Cento anni fa nasceva il Whisky Cutty Sark. All’origine del suo nome è il veliero raffigurato in etichetta. La nave fu varata il 22 novembre del 1869 a Dumbarton in Scozia, dall’armatore londinese John Mills, per aggiudicarsi la gara annuale per chi trasportava più velocemente il primo raccolto di tè dalla Cina in Gran Bretagna. Purtroppo proprio in quell’anno fu inaugurato il Canale di Suez, che rese la rotta della competizione obsoleta.
Ma il veliero ebbe comunque grande fama per la storica sfida del 1872 alla quale partecipò, e che non riuscì a vincere poiché gli si ruppe il timone in pieno Oceano.
Malgrado l’eroico comportamento dell’equipaggio e del capitano Moodie che riuscirono ad aggiustarlo, arrivò con una settimana di ritardo rispetto alla nave concorrente.
In seguito il veliero fu venduto oltre Oceano, ma nel 1922 torna nel Regno Unito, acquistato e rimesso a nuovo a Londra dal capitano Wilfred Dowman. Questa notizia fece il giro del mondo (ora è possibile osservarlo a Greenwich).
Ispirandosi alla nave, il 23 marzo 1923 fu lanciato l’omonimo Whisky dai commercianti londinesi di vini e alcolici Berry Bros. & Rudd.
Il Cutty Sark Whisky fu creato appositamente per i bevitori americani durante il Proibizionismo. Divenne popolare contrabbandato come alternativa al moonshine di produzione locale. Ciò significa che quando il divieto fu abrogato, Cutty Sark era già un marchio affermato, il primo Whisky scozzese a vendere oltre un milione di casse negli Stati Uniti.
Inoltre, la leggerezza nel corpo e nel colore rappresentava precisamente il tipo di Whisky a cui gli americani si erano nel frattempo abituati, complice la generosa diluizione operata dai mercanti illegali di alcolici nell’epoca della temperanza.
Circa il suo colore light (ricordo che in Scozia fino al termine della seconda guerra mondiale, per affinare il Whisky in botte si usavano quasi esclusivamente quelle che avevano contenuto in precedenza dello Sherry e che marcavano l’ospite successivo in tonalità scure), un giorno fu chiesta a Hugh Rudd della Berry Bros. & Rudd la ragione.
La risposta del commerciante londinese alluse alla pratica legale d’aggiungere dello zucchero bruciato, ora caramello, al Whisky scozzese nel caso la botte non ci avesse pensato di suo, e soprattutto in un mercato uniforme nel colore, e fu all’incirca la seguente:
“Domandatevi piuttosto, perché gli altri Whisky sono così scuri?“