcezza è sostenuta da una buona acidità che invita al sorso successivo. Consigliato l’abbinamento con il foie gras, con i formaggi oltre che con il dolci.
Medico Psichiatra, stregata da Dioniso, divento sommelier nel 2013, Degustatore Ufficiale nel 2014 e Miglior sommelier della Liguria 2019. Nel 2016 nasce il mio blog wineloversitaly e dal 2018 sono molto attiva sui Social con il profilo @wineloversitaly. Nel 2021 sono la vincitrice del sondaggio proposto da The Fork nella categoria Wine Influencer. Ideatrice e Curatrice della prima guida Social " I vini del cuore" che uscirà a fine 2021. Collaboro come Social media coach con aziende e partners del mondo del vino. Non smetto mai di studiare: ho superato il Wset level 3 con il massimo dei voti. Comunicare il vino con passione e rispetto è il mio desiderio e il mio impegno.
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