Continuando il nostro viaggio in Provenza alla ricerca delle «particolarità» enologiche che la regione può regalare, lasciamo Cassis – che ci ha sedotti con i suoi bianchi iodati dal profumo di mare, interpretati da Clos Sainte Magdeleine e narrati in un articolo precedente – per arrivare a Mirabeau, nel Parco Naturale Regionale del Luberon, costellato di affascinanti villaggi costruiti durante il Medioevo ricchi di autenticità, carattere e fascino.
Ad attrarci in questo territorio l’intrigante storia dello Château de Clapier e del suo patron, Thomas Montagne, meglio conosciuto come «l’ambasciatore del Pinot Nero» nel Luberon, in quanto unico rappresentante del medesimo vitigno in tale areale.
Château de Clapier prende il nome dalla località su cui si estendono i terreni della tenuta il quale, a sua volta, trae origine dalla parola provenzale «clapas» significante «mucchio di pietre», un chiaro riferimento alla caratteristica del terreno di essere particolarmente sassoso.
Dal XVI secolo fino alla fine del XVIII, il Domaine fu proprietà di caccia prima del marchese di Mirabeau, poi di famosi politici e grandi amanti del vino, tra cui spicca il nome di un aristocratico liberale dell’Ancien Régime, Honoré Gabriel Riqueti.
Quest’ultimo mantenne segretamente strette relazioni con la famiglia reale, legame che venne poco apprezzato dal regime rivoluzionario francese. In pochissimo tempo cambiò il destino dei marchesi che videro ogni loro bene messo all’asta come demanio nazionale. Il nuovo proprietario della tenuta divenne, quindi, uno svizzero, un certo signor Morel il quale pochi anni dopo decise di costruirvi un castello.
Fu nel 1880 che Théodore Barataud, proprietario dei Grands Moulins di Marsiglia e prozio della famiglia Montagne, acquistò la tenuta e decise di erigere una cantina modernissima dotata di attrezzature decisamente all’avanguardia per l’epoca, caratterizzata da un motore a vapore che azionava pompe diraspatrici ed una batteria di dodici tini.
Tale cantina venne utilizzata sino al 1995 ed oggi rappresenta un vero e proprio museo del vino.
Nel 1995 Thomas Montagne rileva l’azienda di famiglia e sceglie di proseguire l’attività di viticoltore giunta ora alla quarta generazione. Avvia importanti lavori di ammodernamento con la costruzione di una nuova cantina e sostituisce i tini in rovere del secolo scorso con quelli in acciaio inox, puntando su una viticoltura più rispettosa della natura.
Il vigneto Château de Clapier – in cui sono allevati 12 diversi vitigni, tra cui il Pinot Nero – gode di un ambiente naturale e protetto nell’ambito dell’intero areale.
In questi luoghi il terreno è ricco di sabbie mioceniche, di argilla e ghiaioni calcarei ai piedi della montagna.
Thomas ci racconta che il vigneto beneficia di un microclima freddo dovuto al Défilé de Mirabeau, un restringimento della valle della Durance, dove il fiume si fa strada tra due ripide scogliere calcaree. L’aria fredda che scende dalle Alpi si ferma proprio in questo punto e rimane stagnante sul vigneto. Ciò consente alla vite di avere un risveglio ed una maturazione sempre tardiva rispetto a quello dei vigneti vicini, assicurando, di fatto, una protezione dalle gelate primaverili. Le particolari condizioni climatiche di questa porzione territoriale, inoltre, regalano notti estive molto fresche, migliorando la maturazione e producendo più precursori aromatici nell’uva.
Furono proprio le condizioni sopra delineate ad indurre Marien, il padre di Thomas Montagne, ad impiantare 2 ettari di Pinot Nero all’inizio degli anni ottanta, animato dalla convinzione che, in questi terreni, l’uva regina borgognona potesse concedere ai vini freschezza, relativa acidità e buon equilibrio.
Nel 1988 quando nasce l’AOP Luberon questo vitigno, considerato «nordico» per la latitudine provenzale, non viene elencato nel disciplinare della denominazione. Tuttavia, il riconoscimento degli impianti già esistenti nella tenuta, hanno consentito allo stesso disciplinare di autorizzare, per lo Château de Clapier, una speciale deroga ad utilizzare tale varietà in miscele. Un’autorizzazione che durerà sino al 2038, anno che segnerà il 50° anniversario della denominazione Luberon.
Ed ecco allora il Pinot Nero provenzale, in sinergia con altre uve, che mostra cosa è in grado di esprimere in questo territorio.
CUVÉE VIBRATO 2020
Ottenuto da due dei vitigni più rappresentativi della Valle del Rodano (Grenache Noir e Syrah), con il tocco originale di Pinot Nero nel suo blend, mostra, d’impatto, un naso aperto che evoca sentori di frutti rossi, more, accenni speziati e toni di liquirizia. Succoso all’assaggio, di vivace freschezza e profonda sapidità chiude con richiami di spezie dolci. Solo acciaio.
CUVÉE SOPRANO 2018
La percentuale di Pinot Nero si innalza in questo uvaggio che affianca sempre Grenache Noir e Syrah. Ciliegie, more, vaniglia e note di sottobosco anticipano un sorso appagante di buon equilibrio, sorretto da incisiva freschezza e da un tannino di spiccata eleganza. Buona la persistenza nel finale con chiusura su note fumé. Un anno in barrique.
CUVÉE TESSITURE 2018
Quasi il 30% di Pinot Nero in blend con le altre uve dei precedenti assaggi per questo vino di grande personalità e piacevolezza. L’eleganza del Pinot Noir qui comincia a farsi sentire sul serio. Frutti scuri, sottobosco, tabacco ed accenni balsamici caratterizzano un naso di grande fascino e seduzione. L’assaggio non tradisce le aspettative. Fresco, armonico e dalla pregevole tessitura tannica sorprende per il lungo finale dal timbro speziato. Fermentato in botti aperte con follature manuali ed affinato in botte per 24 mesi.
Completati gli assaggi «istituzionali» ci rimane, comunque, una incisiva curiosità da colmare. Chiediamo, pertanto, a Thomas l’assaggio da botte del suo Pinot Nero in purezza. Thomas non si tira indietro. Grandi profumi al naso, quelli che da soli già di per sé appagano. L’assaggio, tuttavia, evidenzia un tannino troppo incisivo ed ancora verde. Ma la materia c’è.
Salutiamo Thomas, strappandogli una promessa: rivederci tra qualche anno per assaggiare il Pinot Nero in purezza.
Château de Clapier
1833 route de Manosque
84120 Mirabeau – France
Tel: +33 (0) 4 90 77 01 03
https://www.chateaudeclapier.com/
“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” In queste parole la condivisione di una nostra passione e la voglia di comunicarla. Salvatore Del Vasto, laureato in Giurisprudenza e da sempre appassionato di vino, diventa prima sommelier, poi frequenta il Bibenda Executive Wine Master di Fis e poi consegue il diploma di Master presso l’Università di Tor Vergata in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”. Sabrina Signoretti, laureata in Scienze Politiche, coltiva la sua passione diventando sommelier del vino, assaggiatrice di oli di oliva vergini ed extra vergini e sommelier dell’olio extravergine di oliva dell’AISO. Una delle qualità nascoste, la spiccata attitudine per la fotografia.
Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia