Nessun posto è come casa e nessuna storia è più entusiasmante di quella del proprio territorio di origine. Lo sa bene Antonio Caggiano, fotografo e viaggiatore del mondo – dall’Artide al deserto africano – attratto, ad un certo punto della sua vita, dall’irrefrenabile richiamo dell’amatissima Taurasi, nel cuore dell’Irpinia e dalla volontà di dare voce a quel territorio indissolubilmente legato al mondo del vino.
Così nel 1990, partendo proprio dalla sua vecchia vigna, avvalendosi della collaborazione del Prof. Luigi Moio, avvia la propria cantina in contrada Sala, con l’intento di valorizzare il vitigno principe dell’areale, l’aglianico, e di portare una filosofia produttiva più al passo con i tempi in un territorio che, all’epoca, si mostrava un pò troppo conservatore e poco aperto ai cambiamenti innovativi.
Oggi l’azienda che conta circa 30 ettari di proprietà per una produzione annua di bottiglie pari quasi a 180.000, è condotta da Giuseppe, per tutti Pino, figlio di Antonio, che è riuscito ad imprimere uno stile di grande personalità alle proprie etichette anche grazie ad un rigoroso lavoro in vigna e ad una appassionata e attenta interpretazione enologica.
Per chi si trovasse a passare in questa porzione di territorio campano, consigliamo vivamente, come abbiamo fatto noi, di visitare la cantina. Sicuramente tra le più suggestive dell’areale, rappresenta un vero e proprio museo della cultura contadina irpina in cui, passeggiando tra i suggestivi cunicoli è possibile «ammirare», oltre alle barriques e alle bottiglie in affinamento, arnesi e utensili tipici della pratica di viticoltore e una varietà di opere d’arte di legno, vetro e pietra, alcune realizzate dallo stesso Antonio, altre regalate da amici artisti.
Abbiamo riassaggiato con piacere quattro delle etichette aziendali: Devon 2019, Béchar 2019, Salae Domini 2018 ed il Taurasi Vigna Macchia dei Goti 2016, riscontrando in questa batteria una grande piacevolezza gustativa e la conferma di un inconfondibile timbro territoriale, con il Taurasi ed il Fiano Béchar a tirare la volata sugli altri.
Queste le nostre impressioni gustative.
Béchar Fiano di Avellino Docg 2019
Il nome dell’etichetta rievoca la passione giovanile di Antonio per i viaggi e l’esplorazione e connota in questa annata un Fiano di spiccata raffinatezza e piacevolezza gustativa.
Ottenuto dalla vinificazione in purezza di uve provenienti dai vigneti di Lapìo, rileva al naso grande complessità olfattiva cadenzata in note di albicocca matura, mela, frutto della passione seguite da delicate nuances floreali, accenni agrumati ed una sottile vena minerale. Al gusto è pieno, energico, sorretto da un’intrigante progressione di freschezza e sapidità che invita più volte al riassaggio. Lungo il finale su richiami minerali. Vinificato in acciaio affina in bottiglia per almeno tre mesi.
Devon Greco di Tufo Docg 2019
«Devon, Circolo Polare Artico, ghiaccio, ghiaccio, ovunque ghiaccio che scivola, scricchiola, ringhia, ulula». Questo il ricordo che ispira Antonio nel costruire quest’etichetta che nell’annata 2019 esprime tutta la sua personalità. Da uve provenienti dai vigneti di Tufo, regala al naso intense percezioni floreali seguite da note di salvia, timo, pompelmo e frutta esotica. Grande freschezza al gusto a sorreggere un sorso di buona struttura, pieno, appagante che chiude su piacevoli richiami minerali. Vinificato e affinato in acciaio.
Salae Domini Irpinia Campi Taurasini Doc 2018
Aglianico in purezza ottenuto da uve provenienti dal vigneto in Contrada Sala di Taurasi su terreni argilloso-calcarei e maturato in barriques di rovere francese per un periodo di 8-10 mesi.
Frutti rossi, liquirizia, tabacco e una piacevole trama speziata (spezie dolci), caratterizzano un naso dalla spiccata intensità olfattiva. Sorso avvolgente, pieno, potente, connotato da una ricca percezione tannica piacevolmente integrata. Buona la persistenza nel finale.
Taurasi Docg 2016 Vigna Macchia dei Goti
Un gran bell’assaggio emozionante ed appagante.
Da uve Aglianico allevate nella contrada che dà il nome all’etichetta, Macchia dei Goti, in vigneti situati a un’altezza di circa 350 metri sul livello del mare, esposti verso sud-ovest, su terreni a forte matrice argillosa e calcarea è fermentato con lunga macerazione e affinato in barrique di rovere francese per 18 mesi.
Ricco e complesso al naso, affascina con i suoi sentori fruttati (prugna, visciole) seguiti da intense percezioni speziate, sottobosco, eucalipto e china con un sottofondo minerale. In bocca mostra tutta la sua capacità di avvolgere con potenza senza mai essere eccessivo con tannini ben presenti e finemente integrati ed una freschezza a sorregere il sorso e ad invitare al riassaggio. Lunghissima la persistenza nel finale su note sapide.
Azienda Agricola Antonio Caggiano
Contrada Sala, 4
83030 Taurasi (Av) Italy
Tel: +39 0827 74723
info@cantinecaggiano.it
“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” In queste parole la condivisione di una nostra passione e la voglia di comunicarla. Salvatore Del Vasto, laureato in Giurisprudenza e da sempre appassionato di vino, diventa prima sommelier, poi frequenta il Bibenda Executive Wine Master di Fis e poi consegue il diploma di Master presso l’Università di Tor Vergata in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”. Sabrina Signoretti, laureata in Scienze Politiche, coltiva la sua passione diventando sommelier del vino, assaggiatrice di oli di oliva vergini ed extra vergini e sommelier dell’olio extravergine di oliva dell’AISO. Una delle qualità nascoste, la spiccata attitudine per la fotografia.
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