Presso la Tenuta del Castello del Terriccio, in Toscana, abbiamo partecipato alla manifestazione 100vini organizzata dall’agenzia di distribuzione commerciale Meregalli.
Ci ha stupito un produttore che propone una bollicina metodo classico in diverse connotazioni e sfumature, che viene dal Piemonte, più precisamente dalle Langhe Astigiane.
L’azienda oggetto di questa sorpresa è Borgo Maragliano ubicata a Loazzolo, in provincia di Asti, che da ben cinque generazioni opera nel territorio.
Era il 1850 quando Giovanni Galliano acquista le prime terre nel comune di Loazzolo. In seguito il nipote Carlo, affascinato da questi luoghi e dalle sue vigne decide di studiare Enologia ad Alba, per poi cimentarsi nella vinificazione del Moscato.
In un territorio che ha sempre visto questa varietà come il vitigno di riferimento, la famiglia Galliano si lancia in un ardua sfida. Siamo agli inizi degli anni ottanta quando il dott. Corino, direttore dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Asti, dopo aver valutato la particolare situazione pedo-climatica di Loazzolo, suggerisce a Carlo l’impianto di vigneti sperimentali di Chardonnay e Pinot Nero per produrre un Metodo Classico.
L’azienda oggi è condotta dalla nuova generazione, rappresentata dai figli di Carlo e Silvia: Giovanni, Francesco e Federico, principali artefici di una crescita costante, sui mercati italiani e mondiali.
I vigneti sono ubicati sulle colline delle Langhe, si contano 41 ettari dislocati nei territori di Loazzolo, Bubbio, Bistagno e Canelli, ad un altezza tra 300 e 600 metri, circondati da boschi che, grazie alla miscellanea di varietà floreali e faunistiche, rappresenta un bacino importante di ossigeno e di diversità ambientali necessari a una viticoltura eco-compatibile.
Il suolo risulta essere sabbioso, tufaceo e calcareo, per cui molto permeabile, se a questo si associano altitudini diverse, che permettono forti sbalzi termici, vien da sé che le vigne con un’età compresa tra i 35 e i 65 anni, siano in grado di produrre uve ricche di aromi che donano struttura al vino base.
Ma parliamo dei vini che abbiamo avuto modo di assaggiare.
Dogma Blanc de Noirs 2018 (100% Pinot Nero) – 36 mesi sui lieviti
Perlage fine ed intenso per uno Spumante che appare elegante e raffinato, note di agrumi si accompagnano a note scure con tabacco e cuoio in evidenza. All’assaggio risulta bilanciato, ricco e avvolgente. Intrigante e persistente il finale.
Giuseppe Galliano Brut Nature 2018 (20% Chardonnay, 80 % Pinot Nero) – 48 mesi sui lieviti
Si presenta con una bollicina fine e intensa, opportunamente introdotta da ricordi di frutta, piacevoli note di lievito e crosta di pane. Gradevole all’assaggio con un finale su note di mandorle amare.
Giovanni Galliano Brut Rosé 2019 (100% Pinot Nero) – 36 mesi sui lieviti
Rosa tenue ben accompagnato da un perlage finissimo. Si presenta con evidenti note di fiori, fragola, lampone, per poi lasciare spazio a ricchezza e sapidità, risulta dritto ma saldo nella struttura e con un finale elegantemente morbido e ricco di frutta.
Francesco Galliano Blanc de Blancs 2019 (100% Chardonnay) – 32 mesi sui lieviti
Si presenta con sensazioni di frutta, dove il lime si fonde con note di fiori d’acacia e miele. Un’entrata in bocca seducente e armoniosa, ci mostra le potenzialità dello Chardonnay in questo territorio.
La Caliera Moscato d’Asti (100% Moscato bianco di Canelli)
Un Moscato d’Altura, che non può mancare tra i vini dell’azienda anche in virtù del territorio e della sua tradizione. Risulta corposo, vellutato e dal profumo intenso con sentori di frutta candita e fiori d’acacia. Il degno rappresentante di una storia che si perde nel passato.
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