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Diciassettemaggio non solo un passito, ma un atto d’amore

Le cose importanti della vita, non sono cose

Il pensiero spontaneo, che nasce quando ancora il vino riecheggia con le sue note gusto olfattive fino a chiudere sul salato, che riporta al mare, ai luoghi dal quale esso stesso proviene: Diciassettemaggio non è solo un passito, ma un atto d’amore, di cura, di recupero di qualcosa del nostro passato che aveva fatto diventare celebre e conosciuto un territorio.
Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta dell’azienda ligure Ca du Ferrà a Bonassola hanno avviato il progetto di riportare alla luce un grande vino, che era stato addirittura selezionato nel XVI secolo dal coppiere di papa Paolo III Farnese, il famoso Sante Lancerio per la tavola pontificia: egli narra che il santo Padre solesse persino intingere i fichi secchi in questo dolce nettare.
Il vitigno è il Ruzzese ed è stato recuperato grazie al contributo della Regione Liguria, del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Torino, dell’Istituto Nazionale di protezione sostenibile della vite (prof. Mannini e prof.ssa Schneider); dopo varie ricerche, ne fu trovata una pianta “madre” nel Comune di Arcola, in provincia della Spezia, da cui è stato sequenziato e riprodotto il materiale genetico per le nuove barbatelle.
Infatti il Ruzzese, venne soppiantato dal bosco dopo l’avvento della fillossera, nonostante esso fosse comparso nelle vigne delle coste liguri addirittura nel VI secolo d.C.
Sembra che questo vitigno non abbia parenti dal punto di vista clonale: possiede un grappolo spargolo, acini piccoli e buccia spessa: non soffre la siccità e riesce a mantenere una bella acidità!
Nel 2015 Davide e Giuseppe iniziano a piantare le prime 77 barbatelle di Ruzzese nella piana che movimenta la collina, che guarda il mare e che beneficia di sole e di una perfetta ventilazione, per arrivare ai nostri giorni a un totale di 1500 piante. Finalmente, nel 2020 si compie la prima vendemmia.
Una vendemmia tardiva a cui segue un appassimento dei grappoli in cassetta di circa due mesi e mezzo, la sgranatura manuale e la vinificazione ai primi di dicembre.
Poche centinaia di bottiglie prodotte, impreziosite dalla ceralacca e dalla vernice che ricopre parte del vetro, del colore turchese di Ca du Ferrà, il Pantone 6034 e una dedica a Giuseppe: Diciassettemaggio è infatti la data del suo compleanno.
Un lavoro di attesa, di fatica, di attenzioni ai particolari, alla biodiversità – un atto d’amore – e tutto ciò sintetizzato in un prezioso vino.


Ho avuto l’occasione di degustarlo a Vinitaly, allo stand Fivi dove ad attendermi erano proprio Davide e Giuseppe, felici di raccontarmi quella che è stata una grande opera di conservazione.

Il vino ha un colore bellissimo, sembra oro lucente e si muove con volteggi quasi sensuali nel calice: il profilo olfattivo ti porta immediatamente in Liguria, sulla costiera, dove la macchia mediterranea ti avvolge con note balsamiche e di resina, a cui si aggiunge la frutta, il fico. In bocca la suadente dolcezza è sorretta da una piacevole freschezza e il finale è decisamente persistente.
Un abbinamento? Sicuramente con i formaggi, con la pasticceria secca ma assolutamente con in compagnia di amici e di persone amate.

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Medico Psichiatra, stregata da Dioniso, divento sommelier nel 2013, Degustatore Ufficiale nel 2014 e Miglior sommelier della Liguria 2019. Nel 2016 nasce il mio blog wineloversitaly e dal 2018 sono molto attiva sui Social con il profilo @wineloversitaly. Nel 2021 sono la vincitrice del sondaggio proposto da The Fork nella categoria Wine Influencer. Ideatrice e Curatrice della prima guida Social " I vini del cuore" che uscirà a fine 2021. Collaboro come Social media coach con aziende e partners del mondo del vino. Non smetto mai di studiare: ho superato il Wset level 3 con il massimo dei voti. Comunicare il vino con passione e rispetto è il mio desiderio e il mio impegno.

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