La Cantina cooperativa Cincinnato con le due riserve ENYO e e KORA ha saputo sempre più attuare la filosofia aziendale che da sempre ha per fine la valorizzazione dei vitigni autoctoni Bellone e Nero Buono.
L’utilizzo del principio di remunerazione dei soci in base alla qualità delle uve conferite, in vigore da anni e fortemente voluto dal Presidente Nazareno Milita, ha permesso la nascita di questi due Cru anche avvalendosi di un nuovo strumento, quello di effettuare analisi analitiche dettagliate per ogni partita di uve, direttamente all’arrivo in azienda.
Ciò accettato da tutti i soci ancora presenti nella cooperativa, oggi appena 120, ha permesso un netto miglioramento del livello qualitativo delle uve.
Il tutto possibile anche perché si è conseguito un equilibrio economico, tanto da non prevedere l’ingresso di ulteriori soci se non sarà incrementata la vendita dei prodotti, attualmente al di sotto delle potenzialità della Cooperativa.
Le due “Riserve“ sono frutto di una selezione delle migliori zone di produzione e di una scelta delle migliori uve all’interno di uno stesso vigneto. Un nuovo packaging è l’ultima fase di questa evoluzione sia per l’etichetta (che riporta unicamente nome e vitigno) sia per la forma della bottiglia.
Parliamo dei vini degustati:
Iniziamo con lo Spumante Metodo Classico 2015 – spumante che avevamo assaggiato lo scorso anno durante la verticale storica di Nero Buono e non ci aveva colpito. Oggi questa bollicina da uve Bellone e 24 mesi sui lieviti ci appare radicalmente cambiata. Gioca su freschezza e complessità, anticipata da profumi di frutta , crosta di pane e ricordi di erbe di campo. Bello il finale di agrume e mandorla amara.
Castore 2018 – 300.000 bottiglie, vinificazione in acciaio, rappresenta il primo approccio al Bellone. Immediato e facile alla beva, dove i profumi di pesca e fiori contribuiscono a quella nota intrigante caratteristica. Finale di agrume con buona persistenza.
ENYO 2017 Frutto di una rigorosa selezione di vigneti e uve raccolte in leggera surmaturazione, macerazione leggera sulle bucce per 10 giorni, affinamento di un anno in acciaio.Rispetto al suo fratellino Castore troviamo da subito una maggiore complessità con note di frutta esotica e pompelmo in evidenza Una dinamicità che lascia spazio ad eleganza evidenziando note minerali. Il finale su note di miele di acacia rispecchia appieno questo vino. Aspettiamo con curiosità la sua evoluzione.
Pollùce 2017 – L’alter ego in rosso del Castore, vino immediato dove note di frutta rossa la fanno da padrone, bello il finale speziato. Svolge appieno il suo compito di vino facile alla beva.
Ercole 2015 – 30.000 bottiglie prodotte, 18 mesi di affinamento in barrique usate, vino di struttura che acquista con il passare del tempo equilibrio e complessità. Oggi irruente con un finale di spezia e frutto sottobosco.
KORA 2015 – ll nuovo nato da Nero Buono, porta il nome dell’antica città di Cori, pur distinguendosene per la lettera iniziale. Frutto di anni di sperimentazioni, e selezioni in vigna, ci mostra subito di che pasta è fatto, elegante e allo stesso tempo irruente, note di cuoio, sottobosco e tabacco ne anticipano la ricchezza.
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
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