Dopo lo Champagne, vi avevamo già parlato in passato dello Champagne Brut Zèro Abyss (link)
e lo Spumante tra questi il Metodo Classico Riserva Dosaggio Zero DOC “Abissi” di Bisson,
anche la birra ha deciso, negli ultimi anni di sperimentare l’affinamento in mare o in alcuni casi di utilizzare l’acqua del mare.
Ci ha provato Luca Montalti, cesenate di 40 anni che abita a Gatteo Mare ad affinare nel mare una birra artigianale da lui prodotta. Una birra la cui produzione è iniziata nel 2018 e affina insieme alle bottiglie di vino della “Cantina nel mare” a 12 metri di profondità. Lì la birra rimane per 5 o 6 mesi in assenza di luce, di rumori e pressione costante, e al vetro si attaccano conchiglie, sabbia e altri residui del mare.
Lo stesso principio è stato utilizzato anche da un gestore di un microbirrificio in Germania il Cuxhavener Bierbrisen, Oliver Köhn che nella cittadina di Cuxhaven, adagiata sulle rive del mare a non molti chilometri di distanza dal confine con la Danimarca, ha realizzato il suo sogno: creare la birra dei Pirati.
Appena 50 bottiglie che si lasciano accarezzare contemporaneamente dall’acqua salmastra del mare del Nord e da quella del fiume Elba proprio dove il corso d’acqua si immette nel mare.
Le bottiglie riemergono dal mare nel mese di settembre e ad oggi l’annata 2020 è già totalmente esaurita, tanto che sull’eshop del birrificio si legge come la birra dei pirati potrà essere acquistata dal 21 settembre 2021 direttamente dal sito, al prezzo di 49 euro per una bottiglia da 75cl.
Continuamo il nostro viaggio con una birra che sa di mare: si trova in Italia, più precisamente in Puglia, si tratta della birra artigianale Margose prodotta dal birrificio Birranova.
Questo birrificio ubicato Triggianello, in provincia di Bari, ha deciso infatti di realizzare una birra in stile gose (birre salate divenute celebri alla fine del XIX secolo a Lipsia), prodotta non con il sale (come vuole la ricetta originale), bensì (dopo opportuni trattamenti) direttamente con l’acqua del mare.
Un progetto realizzato da Donato di Palma nel 2007 che utilizza l’acqua di mare che proviene dal vicino Mar Adriatico, depurata dall’azienda Steralmar di Bisceglie, per la realizzazione di questa speciale birra.
Un mondo in evoluzione quello della birra che sembra seguire quello enologico, ci chiediamo se sia veramente un’evoluzione o una mossa di marketing.
Sarebbe interessante l’opinione di tecnici qualificati sui reali benefici di tutte queste pratiche.